martedì 22 dicembre 2009

Per una gioventù sana, Qalauma ti accompagna

A La Paz, in Bolivia, ci sono 4 carceri, collocate in punti diversi della città: quelle femminili, Obrajes e Miraflores, sono situate nelle prossimità del centro; San Pedro, il carcere maschile più popolato della città con 1800 detenuti, si trova nelle vicinanze del mercato San Rodriguez, zona centrale e molto popolata; il carcere di massima sicurezza Chonchocoro si trova invece a El Alto.
In ognuno di questi centri penitenziari, nel corso del 2009, l’equipe di educatori del progetto Qalauma ha realizzato laboratori educativi di ecologia, falegnameria serigrafia e relazionali interpersonali. Attività su cui, nella settimana prima di Natale, è stato possibile riflettere e tirare le fila, attraverso quello viene chiamato el cierre de las actividades.
Nelle due carceri femminili, oltre ad attività di relazioni interpersonali, si sono svolti laboratori di ecologia per trattare il tema del rispetto ambientale, del riciclaggio dei rifiuti, del rispetto della terra, fino alla realizzazione di un humus fertilizzante, con vermi importati dagli USA che si alimentano di rifiuto organici, e la coltivazione di piante. Ogni ragazza (15 a Obrajes e 4 a Miraflores) ha lavorato per la semina e la custodia della propria pianta, con l’appoggio dell’equipe multidisciplinare e di studenti volontari della facoltà di agronomia.
A San Pedro le attività educative, oltre a quelle destinate alle donne, sono state anche di falegnameria, macramè e serigrafia. In occasione della festa per la fine dei corsi, i ragazzi, hanno preparato dei cartelloni con scritte come por una joventud sana, Qalauma te acompaña (per una gioventù sana, Qalauma ti accompagna). Significativa, inoltre, la rappresentazione teatrale sull’importanza del centro Qalauma, alla presenza di bambini, donne e detenuti di diverse sezioni.
Lo stesso entusiasmo per il progetto è stato confermato anche dalle persone recluse nel carcere di massima sicurezza di Chonchocoro. Qui la giornata di fine attività ha coinciso con il giorno de las quejas (delle lamentele), durante cui i detenuti denunciano ai giudici soprusi e violenze da parte della polizia. In quel giorno l'equipe di Qalauma è stata accolta con gioia dai 20 ragazzi che hanno partecipato ai corsi e che hanno espresso la propria gratitudine al progetto.
Positivi quindi i risultati delle attività svolte. Al di là delle competenze specifiche, utili al reinserimento sociale dei detenuti coinvolti, in tutte le quattro carceri le ragazze e i ragazzi reclusi hanno instaurato rapporti di fiducia e di amicizia con gli educatori di Qalauma: rapporti preziosi per instaurare future, autentiche relazioni umane.
L’equipe di educatori, avvocati, psicologi, assistenti sociali e volontari universitari coinvolti nel progetto, visita periodicamente le quattro carceri di La Paz, per poter lavorare con gli adolescenti che, al più presto, saranno ospitati a Qalauma, la struttura situata nella zona di El Alto nel paese di Viacha e ideata proprio per il reinserimento dei giovani emarginati.
L’inaugurazione del centro dovrebbe svolgersi all'inizio del prossimo anno, con un primo gruppo di 30 ragazzi in entrata tra gennaio e febbraio.

I penitenziari boliviani (eccetto quello di massima sicurezza) sono come delle piccole città dentro quattro mura: ci sono negozi, tabaccherie, centri di chiamate, copisterie, ristoranti, pub e motel. I boliviani chiamano le carceri ciudadelas (piccole città), che sono gestite dagli stessi detenuti. La polizia carceraria vigila e fa obbedire alle regole come più le fa comodo.
Lo stato boliviano garantisce un solo pasto al giorno e, per il resto, ognuno deve arrangiarsi come può. Dentro le carceri i detenuti pagano per il cibo e per qualsiasi altra cosa di cui necessitano: il sapone, la carta igienica, le medicine, la doccia, etc. Persino le celle sono in affitto: i più fortunati e ricchi ne comprano una o più e poi le affittano a chi è meno abbiente. Le celle (che sono semplicemente delle stanze senza nessuna inferriata) possono essere abbastanza grandi (2 x 2 metri) e di cemento, oppure dei veri e propri loculi di legno in cui vivono famiglie intere di 4 o 5 persone.
Nel penitenziario vivono infatti intere famiglie: persino bambini che nascono e crescono lì dentro, senza la possibilità di conoscere il mondo reale fino all’età di 12, 13 anni.
In queste carceri accade di tutto: violenze fisiche e psicologiche tra detenuti, sui bambini e sulle donne, ma anche tra polizia e galeotti. Nonostante le regole di buona condotta imposte dallo stato boliviano, in carcere si vive qualsiasi forma di delinquenza: droga e alcool sono le principali forme di traffico e di sopruso.
Una realtà ostile in cui adolescenti e minori trovano una vita difficile: lo stato non prevede una legge che garantisca il trattamento speciale per minori trasgressori, per cui questi sono obbligati a convivere e condividere quello che il penitenziario offre loro, nella maggior parte dei casi opportunità negative.
Qalauma vuole offrire un’alternativa a questo sistema, con la speranza che possa diventare anche un’esigenza sociale.

Ester Bianchini, Casco bianco ProgettoMondo Mlal in Bolivia

1 commento:

  1. ARTICOLO REALISTICO E UTILE ALLA COMPRENSIONE DELLA SITUAZIONE. GRAZIE MILLE

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