
Per i piccoli Paesi del Sudamerica, arrivare in Sudafrica è già un grande successo, visto che devono scontrarsi con giganti come Brasile, Argentina e Uruguay, per potersi qualificare.
In particolare il Cile è tornato ai Mondiali dopo 12 anni, ma questa volta ci è arrivato con grandi aspettative. Durante le eliminatorie ha giocato molto bene, battendo per la prima volta nella sua storia l’Argentina e arrivando nel suo girone alle spalle del solo inarrivabile Brasile.
Tutto il Paese ha festeggiato la classificazione: l’allenatore (argentino) è diventato un idolo popolare e riconosciuto, gli sono state dedicate canzoni e gli è stata offerta la nazionalità cilena.
Nei cinema è in programmazione la proiezione di un documentario che racconta il cammino fatto dalla nazionale per qualificarsi. Il titolo, “Occhi rossi”, è un gioco di parole tra il colore rosso della maglietta della nazionale e le emozioni provate dal popolo cileno.

Dai paesini più piccoli, sperduti lungo le coste o sulle montagne, alle grandi città come Santiago e Valparaiso, tutto il Paese vive sospeso ed esplode nei festeggiamenti.
Dopo il terremoto di febbraio, le imprese di questa squadra, immune dalla retorica e dal business in cui è invece immerso il calcio in Europa, costituiscono un momento di gioia pura e di passione di cui si ha tutti davvero bisogno. E aspettando venerdì, quando toccherà giocarci il passaggio del turno contro la fortissima Spagna…, Vamos Chile!
Francesco Pulejo
cooperante
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