Cinquecento ettari di terra fertile a 150 chilometri da Nampula, nel nord del Mozambico. È qui che ProgettoMondo Mlal è impegnato nell’avvio del nuovo centro agricolo Itoculo: uno spazio aperto da circa 6 mesi per essere destinato a 70 reclusi giunti alla metà della pena e in regime di semilibertà. Una struttura già utilizzata come prigione nel periodo coloniale, e poi abbandonata. E su cui adesso il dipartimento penitenziario del paese sta investendo perché possa divenire un centro di produzione industriale in grado di fornire tutte le carceri del nord. E non solo. L’idea infatti è quella che l’attività agricola si trasformi in creazione di impresa per la commercializzazione dei prodotti. Non solo per ricavare introiti da destinare alle carceri del nord, ma anche per puntare alla formazione dei detenuti coinvolti, insegnando loro a coltivare gli orti.
In Mozambico la gente non è ancora abituata a vivere delle ricchezze delle proprie terre.
Molta della frutta viene buttata e comprata da altri Paesi, specie il Sudafrica. Manca la concezione di privilegiare la produzione propria, insieme a quella di conservare e trasformare gli alimenti. Una sensibilità ancora tutta da creare e che potrebbe fare della struttura penitenziaria una concreta risorsa per la comunità.
Proprio il 26 maggio il “Centro Aberto Itoculo” è stato inaugurato dal ministro della Giustizia, Maria Benvinda Levi, insieme alle autorità locali e, naturalmente, a ProgettoMondo Mlal che con loro collabora nel programma di cooperazione “Vita dentro” avviato a marzo. Dal ministro l’invito ai detenuti di proseguire nell’apprendimento delle tecniche agricole che stanno sperimentando, e alla popolazione locale quello di collaborare e guardare al carcere come a una possibilità in più per lo sviluppo di tutti. Già adesso il centro di salute della penitenziaria, unico nel territorio, accoglie i malati del luogo, condividendo con loro le poche medicine disponibili.
Chiara Bazzanella, ufficio comunicazione ProgettoMondo Mlal
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