Farol de Itapoa, agosto 2010 - Ospitati da “Casa Encantada”, che è un riferimento per il turismo responsabile, abbiamo deciso di cercare di capire cosa c'è oltre i grattacieli che ci hanno fatto da sipario appena arrivati a Salvador. L'invito di Maria, la nostra ospite, è per una festa in un quartiere dove Casa Encantada, che fa parte di un programma di interscambio culturale e sociale e di solidarietà internazionale di ProgettoMondo Mlal, lavora ormai da circa quindici anni.
Un’area popolata da 500 mila anime che vivono come possono in un quartiere nato dall’occupazione della terra: si chiama n° 5, perché questi insediamenti vengono numerati, e sono senza nome! La storia del quotidiano assomiglia a quella di Scampia, compresi i morti ammazzati. Siamo ospiti per l'occasione di Casa do Sol, avamposto che cerca di fare cultura e aggregare giovani: nato come asilo e accoglimento di bambini, oggi accetta la sfida di preparare alcuni di loro a entrare all'Università, ma le attività sono davvero tante.
Arriviamo in una piazza nuova, attorniata da edifici piuttosto fatiscenti, ma ancora accettabili se messi a confronto con le nuove “invasiones”. Lo spazio è riempito dalla musica, il gruppo di persone più fitto è disposto a cerchio attorno ai giovani che entrano a turno sulla “scena”: ballerini, suonatori e attori.
Ci colpisce l'età dei ragazzi che va dai cinque, sei anni ai giovani adulti: la festa è loro, tutti assieme, ma ci sono anche molti adulti che partecipano con curiosità. Intorno alla piazza sono disseminati dei gazebo che ospitano un richiestissimo “laboratorio di pittura sul corpo”, un punto di vendita di dolci e bibite, un mercatino di vestiti, uno di oggetti prodotti dalle attività di Casa do Sol e del materiale didattico a disposizione dei bambini. Un punto di sosta è anche dedicato a far conoscere la possibilità di avere consulenze giuridiche o per la salute.
Noi “bianchi” ci possiamo contare, individuiamo Pina, la referente principale: chiacchiera con le signore presenti, a tratti ha una bambina in braccio, ma sono loro, i ragazzi, a gestire la festa. Quando poi visitiamo il Centro, capiamo quanto lavoro si stia facendo perché quel modo di stare assieme diventi un valore condiviso.
Gabriella Bulian e Luciano Tonellato
lunedì 16 agosto 2010
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