Come altri paesi latinoamericani, l’Argentina soffre oggi il cosiddetto “neocolonialismo”, ossia un "controllo indiretto" delle economie e delle risorse da parte dei paesi del Nord-America e dell’Europa. Il territorio argentino è infatti ricco di risorse naturali (acqua, minerali, terra) e circa il 10% di esso, secondo la Federazione Agraria Argentina, è in mano a stranieri.
Nel Paese delle pampas sterminate, paradossalmente, il più grande problema della gente è proprio l’accesso alla proprietà della terra, tema che influenza vari ambiti della vita degli argentini e trasversalmente attraversa il paese a tutte le latitudini: si tratti della soia nel nord argentino, delle miniere a cielo aperto nella zona della Cordigliera delle Ande, o delle vaste estensioni della Patagonia. Su quest’ultima zona pesa anche il nome dell’Italia. Il maggior proprietario terriero del paese è infatti un gruppo italiano, i fratelli Benetton, sbarcato in Patagonia negli anni ’90, in pieno periodo menemista (periodo di grandi liberalizzazioni).
Oggi il gruppo possiede 900 mila ettari ed è tra i maggiori allevatori di pecore e produttori di lana dell’Argentina. Secondo le varie organizzazioni mapuche patagoniche, oltre ad allevare pecore e contribuire alla riforestazione della zona, i Benetton avrebbero in qualche modo approfittato delle risorse senza preoccuparsi troppo delle comunità indigene, delle loro case e dei loro posti di lavoro.
Tema molto attuale, questo, in Argentina dove, proprio nel marzo scorso, e poi di nuovo ad agosto, la Benetton ha avanzato un ricorso contro la comunità indigena mapuche Santa Rosa, che aveva rioccupato un terreno nel 2007 dichiarandolo territorio recuperato. Ora queste famiglie vivono con la paura di dover abbandonare il posto, lasciare le loro case e ritrovarsi a vivere nei quartieri poveri delle città vicine, aggravando già la precaria situazione abitativa dell’area.
Questa è solo una delle tante situazioni che si ripercuotono nella zona e che contrappongono i diritti dei popoli originari difesi per legge (Ley Nº 26.160) agli interessi privati. In tutto il territorio argentino molte famiglie di contadini rivendicano l’accesso alla terra per l’agricoltura, circa 500mila secondo il Movimiento Nacional Campesino Indígena.
Più di 10 progetti di legge sono in questo periodo in discussione nel Congreso de la Nación e puntano a difendere le zone di frontiera e le risorse naturali presenti nel territorio. Il presidente dell’Argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha annunciato, forse anche in vista delle imminenti elezioni, che il tema della terra sarà trattato a breve con l’obiettivo di regolarizzare la vendita della terra a stranieri senza compromettere obiettivi di sviluppo strategico nazionale. Si prenderà esempio dalle politiche adottate in Brasile dal presidente Luiz Ignacio Lula da Silva, che regolano le vendite di terra a proprietari stranieri.
Francesco Venturin
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal Argentina
giovedì 11 agosto 2011
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