
Mi hanno subito informata della situazione molto critica che la cittá sta vivendo da domenica 21, giorno in cui, 6 uomini armati con fucili, hanno rapinato tre auto nella Linha Vermelha. Secondo il governatore dello Stato di Rio, Sergio Cabral, il motivo scatenante sarebbe l´occupazione da parte della UPP (l’Unitá della Polizia Pacificatrice) di molte favelas di Rio, con la conseguente espulsione dei membri delle bande di narcotrafficanti.
Elicotteri che sorvolano la cittá giorno e notte, postazioni della polizia bruciate e continue rapine descrivono lo scenario che sta vivendo ora la popolazione carioca.

A causa degli attacchi 65 scuole municipali e statali sono state chiuse e di conseguenza 17 mila alunni non hanno potuto frequentare le lezioni in questi giorni.
Il clima che si respira é di panico e paura, soprattutto per chi vive nelle zone “calde”, quali Manguinho, Jacarezinho, Complexo da Penha e la Baxiada Fluminense.
Il commercio in molte aree é rimasto chiuso e molte persone sono costrette a lasciare gli uffici prima dalla fine dell’orario di lavoro.

La situazione si fa sempre più difficile e l´onda di violenza sembra in aumento. Si spera che nelle prossime ore si ristabilizzi, anche se il Segretario della Sicurezza Pubblica, Beltrame, ha voluto specificare che le operazioni continueranno a lungo, finché non si riuscirà a diminuire la criminalità a Rio de Janeiro.
Nel frattempo, molti cittadini che vivono nelle aree di conflitto, sono prigionieri all’interno delle proprie case.
Francesca Menegon, originaria di Montebelluna e operatrice dell’equipe ProgettoMondo Mlal a Rio de Janeiro, è impegnata da 2 anni nella realizzazione di un Programma contro lo sfruttamento della prostituzione minorile e il traffico di esseri umani nelle favelas.
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