In queste ore l’Honduras è totalmente isolato: sono stati chiusi gli aeroporti del paese, lo spazio aereo nazionale, le scuole di ogni ordine e grado. Nessuno si può muovere.
Il rientro a sorpresa del presidente Manuel Zelaya, ha fatto sì che il governo applicasse norme restrittive di libera circolazione dei cittadini.
Lunedì 21 settembre il governo aveva decretato il coprifuoco dalle 16 fino alle 7 di martedì, prorogato poi fino alle 6 di mercoledì.
Questo per evitare l’arrivo previsto dei seguaci di Zelaya, che si sono mobilitati da diversi dipartimenti del paese per poter stare al fianco del loro presidente in una grande manifestazione organizzata a Tegucigalpa.
Nonostante le restrizioni, alcuni manifestanti si sono avvicinati alla sede della ambasciata del Brasile, dove è ospitato Zelaya. Naturalmente la polizia e l’esercito hanno attaccato i manifestanti con gas lacrimogeni e picchiando alcuni di loro.
Risulterebbero almeno 30 feriti e un centinaio di detenzioni illegali.
Le forze dell’ordine hanno anche lanciato bombe lacrimogene all’interno dell’ambasciata del Brasile, un atto sconsiderato.
Nella serata di lunedì è stata sospesa anche l’erogazione dell'energia elettrica per oltre 4 ore, e sono state chiusi alcuni mezzi di comunicazione, come la televisione indipendente Cholusat Sur e Radio Globo.
Era anche atteso l’arrivo di José Insulza, Segretario dell’OSA (Organizzazione degli stati Americani), che si sarebbe offerto di mediare e trovare una soluzione a questa situazione. Ma, vista la chiusura degli aeroporti, sarà difficile la sua presenza nel paese.
PINO DE SETA, cooperante ProgettoMondo Mlal in Honduras nel programma Giovani per lo Sviluppo
mercoledì 23 settembre 2009
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