martedì 9 novembre 2010

Mariley, un piccolo ristorante per non emigrare

Mariley ha 25 anni, un grande sorriso e una voce argentina. Ho avuto l’opportunità di scoprire la sua cucina durante la Fiera Dipartimentale della Piccola e Media impresa promossa dal’Impyme e da ProgettoMondo Mlal tramite il programma di sviluppo avviato in Nicaraguael Futuro es Joven”: da allora è diventata il mio comedor preferito per i numerosi pranzi chinandegani.
Già madre di un bambino di tre anni, Mariley vive con il marito, la mamma e le sorelle nella stessa costruzione in cui ha abitato dalla prima infanzia e che ora ospita la tavola calda “Comedor Doña Leti.
Dopo essersi laureata in Amministrazione di Impresa all’Università Nazionale Autonoma del Nicaragua di León, è tornata a Chinandega per occuparsi della piccola impresa familiare di ristorazione che però fino a poco tempo fa lavorava solamente su incarico, non avendo uno spazio adeguato ad accogliere la clientela. Attraverso il progetto “Futuro GiovaneMariley è riuscita a ristrutturare la sua abitazione tanto da poter ospitare tutti quelli che rimangono conquistati dai gustosi piatti preparati dalle donne della famiglia; per di più, oltre che a mettere a disposizione la sua abilità per numerosi eventi, negli ultimi mesi ha iniziato a servire regolarmente i pasti dei corsi dell’Istituto Nazionale Tecnologico. Con l’aiuto della madre, che lavora come cuoca da più di vent’anni, della sorella e di una collaboratrice, ora la famiglia può contare su un’entrata sicura.
Al corso di formazione Mariley ci racconta di aver imparato soprattutto a valutare le situazioni e il proprio mercato, in maniera da non comprare mai più del necessario e avere un costante ricambio di alimenti: ha imparato ha gestire le entrate, sa dove comperare la carne e la verdura migliore e sa che la qualità è un elemento imprescindibile per il buon andamento dell’attività.
Mariley continua a coltivare il sogno di poter un giorno trovare un impiego relazionato ai suoi studi, veramente difficile in questo momento economico. Ma in questo momento è soddisfatta, le piace il suo lavoro e soprattutto è contenta di non essere stata costretta a emigrare, prospettiva che le sembrava quasi inevitabile prima di conoscere il progetto. Oggi invece sta già pensando ad affittare un locale più ampio, data la crescente affluenza, ma ha deciso di aspettare ancora un po’: ha imparato a essere prudente e valutare attentamente le circostanze nel suo complesso. Per il momento continua a offrirci pranzetti saporiti nel clima accogliente della sala antistante la casa, mentre il suo bambino gioca sereno tra i tavoli sotto gli sguardi vigili della famiglia.

Marianna Tamburini,
casco bianco ProgettoMondo Mlal in Nicaragua

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