lunedì 16 novembre 2009

Vertice Fao: la Fame nel mondo non si combatte così!

Grande delusione da parte delle organizzazioni della società civile e delle ONG riunite a Roma alla Città dell’Altra Economia per il Forum parallelelo al Vertice della FAO. “I 600 delegati di organizzazioni contadine, di agricoltori, pescatori, donne, giovani, popoli indigeni e ONG internazionali unanimemente considerano la dichiarazione finale del Vertice approvata per acclamazione nella plenaria di questa mattina uno strumento vuoto di ogni impegno concreto per affrontare con politiche e risorse adeguate lo scandalo del miliardo di persone che soffrono la fame” dice Sergio Marelli, Presidente dell’Associazione ONG Italiane (di cui fa parte anche ProgettoMondo Mlal) e Presidente dell’Advisory Group costituito in occasione del Forum.

“Il modello di sviluppo e le politiche agricolo-alimentari fin qui perseguito hanno fatto si che negli ultimi due anni il numero degli affamati crescesse di 200 milioni – sottolinea Marelli -. Il prezzo pagato per ottenere il voto favorevole di USA, Canada, Australia e degli altri paesi del G8 è troppo alto. Aver tolto nelle ultime fasi negoziali della Dichiarazione finale del Vertice FAO il riferimento temporale del 2025 per l’eliminazione totale della fame nel mondo, aver cancellato la necessità di stanziare 44 miliardi di dollari all’anno per il sostegno all’agricoltura come richiesto dal Direttore Generale della FAO Diouf fanno di questa dichiarazione un documento privo di ogni strumento concreto per rendere efficace la lotta alla fame nel mondo”.

L’assenza dei leader dei G8 a questo vertice anticipata con le dichiarazioni di ieri circa l’accordo raggiunto tra USA e Cina per sminuire i risultati del vertice di Copenaghen sui cambiamenti climatici, sono inoltre un chiaro messaggio di come i Paesi ricchi cerchino ancora di imporre la loro politica nei confronti dei Paesi poveri” aggiunge Marelli, per il quale invece “le politiche agricolo-alimentari e la gestione delle risorse per la loro implementazione non possono che essere competenza delle Agenzie specializzate delle Nazioni Unite, FAO e IFAD in testa, e non vanno consegnate alla Banca Mondiale come vorrebbero i G8. Riteniamo che assegnare il ruolo di policy maker alla Banca Mondiale significa riconsegnare all’istituzione che ha le maggiori responsabilità nell’aver causato l’attuale crisi alimentare mondiale. Il ruolo primario delle Nazioni Unite nella definizione delle politiche e nella governance mondiale, concetto anch’esso assente nella Dichiarazione finale del Vertice, è un attentato alla Sovranità Alimentare e alla autonomia delle scelte in materia di politica alimentare delle popolazioni e dei Governi dei Paesi poveri”.

Comunicato Stampa, 16 novembre 2009
Associazione ONG Italiane

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