Jean ha 9 anni e frequenta la quinta di quella che, ad Haiti, viene chiamata scuola fondamentale, e garantisce l'istruzione fino al periodo delle medie. Da dopo il sisma, lui che è sempre stato considerato dai suoi insegnanti uno studente brillante, non riesce più a memorizzare e comprendere le lezioni.
Come lui, anche Bien-Aimé, frequenta la scuola Betsaléel: una delle cinque che ProgettoMondo Mlal si è impegnata a ricostruire dopo il tremendo terremoto che ha devastato l'isola all'inizio dell'anno. E per la piccola Bien-Aimé il terremoto ha significato l'inizio di momenti di incoscienza, insieme a episodi di vero e proprio sonnambulismo.
Poi c'è Louise, quindicenne della scuola del Buon Pastore, per la quale ridere è diventata una reazione al trauma quasi costante. Le sue risposte ai fatti quotidiani, per i docenti, sono sempre contrarie alle aspettative, e del tutto imprevedibili.
Sono troppi gli episodi di preoccupanti reazioni da post trauma che sono affiorati tra i più piccoli dopo quel terribile 12 gennaio, ed è impensabile lasciarli irrisolti.
Casi che richiedono l'assistenza psicologica di persone esperte e che, in questi mesi, hanno portato alla realizzazione di una serie di dossier su cui basarsi per meglio analizzare e comprendere come gestire la situazione.
L'equipe del progetto “Scuole per la rinascita”, dopo un confronto con insegnanti e direttori delle 5 scuole coinvolte, ha avviato un programma di terapia basato su una serie di attività psico ricreative in cui gioco, danza e arte hanno un ruolo centrale.
Giochi che siano competitivi e ricreativi insieme, danze accompagnate da canti popolari o da un utilizzo in chiave umoristica del mezzo radiofonico. E poi pittura e soprattutto teatro, per insegnare ai bambini a superare le peripezie della vita e arrivare, lottando, ai risultati desiderati.
Intanto sono stati installati gli hangar su 3 delle scuole del progetto. Ma le difficoltà restano ancora molte. Solo poche scuole rimarranno aperte fino alla metà di agosto. Professori e direttori lamentano la lentezza dello Stato nella distribuzione dei fondi ormai sbloccati dalla Banca Mondiale e finalizzati a sostenere le scuole private colpite dal sisma. Finora infatti non è ancora stata resa nota la lista di quali di esse potranno effettivamente accedere al fondo e a partire da quando.
Altro aspetto del progetto d'emergenza attivato subito dopo il 12 gennaio, è quello che ha per obiettivo la ripresa agricola di Léogane. Come utilizzare concimi, pesticidi e produrre legumi sono tre dei quattro corsi di formazione destinati a oltre centro agricoltori della zona già portati a termine. E fortunatamente il Cescal – il centro per i servizi agricoli di Léogane costruito per i produttori della zona durante il precedente progetto ad Haiti, Piatto di Sicurezza – ha ancora integri tutti gli utensili necessari alla trasformazione della farina. Mancano però i barattoli necessari alla trasformazione della frutta, e anche il rifrattometro per il controllo dell'acidità dei prodotti, distrutto dal sisma, oltre ai ripiani su cui mettere a essiccare gli alimenti.
Insomma, qualche passo avanti lo si fa, ma la strada – come prevedibile – è ancora lunga. E per essere affrontata continua ad aver bisogno del coinvolgimento e del sostegno di tutti, mentre chi lavora sul campo individua priorità e interventi più urgenti da attuare, e ne organizza l'avvio.
Julien Blachier
capoprogetto Scuole per la Rinascita
venerdì 23 luglio 2010
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