venerdì 26 novembre 2010

Clima di guerra a Rio. Appello alla popolazione

Francesca Menegon, cooperante ProgettoMondo Mlal - Martedí 23 novembre sono atterrata a Rio de Janeiro e le prime immagini, percorrendo la Avenida Brasil verso casa, sono state di decine di poliziotti armati lunga la strada.
Mi hanno subito informata della situazione molto critica che la cittá sta vivendo da domenica 21, giorno in cui, 6 uomini armati con fucili, hanno rapinato tre auto nella Linha Vermelha. Secondo il governatore dello Stato di Rio, Sergio Cabral, il motivo scatenante sarebbe l´occupazione da parte della UPP (l’Unitá della Polizia Pacificatrice) di molte favelas di Rio, con la conseguente espulsione dei membri delle bande di narcotrafficanti.
Elicotteri che sorvolano la cittá giorno e notte, postazioni della polizia bruciate e continue rapine descrivono lo scenario che sta vivendo ora la popolazione carioca.
Il bilancio della Polizia Militare è a oggi é di 38 morti, 159 arresti, decine di feriti e 43 i mezzi, tra auto, furgoni, autobus e camion, dati alle fiamme in vari quartieri della zona nord e sud di Rio.
A causa degli attacchi 65 scuole municipali e statali sono state chiuse e di conseguenza 17 mila alunni non hanno potuto frequentare le lezioni in questi giorni.
Il clima che si respira é di panico e paura, soprattutto per chi vive nelle zone “calde”, quali Manguinho, Jacarezinho, Complexo da Penha e la Baxiada Fluminense.
Il commercio in molte aree é rimasto chiuso e molte persone sono costrette a lasciare gli uffici prima dalla fine dell’orario di lavoro.
In prima pagina su tutti i giornali si poteva oggi leggere la richiesta da parte della Polizia Militare di evitare di uscire di casa la notte, e proprio per sedare i continui attacchi da parte dei trafficanti é cominciata una vera e propria operazione militare utilizzando all’interno di alcune favelas i blindati della marina M113, usati in Iraq.
La situazione si fa sempre più difficile e l´onda di violenza sembra in aumento. Si spera che nelle prossime ore si ristabilizzi, anche se il Segretario della Sicurezza Pubblica, Beltrame, ha voluto specificare che le operazioni continueranno a lungo, finché non si riuscirà a diminuire la criminalità a Rio de Janeiro.
Nel frattempo, molti cittadini che vivono nelle aree di conflitto, sono prigionieri all’interno delle proprie case.

Francesca Menegon, originaria di Montebelluna e operatrice dell’equipe ProgettoMondo Mlal a Rio de Janeiro, è impegnata da 2 anni nella realizzazione di un Programma contro lo sfruttamento della prostituzione minorile e il traffico di esseri umani nelle favelas.

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