Ancora una notte di spari, e questa volta hanno sparato anche con armi pesanti. Tutti i negozi e le banche sono chiusi.
Nel primo pomeriggio di ieri 30 marzo, un gruppo di militari è comparso nelle strade di Bobo Dioulasso e, dopo un veloce tam tam telefonico, sono stati chiusi tutti i negozi. Per precauzione anche i nostri uffici di ProgettoMondo Mlal. La città è presidiata da militari.
Da ieri sera vige il copri-fuoco su tutto il territorio nazionale, dalle 21 alle 6 del mattino. Il presidente ha parlato alla nazione. E oggi dovrebbe incontrare tutte le autorità militari.
I militari sono tornati a sparare. Stanotte, è stata la volta di Banfora. Nei giorni scorsi i militari hanno invaso e saccheggiato le case del Ministro della Difesa, del generale di Stato maggiore e del sindaco della capitale.
Nel corso di queste incursioni è rimasto ferito il sindaco di Ouagadougu, ora ricoverato nell'ospedale della presidenza e dichiarato fuori pericolo. Ciò nonostante non si sa ancora cosa sia accaduto esattamente.
Qui a Bobo Dioulasso la situazione pare al momento tranquilla. Per sicurezza abbiamo chiesto alla nostra equipe nel Paese di osservare le misure di sicurezza e di sospendere le attività fino a quando la situazione non si confermerà tranquilla.
Al momento è difficile capire cosa stia accadendo e quali siano i reali motivi scatenanti. Apparentemente è la base stessa dell’esercito che sta manifestando il proprio malumore nei confronti dei propri vertici al governo per i provvedimenti presi rispetto ad alcuni militari accusati di avere usato la forza le manifestazioni studentesche di un mese fa.
Circa un mese fa, le manifestazioni di piazza erano costate la vita a 4 studenti e altre 5 persone. Poi, nel corso dell’ultima settimana, l’escalation: nel cuore della notte un gruppo di militari ha cominciato a sparare per chiedere la liberazione di 5 compagni arrestati e giudicati colpevoli di violenze contro un civile. Nella sparatoria, sono stati distrutti negozi e provocato danni alla Maison des Avocats e al Palazzo del Tribunale. La risposta del governo è stata di liberare subito i 5 militari.
Parallelamente, però, hanno cominciato a protestare anche altre categorie “vittime” dei disordini di piazza innescati dai militari: i commercianti che chiedono conto dei danni subiti e il sindacato degli avvocati e dei magistrati che annunciava la sospensione di tutte le attività giudiziarie per timore di nuove rappresaglie. Avevano spiegato di non sentirsi più sicuri nel loro lavoro e di non essere d’accordo con il principio di impunità concesso ai militari.
Quindi, gli episodi di violenza da parte di militari, si sono estesi anche alla città di Fada dove, i militari hanno ripetuto la dimostrazione realizzata a Ouaga sparando e liberando un commilitone arrestato per violenza su un minorenne.
Da Fada, poi, si sono spostati in altre due città e sempre continuando a sparare.
Avvocati e magistrati, riuniti in assemblea generale per protestare con il proprio sindacato che aveva annunciato al sospensione delle attività giudiziarie, hanno appreso che i militari stavano lanciando ordigni esplosivi contro il governatorato di Fada. Per questo hanno immediatamente condannato l’episodio violento e confermato la sospensione delle attività giudiziarie.
Nelle scorse ore, si è sparato ancora a Ouaga e a Gaoua, tra l’altro sedi anche di nostri Progetti. I nostri animatori di terreno sono comunque andati regolarmente nei villaggi per le attività quotidiane.
Per il momento è tutto, pas de panique e vediamo che succede.
equipe ProgettoMondo Mlal
Burkina Faso
giovedì 31 marzo 2011
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