mercoledì 16 dicembre 2009

A Nampula, detenuti al lavoro e una struttura per le donne

Un nuovo centro destinato alle detenute di Nampula. Le donne, finora recluse in condizione di promiscuità con i detenuti che popolano il carcere civile di quella che rappresenta la terza città del Mozambico per numero di abitanti, da settembre hanno finalmente uno spazio a loro riservato. Si chiama centro “aperto” Rex e si tratta di una vecchia casa colonica portoghese ristrutturata in celle, che dista 5 chilometri dalla città. Le donne rappresentano circa il 7 per cento della popolazione detenuta in tutto il Mozambico, e il fatto che alcune di esse vivessero insieme agli oltre 500 uomini rinchiusi nel carcere civile di Nampula, rappresentava una realtà inaccettabile. Per il momento il nuovo centro ospita circa una decina di loro, per una capienza totale di 24 detenute, comunque destinata a crescere per ospitare anche donne in arrivo da altri piccoli distretti della zona.
Parlando di Rex, ci si riferisce a un centro “aperto”. Questo è dovuto al suo essere allo stesso tempo carcere femminile e luogo di lavoro diurno per una trentina di detenuti del carcere penitenziario di Nampula. I 300 ettari di terra intorno alla struttura, vedono infatti i detenuti al lavoro in attività agricole e zootecniche, tra le tante che vengono loro offerte dalla struttura in cui si trovano. Se infatti il carcere civile, situato in pieno centro città – con i suoi 550 detenuti in uno spazio per 100 – rivela la mancanza totale di ogni rispetto per la salute, l'igiene e il recupero della persona, abbandonata a dormire per terra con un solo pasto al giorni fatto di polenta di mais e afflitta dal dilagarsi delle malattie infettive; il penitenziario, collocato in una zona periferica, rappresenta senza dubbio un carcere modello, a detta dello stesso ministro della giustizia che lo ha visitato lo scorso settembre.
Qui sono rinchiusi 900 detenuti, con pene definitive superiori ai due anni e di massimo 30 (in Mozambico non è infatti previsto l'ergastolo). E, per loro, ProgettoMondo Mlal, dal 2006 ha attivato corsi di alfabetizzazione e di formazione professionale.
Le attività educative sono sia di scuola primaria che secondaria sino all'ottava classe, anche se per il 2013 si conta di arrivare alla dodicesima, ossia al completamento delle scuole superiori. In Mozambico il tasso di scolarizzazione primaria è del 77%, mentre si ferma al 7% quello della secondaria, con un analfabetismo del 61,3 % delle persone sopra i 15 anni e la media di 1 professore ogni 68 studenti. Il fatto che, nel corso del 2009, i detenuti sui banchi del carcere penitenziario di Nampula siano stati ben 480, pari a oltre la metà della popolazione reclusa complessiva, rappresenta quindi un sicuro successo.
Oltre all'istruzione scolastica, la nostra associazione si è impegnata anche nella formazione professionale, dando il via a una serie di attività lavorative: agricola, zootecnica, di allevamento, per la produzione di mobili o l'attività di fabbro, che hanno coinvolto circa 50 detenuti per 20 ore settimanali.
Sempre all'interno del penale, è nato poi un centro culturale, che addirittura vede il coinvolgimento dei detenuti nell'innovativo progetto di dar vita a una radio interna. Non mancano poi laboratori di teatro, poesia, pittura, danza e attività espressive in generale, destinate a oltre 60 detenuti. L'idea è che in futuro il centro culturale possa diventare autonomo, con la formazione dei nuovi arrivati da parte degli stessi detenuti precedentemente formati.
Grazie al contributo della provincia di Trento, ProgettoMondo Mlal è poi riuscito ad ampliare il centro di salute interno per il quale, per altro, è in fase di valutazione l'ipotesi di un'apertura alla comunità in concomitanza con l'attività scolastica.

L'impegno dell'associazione per garantire il reinserimento degli ex detenuti, prosegue anche all'esterno del carcere, dove è stato realizzato un centro per l'inserimento lavorativo, fornito di un'equipe specializzata su microcredito, borse lavoro e stage per chi è in uscita dal carcere, oltre che di un kit di assistenza per la post scarcerazione di chi, ad esempio, necessita del biglietto dell'autobus per tornare nella propria comunità di origine. Nell'ultimo anno il centro ha scelto di offrire la possibilità di investire sul proprio futuro non solo agli ex detenuti, ma anche ai loro familiari e alle persone del quartiere, purché inseriscano nella loro attività una persona in uscita dal carcere. Un esempio in questo senso è quello di una parrucchiera a cui è stato concesso il microcredito per l'ampliamento della sua attività: in cambio ha dato lavoro a un ex detenuto.
In futuro non troppo prossimo, il centro probabilmente si doterà anche di 3 appartamentini di transito per chi è appena uscito dal carcere.
A dar lavoro a chi è stato detenuto, nel centro città di Nampula, dal settembre del 2008 c'è anche un centro sociale fornito di biblioteca, vivaio e ristornate, l'unico all'aperto in tutta la città. In queste realtà avviene l'inserimento lavorativo dei detenuti, per agevolarne il ritorno nella realtà esterna.
Sulla base dell'esperienza maturata sul campo, proprio grazie alle attività esterne al carcere, con il nuovo progetto “Vita dentro” che prenderà il via a marzo, ProgettoMondo Mlal si concentrerà sempre più sulle attività produttive (a scapito di quelle scolastiche ormai ben avviate), favorendo l'integrazione tra pubblico e privato per la produzione di servizi integrati, soprattutto per i più giovani.

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