
Villa 31 è una villa miseria, come vengono chiamate le favelas in Argentina, costituitasi a partire dagli anni ’30 al lato della stazione ferroviaria di Retiro e cresciuta moltissimo negli anni, fino a contare i 30mila abitanti di oggi. Si tratta perlopiù di immigrati in cerca di lavoro e di maggiori possibilità in città, ma anche di cittadini che non hanno le condizioni minime per accedere ad altri quartieri.

Grazie allo sforzo e all’attivismo di molte persone e organizzazioni della Villa, e grazie alla legge 3343 del 2009, oggi può iniziare un processo di urbanizzazione partecipativa che ha per protagonisti gli stessi abitanti del quartiere.
Si tratta in sostanza di permettere alle persone di lavorare per sistemare la loro casa e il luogo in cui vivono, attraverso un processo di habitat sociale che pone al centro l’uomo e le sue necessità, e che dà il via a una possibile uscita dalla situazione di marginalità che vivono certi quartieri.
Il progetto di legge prevede in 5 anni un censimento della popolazione della villa con registrazione catastale, il ricollocamento del 30 % delle case per l’ampliamento delle strade e l’installazione dei servizi basici. Inoltre, con questa legge si pone fine agli sfratti forzati che hanno caratterizzato la storia della villa e costituiscono una minaccia costante per la popolazione da parte del governo della città.

Questo momento storico per gli abitanti della Villa e per le organizzazioni che ne hanno sostenuto i diritti può rappresentare un esempio per altre realtà, e accompagna un processo attivo anche in altri paesi, come il vicino Brasile.
Dare dignità alle persone e cercare di creare una possibile forma di integrazione tra gli abitanti che partecipano attivamente al processo, è un esempio che può servire da stimolo anche in Italia, dove si stanno formando situazioni di segregazione, con quartieri ai margini della città popolati da immigrati e famiglie colpite dalla crisi economica che non riescono più a pagare gli affitti.
Francesco Venturin,
casco bianco ProgettoMondo Mlal in Argentina
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