mercoledì 20 gennaio 2010

Haiti: non ci sono dati sugli orfani. Non è il momento delle adozioni

A così poche ore da un disastro di queste dimensioni, è impossibile avere un qualsiasi dato oggettivo su quale sia la situazione dei bambini haitiani rimasti orfani. Dunque, ProgettoMondo Mlal invita a diffidare di chiunque in questo momento si proponga come intermediario per le adozioni di bambini. Anzi, ogni iniziativa in questo senso, se anche venisse fatta in assoluta buona fede, rischia di portare nuovi danni incalcolabili a tutti. A cominciare dalla popolazione vittima del terremoto, privata di tutto, e perciò anche di ogni capacità di autodifesa o sicurezza.
In simili momenti, tanta pressione sulla richiesta di adozioni internazionali non può che andare ad alimentare il senso di sconforto e disperazione, nonché – come sempre accade in questi contesti e Paesi - il traffico di esseri umani. Nessuno in questo momento potrebbe dire infatti, con ragionevole sicurezza, chi è orfano e chi no.
Ad oggi, l’unica notizia certa che ci arriva dai nostri amici haitiani è che ognuno cerca disperatamente qualcuno tra le macerie e tutti cercano tutti. E che ciò di cui c’è reale, urgente, bisogno è aiuto. Aiuto per scavare tra le macerie, aiuto per tornare a mangiare, bere, dormire, lavarsi, pregare. Un aiuto a recuperare un briciolo di quotidianità.

Ora è il momento di lasciare spazio ai primi aiuti di soccorso, mentre l’adozione – lo sanno molto bene le tante famiglie adottive italiane - non può essere frutto di un primo soccorso, dell’emergenza. Né dell’improvvisazione di chi, magari giunto da pochi giorni nell’isola, vorrebbe potere capovolgere in una settimana un mondo sconvolto e che non consoce.
Oggi – dice Emilia Ceolan di ProgettoMondo Mlal - anche un solo pezzettino di famiglia vera sarà dieci volte meglio della migliore delle nostre famiglie. Perché solo la famiglia d’origine è capace di darci, in simili situazioni, quegli elementi psicologici utili ad elaborare eventi e lutti così drammatici, e soprattutto può infonderci la forza interiore necessaria ad affrontare il futuro. Al contrario, strappare oggi, un bambino o un adolescente dal suo Paese, e comunque dalla sua comunità, significa strappargli anche ciò che gli è rimasto, condannandolo a ulteriori sofferenze. La solidarietà di queste ore deve avere le braccia più lunghe”.

Questo l’accorato appello che, alla luce della nuova “febbre adozioni” vuole fare ProgettoMondo Mlal, Organismo di cooperazione allo sviluppo presente in prima persona in 21 Paesi del Sud del Mondo da 43 anni. Un Organismo che per tutte le realtà in cui lavora, ha sempre promosso il Sostegno a distanza come l’unica forma di partecipazione, veramente preziosa e possibile, alle vite di altri. Precarie, marginali e a volte difficilmente accettabili per la nostra cultura, che siano. Vite di bambini, donne o uomini, nati e cresciuti in Paesi lontani, in tutti i sensi.
La testimonianza è di Emilia Ceolan, volontaria per ProgettoMondo Mlal in Brasile e in Centroamerica, con un’esperienza di 25 anni nella cooperazione internazionale, e oggi ancora attiva nella sede italiana. Racconta infatti:
“La storia ci insegna che tutte le esperienze di trasferimento costituiscono uno choc, sia per i bambini che per i genitori adottivi. Al di là di tutte le migliori intenzioni, le adozioni sanciscono infatti sempre lo strappo definitivo. Senza contare che la cultura haitiana è diversa dalla nostra, ha origini africane, e come tale è basata su rapporti affettivi che vanno ben oltre la famiglia intesa in senso stretto, si estendono a una più larga cerchia di parenti e alla comunità intera. Per questo motivo, sappiamo bene che, potere contare anche solo su una nonna, o una zia, significa potere contare ancora su affetti di base, importanti, insostituibili”.

Tutto questo mentre si scatena anche a livello europeo una vera e propria corsa alle adozioni, con tanto di modifica di leggi ad hoc per facilitare le procedure altrimenti altamente complicate. E allora che fare? Come dare concretezza alla generosa commozione dell’opinione pubblica italiana?
Aiutiamoli a ricominciare. Prepariamoci a stare loro vicini quando si saranno spenti tutti i riflettori. – Dice sempre Emilia Ceolan – Haiti era terribilmente sola, dimenticata, umiliata, già da molti anni. Serve un aiuto allo sviluppo. Una volta passata la prima emergenza, dobbiamo essere in grado di offrire loro la possibilità di ricominciare. Di sopravvivere a questo ennesimo colpo, di ricostruire le proprie vite nel loro Paese, possibilmente con i loro affetti più vicini. Come anche il terremoto dell’Aquila ci ha insegnato nei mesi scorsi”.

Attenzione a chi lucra sulle adozioni ad Haiti.Da parte sua ProgettoMondo Mlal, già presente ad Haiti con due progetti di cooperazione allo sviluppo, si è impegnata a realizzare, a partire dalle prossime settimane un intervento di emergenza ricostruzione a Leogane, la cittadina a 30 chilometri dalla capitale, distrutta quasi completamente, di cui ancora oggi si sa poco o nulla di certo, attualmente sede del nostro Progetto Piatto di sicurezza.
Il Progetto “Scuole per la Rinascita di Haiti” intende ricostruire 4 scuole, con cucine, mensa e Centri di accoglienza, per bambini, adolescenti, famiglia e l’intera comunità di Léogane. Per restituire loro una vita propria.

Per sostenere questo Progetto.

Versamenti intestati a ProgettoMondo Mlal Onlus
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IBAN IT 07 J 05018 12101 000000511320


Per info telefonare a ProgettoMondo Mlal, al numero 045.8102105, o contattare l’Ufficio Solidarietà via mail scrivendo a sostegno@mlal.org

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