Franca e Luigi Giampellegrini sono sposati dal 1981 e hanno quattro figli. Fin dall’inizio del loro cammino, si sono dedicati a conoscere e valorizzare la ricchezza dell’“altro”. In Italia, nell’impegno sociale in parrocchia, con gli studenti Saveriani, e poi, nei primi anni ’80, con gli studenti del Collegio Giovanni XXIII e del centro di accoglienza dei Gesuiti. Con ProgettoMondo Mlal hanno poi vissuto quattro anni in Perù, dal 1986 al 1991, impegnati nella periferia di Lima in un progetto di educazione sanitaria rivolto alla comunità e destinato a formare le donne del luogo a svolgere azioni di salute per l’infanzia.
Un’esperienza che ha reso in loro ancora più vivo il senso e il valore dello scambio e dell’incontro tra culture. Nel 1993, in un rustico delle missionarie Saveriane in via Budellungo 20, vengono fondate l’associazione e la casa Pozzo di Sicar, un luogo di accoglienza e di scambio dove, grazie alla famiglia e ai volontari, vengono ospitate e seguite in progetti di autonomia donne straniere, ed eventualmente i loro bambini, in temporanea difficoltà.
Per questo il Comune di Parma ha scelto di premiarli con un riconoscimento, consegnato come di prassi nel giorno di Sant’Ilario dal sindaco Pietro Vignali, riservato appunto a chi ha contribuito all’arricchimento della comunità. Un attestato di civica benemerenza che Franca precisa essere solo un mezzo in più per diffondere la conoscenza delle donne che vengono ospitate nella casa. “In questo modo riusciamo a farci portavoce di tutte quelle donne che hanno arricchito così tanto la nostra vita con i loro progetti migratori e i loro sogni”. Una scelta di vita vera e propria, quella di impegnarsi al fianco delle donnne, che anche i loro figli (tra i 12 e i 27 anni) sembrano condividere fino in fondo, specie i più grandi. “La nostra figlia più grande partecipa al progetto dell’associazione per sua scelta”, spiega ancora Franca. “Abbiamo voluto cogliere la sfida secondo l’impulso che ci è stato trasmesso proprio in America Latina: camminando si apre il cammino. Se si ha un sogno è bene viverlo e sperare che si realizzi”.
lunedì 17 gennaio 2011
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