lunedì 26 novembre 2012

Guatemala: dopo il sisma, prevale la desolazione



Il prolungato sisma del 7 novembre ha lasciato alle spalle la desolazione: tristezza, lacrime, lutto, fame, sete e freddo. Bambini orfani, donne vedove, madri senza figlie e uomini senza famiglia.
30 secondi sono stati sufficienti perché le pareti di case, negozi e uffici si convertissero in un cimitero e con esso il Guatemala si ritrovasse a vivere un secondo terremoto dopo 32 anni dalla tragedia del 1976.
7.2 gradi della scala Richter annunciavano le notizie dell’ultima ora e localizzavano l’epicentro a San Marco, Quetzaltenango, Retalheuleu, Sololà, Totonicapàn e Huehuetenango: dipartimenti situati nella parte sud-occidentale del Guatemala.
Il presidente Otto Pérez Molina, dopo aver dichiarato immediatamente lo stato di allarme rosso, ha ordinato di evacuare edifici e luoghi di lavoro. Ha decretato 3 giorni di lutto e ha chiesto la sospensione di tutte le attività che prevedessero una massiva concentrazione di persone.
Una prima valutazione dei danni conta 48 morti e 150 feriti, 1.321.564 persone colpite, 26mila persone evacuate e 39mila abitazioni distrutte o con gravi danni. San Marcos e Quetzaltenango sono stati le località più colpite, dove sono morte 42 persone. Fortunatamente, il numero delle vittime non è stato maggiore perché all’ora del terremoto, le 10.37 del mattino, molte persone già si trovavano sul luogo del lavoro: mentre le loro case stavano crollando, si salvavano così da una morte certa.
Il bilancio di danni e vittime non è così tragico come quello del lontano 1976. All’epoca, il sisma durò 46 secondi e le vittime furono circa 23mila. Mentre nel 1976 la profondità del movimento sismico fu di soli 5 km, il 7 di novembre si è originata a 33 km di profondità. Differenza che, secondo gli esperti dell’Instituto de Sismología, Vulcanología, Meteorología e Hidrología (INSIVUMEH), è stata fondamentale per evitare una tragedia di tali dimensioni.
Anche se il danno del movimento tellurico è minore rispetto al 1976, la vita non tornerà ad essere la stessa per gli abitanti di San Marco. Continuano le scosse di assestamento e quando trema la terra tornano la paura, il ricordo e la tristezza impregnati nella mente e nel corpo degli abitanti di San Marco quel fatidico 7 di novembre.

tratto da Adital

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