Favorire il protagonismo degli “esclusi” come unico vero baluardo contro le ingiustizie sociali e tutte le guerre a Sud e a Nord del mondo. È stata questa l’ultima sfida lanciata da Enzo Melegari, presidente di ProgettoMondo Mlal scomparso a Verona la notte del 10 luglio 2002.Per lui e il suo ricordo sarà celebrata una messa che si svolgerà sabato 10 luglio alle 18,30 nella parrocchia di Ognissanti a Marzana (Verona), celebrata da Don Giulio Girardello.
Laureato in sociologia, alla fine degli anni Sessanta Enzo Melegari è tra i primi obiettori di coscienza italiani. Scelta che, nel corso di tre anni, gli costa più periodi di carcere nei diversi penitenziari militari italiani. Un’esperienza che – come raccontò lui stesso – gli aprì automaticamente una finestra sul tema dei “diritti umani” come di un qualcosa che non riguardava necessariamente il Terzo mondo o i regimi totalitari ma anche le più basilari e attuali regole di convivenza, “lì dove sempre più spesso s’incontrano e si confrontano – spiegava tempo fa – popoli e interessi diversi, contraddittori e senza strumenti di mediazione”.
Fu in quegli anni che Melegari incontrò il Movimento Laici America Latina, fondato nel 1966 come emanazione del Ceial (ora Cum, Centro unitario missionario) per offrire una rete d’appoggio per i volontari laici già impegnati autonomamente in America latina. E nel 1974 è già in Venezuela con un progetto Mlal. Ricercatore all’università di Caracas, Melegari rafforza e arricchisce il suo pensiero sui temi della solidarietà e della cooperazione internazionale e al rientro in Italia, a Verona, diviene naturalmente il punto di forza intellettuale dell’Organizzazione.
Come dirigente, ma soprattutto come generoso protagonista del Movimento, Melegari gira tutti i Paesi del Sud sperimentando nuove proposte per processi di sviluppo e partecipazione; progetta e promuove sul territorio veronese e italiano molte delle iniziative legate alla solidarietà internazionale come la campagna per l’Amazzonia e i popoli indigeni, l’opera di sensibilizzazione in favore del Nicaragua (“Mi dai una penna”), la riflessione pubblica sul lavoro minorile e sui "bambini di strada", il progetto dedicato alle due età agli antipodi, infanzia e vecchiaia (“E poi”); anima il Centro Studi del Mlal curando per la “sua” collana “Scambi” pubblicazioni e inchieste sui temi più caldi dell’America Latina (tra i titoli, “La solidarietà al bivio” di Enzo Melegari, Gabrielli editori). Ed è a lui che per il Mlal consegnano nel 1992 il Premio della Pace della Regione Veneto.
Al di fuori del Mlal, apre con il fratello l’Iform, un’agenzia per la formazione e la consulenza sui temi della solidarietà e il mondo del volontariato. Dal 1995 partecipa alla costituzione dello Spices, Scuola di Politica internazionale e Cooperazione allo Sviluppo. Parallelamente è impegnato nella politica attiva italiana con il neonato Ppi a nome del mondo dell’associazionismo. Ma al di là dei meri consensi elettorali, le stanze del Palazzo non fanno per lui. Uomo pacifico per natura, dai toni fermi ma estremamente pacati, sempre pronto alla mediazione più felice, Melegari non era fatto per la competizione e infatti torna presto al mondo del volontariato.
Nell’aprile del 2000 è candidato e presidente eletto del Movimento laici America Latina. L’ultima conferma nell’assemblea annuale del Movimento del 20-21 aprile scorso, quando vede premiata ancora una volta la sua posizione ragionevole e generosa in cui già immaginava di aprire il Mlal a una rete di nuovi protagonisti da chiamare dalle più diverse aree e rendere strategici per le tante iniziative che già andava elencando . Perché – come spiegava proprio nell’ultima intervista apparsa sull’Arena di Verona il 22 aprile – la salvezza, oggi, non può prescindere dagli esclusi, dalla pietra scartata che diventa angolare, e siamo più che mai convinti che il tema della giustizia sociale e della sicurezza non abbia bisogno di task force ma di molti, e sempre nuovi, protagonisti.
giovedì 8 luglio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento