Crolli, smottamenti e nuove vittime, e al centro del dramma ancora una volta c’è Haiti. Dopo una decina di giorni di piogge costanti le condizioni meteorologiche dell’isola sono iniziate a migliorare, ma la gente che con il terremoto del 12 gennaio scorso ha perso la casa, reclama alloggi decenti dopo che le autorità haitiane hanno smobilitato alcuni campi destinati agli sfollati nella capitale. Il 10 giugno gli haitiani hanno manifestato per le vie di Port au Prince per chiedere un interventi legislativo sulla politica abitativa. Un problema che, mentre l'associazione Ayiti Kale Je (Akj) riferisce che il nuovo governo avrebbe in programma la prossima chiusura di altri 6 campi, è stato discusso lo scorso 9 giugno a Port-au-Prince, in un incontro organizzato dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, dalla sezione diritti umani della Minustah e da ONU-Habitat (strategie di ricostruzione e miglioramento del diritto all'alloggio e alla terra). All'incontro ha partecipato Raquel Rolnik, portavoce dell'ONU sul diritto all'alloggio, secondo cui questo problema in Haiti non è una conseguenza del terremoto del 12 gennaio 2010 che, con la conseguente creazione dei campi, ha piuttosto fatto emergere un problema spinoso che già esisteva. Con il terremoto infatti un milione e mezzo di persone si sono trovate a vivere nei campi, in tende e baracche di fortuna e ad oggi, secondo l'OIM ce ne sono ancora 680 mila che abitano nei campi, e le piogge della stagione ciclonica iniziata nei primi di giugno non fanno che aggravare la situazione.
Con la stagione ciclonica si è inoltre tornato a parlare di colera. 12 i morti, su un totale di 275 persone che hanno contratto l’epidemia, recensiti nelle ultime due settimane nell’area di Gressier, contigua alla terza sezione comunale di Léogané dove opera ProgettoMondo Mlal per la ricostruzione degli edifici scolastici crollati durante il sisma. Si parla di fonti d’acqua contaminate e di cadaveri sepolti senza che siano rispettate le corrette procedure, mentre la protezione civile continua a tenere monitorata la situazione.
Qui sotto un video a cura del quotidiano Le Nouvelliste sulle inondazioni a Tabarre, nella periferia est di Port au Prince
martedì 14 giugno 2011
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