Il Paraguay è uno dei paesi dell'America Latina che è sempre stato limitato nella sua espressione sociale, economica e ambientale. Dopo la sanguinosa guerra conclusasi nel 1870, ha vissuto un processo di ricostruzione che si è rapidamente orientato in un controllo totale delle risorse economiche, delle strutture sociali e delle risorse ambientali, concentrate in mano a un’oligarchia nobiliare - e successivamente politica – che, nelle decadi della dittatura, si è manifestata in un controllo totale dell'apparato statale da parte di un unico partito: l'Alleanza Nazionale Repubblicana o Partito Colorado.
Questo fino all’aprile del 2008 quando, per la prima volta dal 1945, nelle elezioni generali per la presidenza della repubblica è stato eletto presidente un personaggio fuori dal contesto del partito: Fernando Lugo, ex vescovo della Chiesa Cattolica.
La vittoria di Lugo ha significato la vittoria di settori sociali che prima non avevano molta libertà di espressione o che erano comunque stanchi delle false promesse del sistema politico uscente. Ma è una vittoria simbolica, che non rappresenta un reale cambiamento di un sistema perfezionato in mezzo secolo da un unico partito. Si tratta piuttosto di un tenero germoglio di democrazia, che inizia timidamente a spuntare nel suolo arido dopo la prima pioggia, lottando contro il duro terreno e la mancanza di mezzi e nutrimenti favorevoli alla sua crescita.
Lugo è il presidente del Paraguay, appoggiato da un’Alleanza di movimenti sociali, partiti di sinistra e il partito Liberale. Quest’ultimo alla data di oggi ha però ufficialmente ritirato il suo appoggio politico al presidente.
Il nuovo governo fin dall'inizio ha dovuto affrontare molti ostacoli. Lugo e i suoi ministri (il potere esecutivo) si sono orientati in un programma di leggi e interventi che sono andati sempre incontro agli interessi del potere legislativo e giudiziario. Nel parlamento eletto, la maggioranza dei seggi è in mano a esponenti del partito Liberale, Colorado e UNACE (partito militarista di estrema destra). Una classe dirigente ed economica del paese che non vede di buon occhio numerose iniziative del potere esecutivo, ostacolando e bloccando con molta efficienza il lavoro del nuovo governo.
Il potere giudiziario è sotto controllo totale del partito Colorado, il che rende complicate le azioni di lotta alla corruzione e le iniziative di giustizia sociale che il nuovo governo ha iniziato ad applicare. Sono numerosi gli esempi di ostacoli posti dai due poteri. Il parlamento ostacola per esempio l’approvazione di una legge sul controllo dell'uso dei pesticidi da parte del settore agricolo, legge che obbliga a cambiare pratiche produttive poco sostenibili per l'ambiente e le popolazioni rurali, ma che comunque garantivano alta efficienza economica.
Il parlamento e l'informazione pubblica - controllata da settori industriali e imprenditoriali del paese - pongono sotto controllo costante tutte le attività dei ministri di Lugo di orientamento politico di sinistra, con atteggiamenti chiaramente parziali e rendendo molto complicato il lavoro che quest'ultimi svolgono.
Il governo di Lugo ha di fronte a sé la grande sfida di superare le difficoltà che vengono poste dagli altri settori dello stato, di resistere e mantenersi saldo nelle loro linee di azione, sempre e considerato che, per compiere il suo programma almeno parzialmente, deve ricorrere a continui meccanismi di mediazione politica con il parlamento e i settori economici che controllano il paese.
Francesco Anichini, cooperante di ProgettoMondo Mlal
giovedì 16 luglio 2009
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