Ieri ha piovuto tutto il giorno a Rio do Janeiro.
Sono tornata a casa la sera e sembrava fossi entrata, vestita, in una vasca da bagno piena d’acqua.
Ho guardato il telegiornale delle 20 e, tra una notizia di cronaca e l’altra, ne è stata data una che mi ha lasciata un po’ perplessa: “a Rio de Janeiro ha cominciato a piovere”.
Dentro di me ho pensato, “che strano, ha piovuto solo oggi e già danno la notizia al telegiornale. Mah!”.
La pioggia, però, non ha smesso di cadere, ha continuato tutta la notte facendo precipitare la temperatura dai 30°C di ieri, ai 18°C di questa mattina.
Brutalmente infreddolita sono uscita di casa per recarmi in ufficio. Spiovigginava ma la strada in cui abito era percorribile. Sono arrivata all’incrocio con la strada principale, la Rua do Catete. In realtà non riuscivo a vederla la strada, perché era diventata un fiume.
Il livello dell’acqua era a filo con il marciapiede. Ma è solo guardando più in giù nella via che mi sono resa conto che quello non era ancora niente… in lontananza il marciapiede non si vedeva neanche più. Le auto erano ferme in mezzo alla strada, solo gli autobus lentamente percorrevano la Rua do Catete e mano a mano sembrava scendessero a un livello inferiore per quanto era profonda l’acqua.
Il quartiere era deserto. Ho preso la metro e la scena apocalittica ha iniziato a turbarmi: all’ora di punta la metropolitana era vuota!
Sono scesa alla mia fermata, la Presidente Vargas. Il portico all’uscita del metrò era diventato il riparo di decine di moradores de rua (i senzatetto).
Arrivata in ufficio, il portiere mi ha avvertita: “non c’è nessuno dei tuoi”. L'ho guardato con sguardo enigmatico.
In effetti gli uffici erano deserti, le luci spente, e regnava il silenzio in tutto il palazzo. Tutti i 15 piani completamente vuoti.
Ho acceso il computer alla ricerca di notizie su internet. Ormai è chiaro: Rio de Janeiro è ufficialmente sotto l’acqua.
Dopo più di 20 ore di pioggia ininterrotta durante cui sono caduti 288 mm d’acqua, la situazione è la seguente. Le scuole e le università sono chiuse. I voli dai due aeroporti di Rio hanno subito ritardi, 5 stazioni dei treni sono state chiuse. Molti quartieri, oltre che moltissime favelas sono completamente allagati.
Ci sono interruzioni continue dell’energia elettrica, il traffico è nel caos più totale.
E ripenso a una sera in cui ho scambiato due chiacchiere con un morrador de rua… mi raccontava che si riesce sempre a racimolare qualcosa da mangiare e un posto per dormire. L’unico vero problema che ha il senzatetto è la pioggia.
Le favelas localizzate in cima alle colline di Rio sono a rischio slavine. Secondo la protezione civile il numero dei morti è già salito a 89.
Questa mattina si sono incontrati il presidente Luiz Ignacio Lula da Silva e il governatore Sergio Cabral al Copacabana Palace. Cabral ha portato all’attenzione la necessità di contenere l’espansione di comunità e favelas, dove si avranno il maggior numero di morti.
Lula, invece, ha dichiarato: “ Quando cade una pioggia di questa portata, l’unica cosa che resta da fare, per il sindaco, il governatore, la protezione civile, è rivolgersi alle persone. Per prima cosa chiedere a chi vive sulle pendici delle colline di abbandonare le pendici delle colline ; a chi vive in aree a rischio di lasciare le aree a rischio; a chi vive vicine alle sponde dei canali, allontanarsi dalle sponde dei canali. E aspettare che la pioggia smetta di cadere. Noi, allora, potremo cominciare a risolvere i problemi”.
Il prefetto, Eduardo Paes, ha chiesto ai cittadini di restare nelle proprie case. Sempre che i cittadini ne abbiano una, di casa. E che l'abitazione non si trovi in favela (“sulle pendici delle colline”), dove rischia di crollare tutto.
Una donna intervistata, stamattina, ha poi timidamente osato accennare: “Credo ci saranno dei problemi durante le olimpiadi”.
Intanto continua a piovere.
di Sarah Reggianini, casco bianco ProgettoMondo Mlal in Brasile
mercoledì 7 aprile 2010
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