giovedì 29 marzo 2012

Progetto Qutapiqiña. Si Parte

Dalla vigogna si produce il filato più raro e pregiato che esista al mondo, più fino del cashmere, a un prezzo varia dai 410 dollari americani al chilo per la fibra grezza, ai 600 dollari della fibra lavorata.
Se ci si domanda come mai il filo di vigogna sia così ricercato, basti pensare che da ogni esemplare si ottengono appena 200 grammi di filato, che si tosano le vigogne solo ogni 2 anni e che una sciarpa di questa fibra ha un peso che varia dai 200 ai 250grammi.
Così, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo economico di 1.185 famiglie coinvolte nel trattamento della vigogna in Bolivia, ProgettoMondo Mlal, in collaborazione con l’Asociaciòn Integral Villa San Antonio de Qutapiqiña (AIQ) e Soluciones Pràcticas (ITDG) ha presentato lunedì 26 marzo 2012, con una cerimonia inaugurale organizzata nel Palazzo della Vicepresidenza dello Stato Plurinazionale a La Paz, l’avvio del suo nuovo Progetto, Qutapiqiña.
Dopo avere conquistato il quinto posto tra 115 progetti presentati all’Unione Europea, il progetto Qutapiqiña ha ottenuto un cofinanziamento importante che gli permetterà di intervenire, nell’arco di 42 mesi, nell’Area Natural de Manejo Integrado Apolobamba e aree limitrofe, del dipartimento di La Paz, con un investimento complessivo di circa 1.100.000 €, di cui il 25% a carico di ProgettoMondo Mlal e dei rispettivi partner.
Come ha sottolineato Aurelio Danna, nostro rappresentante in Bolivia, Qutapiquina darà appunto priorità alla trasformazione e valorizzazione della fibra di vigogna per la commercializzazione all’estero del suo prodotto finale. “La materia prima che si esporta oggi, essendo grezza – ha infatti spiegato il cooperante aostano - genera oggi un valore limitato”. Da qui l’idea di acquisire un valore addizionale successivo alla lavorazione della fibra”. Per i primi 3 anni, l’obiettivo commerciale sarà produrre 300/400 sciarpe di pura fibra di vigogna”.
Apolobamba si trova a 350 km da La Paz, a quasi 7 ore di viaggio, ed è considerata un’area protetta che, dal 1972, si inserisce nella categoria di Area Natural de Manejo Integrado con l’obiettivo di tutelarne la diversità biologia e lo sviluppo sostenibile della popolazione, con particolare attenzione per la protezione dell’ecosistema alto andino e della vigogna stessa che, in quest’area, rappresenta la più popolosa del paese.
L’area si trova nel nord est del Dipartimento di La Paz, tra i 4.400 metri e i 4.700 metri d’altezza, nelle provincie di Bautista Saavedra, Franz Tamayo y Larecaja e conta una superficie di 483.743 ettari. Superficie che vanta due ecosistemi: una parte di “bosco umido” sempreverde e un’altra di altipiano secco con clima mesotermico.
Malgrado si tratti di un’area protetta, con più di 800 specie di piante e 296 specie registrate di vertebrati, non mancano però le minacce. La principale è costituita dall’attività mineraria aurifera, che qui conta più di 27 cooperative, oltre a un considerevole numero di lavatoi artigianali. Inoltre, le attività agricole vengono spesso ostacolate da altri fattori, come nel caso del chaqueo, pratica tradizionale con cui vengono bruciati i terreni o per pulirli o per rinnovare i territori a pascolo permanente, o per fertilizzare il suolo che provoca erosione e perdita di vegetazione. O, ancora, a causa della convivenza forzata nella zona dell’altipiano dove, le vigogne, che sono camelidi selvatici, dovrebbero spartirsi i magri pascoli con l’alpaca, dalla quale viene prodotta una fibra di valore molto inferiore. Da qui, spesso, lo sconfinamento in Perù, alla ricerca di maggiori pascoli, con la conseguente perdita dell’animale.
Un altro problema è legato da sempre alla caccia illegale di camelidi a scopo alimentare, di difesa, o come preda di caccia. Fenomeno che grazie a un precedente programma di protezione è fortunatamente in sensibile diminuzione.
“Infatti - ha rivelato nel corso della conferenza Juan Quispe, rappresentante di AIQ- nel 1996 vi erano ad Apolobamba 6.536 vigogne e 33.844 in tutta la Bolivia. Mentre nel 2001 erano tornate ad essere 56.383 e 67.278 nel 2009”.
Ed è appunto in questo contrariato contesto, dove principi di preservazione ambientale e faunistica, voglia di cambiamento e di crescita, si scontrano con povertà, mancanza di formazione e tecnologia, che il progetto Qutapiqiña si pone l’obiettivo di rafforzare lo sviluppo economico locale, puntando ad ottimizzare lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali ma anche aumentando le competenze di gestione da parte dei partner locali e dei municipi di Peluchuco, Charazani, Curva, Ayata e Mocomoco.
Saranno infatti loro a svolgere la parte centrale del Progetto, grazie appunto - come ha illustrato Victor Yapu di ITDG – "all’attività di formazione su utilizzo di strumenti tecnologici e disegno dei capi che verrà offerta nei 3 anni di durata del Progetto”.
Senza contare che, al termine della formazione, si proseguirà sulla stessa strada, andando a creare “un marchio di garanzia sui prodotti che proverà l’autenticità di produzione su animali vivi”.
Per monitorare avanzamento e risultati del Progetto, si punterà a raggiungere 4 obiettivi concreti: il potenziamento della gestione sostenibile delle risorse naturali (pascoli e acqua), a beneficio della popolazione dei camelidi, una maggiore e migliore produzione di fibra di vigogna, grazie alle innovazioni apportate nella comunità, un’articolazione commerciale nazionale e internazionale gestita direttamente dai produttori locali, e la partecipazione congiunta, tra le famiglie indigene interessate e i 5 municipi, nella pianificazione locale di sviluppo ambientale di quest’area protetta.
Interessanti saranno inoltre alcune singole iniziative, che verranno messe in campo nell’ambito dello stesso Progetto: l’innovazione nella produzione della fibra (attraverso tecniche e strumenti di tosatura a tecniche di cattura sostenibile) il recupero e raduno di tutti i camelidi, senza spargimenti di sangue, per un periodico controllo sanitario. In questo modo si potrà recuperare tempo, oggi impiegato per la fase di tosatura, da sfruttare invece meglio nella cura e nel controllo medico veterinario.
Il Progetto, oltre al tema della tutela ambientale e a quello dell’innovazione nelle pratiche di trattamento della vigogna, punterà infine sull’equità del genere e sulla promozione interculturale.
La gestione della lavorazione sarà ad esempio affidata alle donne, per dare loro parità di trattamento e di opportunità. E, dal momento che la popolazione coinvolta dal Progetto appartiene al popolo originario Kallawaya, dichiarato nel 2008 dall’UNESCO “Patrimonio Culturale Intangibile dell’Umanità”, si interverrà nel rispetto dell’identità culturale e nell’applicazione del diritto dei popoli originari.

Vanni De Michele
ProgettoMondo Mlal
Casco Bianco – Bolivia

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