L’Honduras ritorna a giocare in un campionato del mondo. Dopo 28 anni – l'ultimo mondiale a cui aveva partecipato è stato quello dell'82 – il Pese torna in campo, più motivato che mai.
È festa totale. Le strade di Tegucigalpa e di San Pedro Sula ricevono migliaia e migliaia di persone: giovani, anziani, uomini e donne. Quest'ultime – che seguono il calcio almeno quanto gli uomini – si mostrano di certo più agguerrite e coinvolte di quelle italiane. E anche il nostro progetto ha sostenuto attività sportive calcistiche, che hanno portato alla formazione di ben 4 squadre di calcio femminili.
Il calcio è sempre stato lo sport nazionale di questo paese centro americano. Un po' come in Italia, le discussioni per strada o nei bar dopo una partita del campionato nazionale sono frequenti e vivaci. L'importante è praticarlo con spensieratezza, senza esasperazioni di alcun genere.
Purtroppo qualche volta la situazione precipita. In Honduras il fanatismo nel calcio ha infatti lasciato anche una scia di morti e feriti: las barras, i tifosi organizzati, all'interno dei quali sono spesso infiltrati gruppi di criminalità organizzata (las maras), non danno scampo a chi sostiene una squadra diversa dalla loro.
Ma non è il caso dei mondiali. Quest'anno, anche nella fase delle selezioni ci sono state manifestazioni di giubilo. Ogni partita vinta, ogni risultato positivo è stato sottolineato con feste grandiose per le strade. E anche se il 16 giugno a segnare vincendo il match è stato il Cile, l'Honduras ha dato prova di fermezza e grande determinazione. Aspettiamo di rivederlo in campo lunedì prossimo, a sfidare questa volta la temutissima Spagna.
Pino De Seta
ProgettoMondo Mlal Honduras
venerdì 18 giugno 2010
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