Le abitazioni che ricordavo di aver visto fino al 12 gennaio sono briciole. Tavoli e piccolo mobilio giacciono ovunque in pezzi, stoviglie suppellettili fuoriescono tra le macerie.
Prima del 12 gennaio, la gente viveva in piccole costruzioni in cui, famiglie anche molto numerose, si dividevano poche stanze. Oggi, 19 case su 20 sono distrutte. Tante famiglie vivono nelle tende arrivate da poche settimane, molto tempo dopo il sisma. Ma altre vivono ancora tra le lenzuola appese a quattro assi di legno recuperate tra le macerie. La settimana scorsa, le piogge ormai quotidiane avevano inzuppato ogni cosa, e i genitori cercavano ovunque teli in plastica da stendere sui poveri accampamenti così da coprire almeno i bambini.
Prima del sisma i contadini piantavano e coltivavano i loro campi. La vita seguiva lo stesso ritmo da anni, secondo i cicli della terra e delle stagioni.
Oggi molti di questi appezzamenti di terra coltivata sono occupati dalla gente; dai loro insediamenti fatti di lenzuola e tende. Il terremoto ha infatti danneggiato molti canali d'irrigazione e da allora l’acqua non è più arrivata alle piante ormai quasi pronte. Così tutte le colture sono andate perse. Ora sarebbe di nuovo tempo di piantare il mais, purtroppo il grosso delle sementi è andato perduto e i pochi fornitori del Paese hanno esaurito le scorte da molte settimane.
Si attendono nuovi rifornimenti dagli Organismi internazionali, ma all'improvviso i bisogni sembrano diventati talmente immensi che molti non ne riceveranno.
Naturalmente non solo le attività strettamente agricole sono rese difficili dalle conseguenze del terremoto, anche tante altre attività produttive e tutta una serie di servizi che ne dipendevano.
Prima del terremoto i bambini più fortunati andavano a scuola. Il sistema educativo del Paese era molto debole, con classi di 40 bambini, pochi mezzi e un approccio didattico vecchio. Ma almeno, i bambini studiavano, si distraevano,crescevano.
Oggi tutte le scuole della zona sono distrutte o comunque gravemente danneggiate. Non ce n'è una agibile e funzionante. Dei bambini non si occupa più nessuno, e si ritrovano da soli in spazi non protetti, senza stimoli educativi né opportunità di crescita adeguate.
Tutte queste situazioni sintetizzano quelli che sono oggi i principali aspetti di questa fase post-terremoto ad Haiti. In sostanza la popolazione ha perso in un colpo solo i tre riferimenti più importanti della propria vita: la casa; l'impiego con un reddito; la scuola per i propri figli. Niente di tutto questo esiste più ed è questo il profondo dramma che si trovano a vivere oggi gli haitiani, qualcosa che va molto oltre il crollo dei singoli edifici.
Da qualche settimana, ProgettoMondo Mlal sta lavorando al recupero di almeno due di questi aspetti cruciali: l'educazione e la produzione di reddito con le attività agricole e produttive. Ed è la risposta migliore che possiamo offrire oggi a questa comunità che conosciamo da tempo, e con la quale stavamo lavorando già da due anni.
L'associazione locale di Grande Rivière, il Cefecacc, è una realtà importante nella zona e riesce a mobilitare le forze dell'intera comunità. Inoltre il nostro partner, il Cresfed, ha una profonda conoscenza del Paese e dei suoi meccanismi ed è dunque di grande sostegno. La conoscenza del Paese e dei suoi interlocutori è infatti fondamentale per trovare la risposta giusta a questa crisi... Perché siamo tutti consapevoli che il lavoro prenderà moltissimi mesi (e addirittura anni), e che si dovrà ricostruire con grandissima attenzione. Infatti con la ricostruzione che stiamo pianificando, si contribuisce anche a una scelta di una visione specifica per lo sviluppo del Paese. Dunque, per quanto riguarda l’impegno di ProgettoMondo Mlal, visione e strategia, vanno pensate bene e insieme a chi in questo Paese lavora da anni per il suo sviluppo. Per esempio, sul tema educazione: da sempre l’istruzione ad Haiti è soprattutto in mano ai privati che a volte pensano più al proprio interesse, senza garantire in cambio grande professionalità. Mentre per ProgettoMondo Mlal sarebbe molto più importante lavorare a rafforzare un’offerta scolastica pubblica e quindi gratuita, che – almeno in teoria – garantisca un'educazione accessibile a tutti e di qualità.
Ma come possiamo formulare proposte di questo tipo quando la visione politica per quanto riguarda l’educazione nel Paese è ancora tutta da creare, quando ancora non esiste una linea guida né un punto di partenza? Linea guida che poi dovrà essere condivisa e resa comune a tutto il Paese…
Si tratta di domande e riflessioni legittime, e a cui rispondere è assolutamente essenziale se vogliamo veramente contribuire a una visione integrata dello sviluppo.
La cosa risulta ancora più complicata per il fatto che attualmente vige su tutto il territorio interessato dal terremoto il divieto generale a costruire, e questo per consentire che prima di iniziare con la ricostruzione vera e propria siano pronti gli studi e i rispettivi piani urbanistici a cui stanno lavorando i vari attori statali e internazionali. Ed è giusto che sia cosi...
Nel frattempo però non possiamo nemmeno lasciare nell'abbandono i bambini e le loro famiglie. Ecco, in estrema sintesi, tutta la complessità attuale che si vive ad Haiti, in un Paese dove tutto è da rifare con urgenza, ma senza conoscere la direzione in cui si vuole andare.
In questa situazione complessa, ProgettoMondo Mlal ha deciso di non rimanere comunque ad aspettare. Proprio in questi giorni l’equipe sta completando un lavoro di censimento preciso dei bambini in età scolare e dei pochi locali agibili ancora esistenti nella sezione comunale di Grande Rivière.
Con questi dati più precisi sulla situazione, e in coordinamento con i rappresentanti comunali, locali, nazionali e internazionali, saremo presto in grado di riorganizzare degli spazi di educazione e animazione per i bambini e le famiglie più bisognose.
Questo al momento è il compito più immediato da portare a termine per contribuire alla ripresa di una vita quotidiana, in attesa di potere avviare i lavori di costruzione vera e propria.
Parallelamente, continuiamo a collaborare alla pianificazione congiunta che assicuri una ricostruzione integrata e sostenibile. Così come stiamo lavorando alla ripresa delle attività produttive a conduzione famigliare. Anche in questo caso bisogna coordinare le iniziative con tantissimi interlocutori perché il fattore dell'urgenza non comprometta quello di uno sviluppo sicuro e sostenibile. Un nostro nuovo agronomo, grande esperto della regione, sta riprendendo il lavoro nei campi, cercando di rispondere ai vari bisogni, vecchi e nuovi.
Il Centro di servizi agricoli Cescal, costruito con il nostro progetto Piatto di Sicurezza verrà presto riabilitato, poi interverremo anche sul Centro Cefecacc e sull’edificio magazzino del Koledel. Sarà un passo avanti importante per restituire un impulso forte alle attività di molti produttori e produttrici della zona, così da vedere ripartire almeno questo aspetto fondamentale della vita quotidiana.
Nicolas Derenne, ProgettoMondo Mlal Haiti
lunedì 15 marzo 2010
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