Nove giovani studenti della quarta liceo scientifico “Piero Gobetti” di Torino, dal 10 luglio sono in Nicaragua per un Campus di solidarietà con ProgettoMondo Mlal. Ad accompagnarli il nostro responsabile Centroamerica, Giuseppe Cocco, anche loro insegnante. Dopo aver approfondito con i ragazzi il tema della cooperazione allo sviluppo durante l'anno scolastico, Cocco si è offerto di completare questo percorso didattico accompagnandoli in Nicaragua. Qui i ragazzi stanno visitando i vari progetti della nostra associazione, in un confronto anche con altre realtà giovanili, in particolare attraverso i progetti “Edad de Oro”, “Pancasan”, “Salinas Cresce” e “Futuro Giovane”.
Ecco cosa ci racconta Silvia, con le sue impressioni di “neo diciottenne”, dopo il primo impatto con il Paese.
“Che dire, sono partita all’insegna dell’avventura, senza troppe pretese,con la voglia di imparare molto e poter trasmettere il più possibile la mia voglia di fare e per quanto possibile tutta la mia energia, nonostante sia stata decimata da un caldo inaspettatamente soffocante e in certi momenti sfinente. A parte questo sono molto fiera della mia decisione. Sono fiera di aver accettato questa “sfida” e di aver avuto l’opportunità di potermi trovare a raccontare quello che ho visto coi miei occhi.
Ho visto una capitale caotica e a mio parere poco attiva; ho visto mezzi di trasporto che pensavo non esistessero più o che solo nei film si potessero trovare; ho visto case come baraccopoli ma nonostante questo persone al loro interno con la voglia di continuare, la voglia di provare a rendere migliore la propria vita e quella del resto della famiglia. E ho visto bambini, tanti bambini. Coi loro occhi sognanti e straniti quando, vedendoci passare, ci chiedevano con un fare un po’ timido da dove venissimo e poi poco dopo senza chiedere niente ci regalavano un sorriso dolce e un abbraccio inaspettato: regali decisamente graditi e con quelli tanta felicità e nuova energia.
Ho visto giovani consapevoli del proprio passato rivoluzionario e desiderosi di cambiare un po’ le carte in tavola per potersi costruire un futuro all’altezza dei loro sogni. Ragazzi che pur non avendo le possibilità economiche adeguate si mettono in gioco chiedendo prestiti e aprendo imprese pur di continuare gli studi e\o assicurare un minimo di benessere ai propri cari.
Ma siamo realisti, il paesaggio non è certo tutto rose e fiori!
Il male e la gente malavitosa riempiono le strade tanto quanto le persone per bene e non è raro neanche vedere gli strati più deboli della popolazione. Quelli che non posseggono nulla, quelli che non si aspettano nulla dalla vita se non guadagnare quel che basta per arrivare a fine giornata, quelli che si accontentano di un pezzo di cartone su cui stendersi la sera, pregando che la loro vita al risveglio si riveli un poco migliore. Quelli che ogni minima distrazione altrui è un piccolo vantaggio per se stessi, quelli che ormai sono conosciuti dalle autorità locali ma a loro in fin dei conti non interessa più di tanto. Ragazzini che giocano a fare i gangster anche se in realtà per loro non è proprio tanto un gioco quanto un modo per essere qualcuno e assicurarsi la propria posizione nel proprio territorio. Già, perché i territori sono segnati e come funghi si vedono spuntare scarpe appese ai cavi della luce ad ogni angolo di strada".
Andando verso Chinandega, il gruppo si è imbattuto in uno degli 11 vulcani della zona, sulle pendici del quale si trovano delle “fumarole”, buchi nel terreno da cui esce fumo caldo e che produce fanghi. Racconta Francesca: “Paesaggio stupendo, atmosfera magnifica e impressionante vedere come i bambini del luogo ti seguono e fanno qualsiasi tipo di cosa per poter ricavare qualche spicciolo”. Nella cittadina di Chianandega c’è anche la sede del progetto “Futuro Giovane”, ed è sempre Francesca a raccontarci com'è andata. “Qui abbiamo incontrato Federico, ragazzo italiano da un anno e mezzo in Nicaragua che ne è il direttore generale. Insieme ad altri collaboratori ci è stato spiegato il senso di questo progetto: finanziare i giovani del paese affinché dopo un corso e una selezione possano aprire un’attività lavorativa seria. Incontrando direttamente questi ragazzi, ci si rende conto della forza di questa gente. La voglia di emergere dalla propria condizione sociale, molto difficile nella maggior parte dei casi, è tale che sono disposti a lavorare tutto il giorno tutti i giorni della settimana per tutto l’anno. Come uno studente della Facoltà di Legge che, per mantenersi gli studi, apre alle 5 del mattino la sua piccola vendita “pulperia” e chiude alle 9 e mezza di sera”.
lunedì 20 luglio 2009
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