“Chi vede il fenomeno migratorio dall’altra parte del Mediterraneo sa bene che niente ingegna l'uomo più della pretesa di un futuro. Fortezza Europa non sarà mai una reale fortezza: c'è un esercito al di là del Mediterraneo, che non potrà certo essere fermato con qualche motovedetta”. Un messaggio chiaro e inequivocabile quello che Valentino Piazza, responsabile dei Programmi di Sviluppo in Marocco per ProgettoMondo Mlal, intende lanciare in occasione della messa on line del nuovo video documentario girato a Beni Mellal dalla regista Annamaria Gallone, dal titolo “Il futuro sospeso”.
Il lavoro affronta il dibattuto e attuale tema della migrazione in profondità, per arrivare alla conclusione dichiarata nel breve spot di presentazione del video: “Il futuro non si ferma”.
È il concetto di responsabilità a porsi al centro dei programmi di cooperazione sulla migrazione di ProgettoMondo Mlal. Un concetto che prende senza dubbio le distanze dalla chiusura adottata in questo momento dall'Italia per respingere chi, con un eccesso di superficialità, viene ridotto alla sola condizione di clandestino.
Nei lavori con i giovani marocchini – avviati dal dicembre del 2005 - è emerso immediatamente come il “progetto migratorio” si formi già con l’adolescenza e nella pre-adolescenza. Nelle interviste i giovani dichiarano frasi come “prima o poi, comunque, ci riuscirò”, che lasciano intendere quanto siano determinati nelle loro scelte. Soltanto una ragazza annuncia di aver scelto di restare. Mentre tutte le sue coetanee sono pronte persino a sposare uno sconosciuto – e conoscendo bene fino in fondo tutti i rischi del cosiddetto “matrimonio bianco” - pur di continuare gli studi o provare a cambiare la propria vita.
Scioccanti poi le parole di alcuni padri che, pur piangendo i loro figli morti in mare, riescono ancora a dire che “valeva senz’altro la pena provarci”.
La stessa regista del video, Annamaria Gallone della Kenzi Productions, ha confessato che, nonostante la sua ampia conoscenza della tematica affrontata, prima di questa esperienza non avrebbe mai immaginato l'esistenza di un effettivo “destino della migrazione” che, con “rabbia, dolore e rassegnazione, pone le persone di fronte a un’assoluta mancanza di alternative”.
Se fermare il futuro non è possibile, sostenere e indirizzare le scelte, forse lo è.
ProgettoMondo Mlal e i suoi partner locali lavorano per e con questi giovani (che oggi costituiscono il 50% della popolazione del Marocco) di cui, tra l’altro, almeno un quinto con possibilità quasi nulle di trovare un occupazione nel proprio Paese.
Fermarli è difficile, ingiusto, impossibile. Il diritto di provare a cambiare il proprio destino è in tutti noi. “Il futuro deve essere alla portata di tutti. Perché – conclude Piazza - è impensabile concedere un futuro solo a un pezzo di mondo”.
giovedì 9 luglio 2009
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