martedì 30 novembre 2010

Prostituzione, traffico e abusi nella Rio che si avvicina ai mondiali

Bambini che si prostituiscono per una dose di crack, piccole ladruncole disposte a svendere i loro corpi per pochi reais o un cellulare nuovo, molte vittime di abusi e una miriade di ragazzini che fanno gola ai trafficanti di essere umani. E ancora forme di prostituzione di rapido consumo nei palazzi del centro: 1,99 reais per 10 minuti di prestazioni, molti travestiti anche minorenni e un’impennata della prostituzione maschile.
Questa la Rio che si prepara a ospitare le prossime olimpiadi del 2016, e l’ancora più imminente coppa del mondo del 2014. “Già con il tipico Carnevale le strade di Rio si affollano di nuovi corpi in vendita anche dalla Bolivia e dai Paesi limitrofi – riferisce la nostra cooperante a Rio de Janeiro, Francesca Menegon - . Una migrazione che spaventa, insieme a tutto il resto, e per cui la città ha già iniziato a essere riformata”. Basti come esempio la torre di sicurezza per il controllo che verrà posizionata a Praça Onze (tra il quartiere Cidade Nova e il centro vero e proprio di Rio) costringendo allo sgombero il circo sociale dell’ong Crescer e Viver.
A preoccupare sono soprattutto le olimpiadi, mal percepite dagli stessi brasiliani e in vista delle quali lo stesso Ministero del Turismo ha messo in campo 4 miloni di reais per le associazioni che lavorano sul turismo sessuale minorile e la prostituzione, nell’ottica di tutelare bambini e donne dall’ondata di clienti e fruitori in arrivo dal mondo per l’evento sportivo.
“A Rio sono pochissime le ong impegnate contro lo sfruttamento sessuale – continua Francesca -. Tra queste ci siamo anche noi, a fianco del nostro partner locale Projeto Legal”.
ProgettoMondo Mlal, con il programma “La strada delle bambine”, non svolge un lavoro a contatto diretto con le ragazzine prostitute ma, tra le varie attività di sensibilizzazione che porta avanti, ha occasione di incontrarle e parlarci.
Si tratta di un universo composto da varie sfaccettature, a seconda delle zone e dei luoghi di provenienza, e anche in conseguenza di dinamiche interne alle faveals. Oggi infatti molti tra ragazzini e ragazzine che si prostituiscono per il crack (la cosiddetta droga dei mendicanti) vivono di stenti sui binari dei treni a Rio. Prima stavano nelle favelas, ma con il fatto che attirano l’attenzione della polizia creando problemi ai trafficanti, sono stati emarginati. Tra loro ci sono bambini anche di 6 o 7 anni. Altri invece vivono ancora nelle favelas e si occupano di imbustare il crack e smistarlo in sacchettini pronti alla vendita. Sono adolescenti che vengono pagati tra i 50 e gli 80 reais al giorno per questo servizio svolto giorno e notte (2,30 reais equivalgono a circa 1 euro).
Una realtà che si rispecchia nel mondo della scuola, in cui è davvero difficile lavorare, tra professori impauriti e sotto pagati, e alunni spesso assenti o ancor peggio violenti. Se l’università brasiliana è molto buona, le scuole pubbliche sono un disastro.
A Caxias – dove ProgettoMondo Mlal entra nelle scuole insieme a Projeto Legal - le sparatorie sono ormai una prassi. Ed è qui, a circa 40 chilometri da Rio, che si svolgono i corsi di formazione destinati a 200 professori in 3 anni proprio nell’ottica della sensibilizzazione e per renderli più consapevoli della realtà del traffico e degli abusi.
Un altro corso, questa volta a Rio, è destinato invece ai professionisti dell’area della salute: sono 100 gli studenti di infermieristica che il progetto mira a rendere più consapevoli su come riconoscere episodi di abusi e diffondere la consapevolezza e conoscenza delle malattie sessualmente trasmissibili.
Una terza sessione di corsi è invece riservata alla formazione di giovani ragazze tra i 18 e i 30 anni, che già vivono nelle comunità e sono quindi ben conosciute dall’associazione di donne nere, “Criola”, che con loro lavora sull’autostima e una conoscenza più approfondita del mondo del lavoro, offrendo loro la possibilità di stage tramite un corso di 3 mesi e una borsa di 100 reais.
Oltre ai corsi e all’impegno nella formazione, buona fetta del progetto avviato a Rio dalla nostra organizzazione si svolge poi direttamente sulle strade. Grazie a tre educatori brasiliani, 3 persone ben conosciute e che a loro volta ben conoscono la vita notturna di Rio e dintorni, le attività di sensibilizzazione raggiungono quindi le donne, i travestiti, e in generale chi offre prestazioni sessuali per le strade di Rio e dintorni.
A loro vengono distribuiti preservativi, con loro si parla e si è presenti e in generale si cerca di mantenere monitorata la situazione. Le ragazze minorenni si prostituiscono più ai margini, alla fine di Copacabana, lontane dalle donne adulte che altrimenti rischiano di essere arrestate per favoreggiamento alla prostituzione (prostituirsi è legale in Brasile, ma non per chi è minorenne). Anche tra i travestiti molti non hanno ancora raggiunto i 18 anni. Si trovano soprattutto a Lapa e Duque de Caxias e, nonostante la legge locale sia aperta e pronta ad accettarli, il clima generale che si respira nelle società è però di emarginazione e sprezzo, caratterizzato da un forte maschilismo.
Per tutti loro e per offrire un sostegno e una presenza continua, ogni notte scendono in strada Wanderley, Joao e Monica, i tre educatori al nostro fianco per arginare lo sfruttamento della prostituzione minorile e prevenire le malattie sessuali. Anche, e soprattutto, adesso che Rio si appresta a diventare meta di un’invasione di turisti di portata mondiale.

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