“L’inizio del 2009 ha visto quasi una persona su sette nel mondo soffrire di fame cronica per arrivare a 1 miliardo di persone secondo i dati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO)”. È questa la realtà descritta dal direttore generale della Focsiv, Sergio Marelli, in occasione della presentazione del documento Risposte alla crisi alimentare mondiale e raccomandazioni per il futuro che si è tenuta al festival del cibo equo e sostenibile a Parma.
Un testo ricco di spunti di riflessione e di proposte concrete che partono dalla convinzione che “non si può più ignorare la confluenza della crisi alimentare, economica e climatica”. Una confluenza, come visto, dalle portate drammatiche. Eppure queste crisi si potrebbero trasformare in opportunità di cambiamento: “nei prossimi mesi la comunità internazionale ha la possibilità concreta di riformare i sistemi di governo per incoraggiare uno sviluppo davvero sostenibile, la sicurezza alimentare e lo sradicamento della povertà nel mondo” ha continuato Marelli. “Esistono numerose sedi in cui i governi e le istituzioni hanno potuto e possono agire: il summit del G8 con l’adozione della Dichiarazione congiunta dell’Aquila sulla sicurezza alimentare globale, la FAO e il Summit delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare mondiale che si terrà il prossimo novembre, e la Conferenza internazionale di Copenaghen sui cambiamenti climatici del prossimo dicembre”.
In particolare il documento si concentra sulle responsabilità di Stati Uniti (USA) e Unione europea (Ue) in rapporto all'attuale crisi alimentare senza trascurare le responsabilità dei governi dei paesi in via di sviluppo. Inoltre sottolineando la portata dell'attuale crisi ne analizza le risposte che sono state elaborate fino ad oggi, e presenta raccomandazioni concrete: includere il diritto all'alimentazione come linea guida per le loro politiche; aumentare gli aiuti all'agricoltura a sostegno del diritto all'alimentazione; promuovere la multifunzionalità dell'agricoltura. Nella pratica, Ue e USA dovrebbero sostenere meglio le politiche agricole dei paesi in via di sviluppo contribuendo a un ambiente politico che affronti i numerosi fattori che limitano la capacità dei piccoli agricoltori, delle famiglie guidate da donne e dei lavoratori privi di terra; eliminare l'instabilità dei prezzi: provvedere a scorte di cibo e vietare le speculazioni sui prodotti agricoli; creare una nuova via per il commercio tenendo conto che senza una riforma ambiziosa delle politiche commerciali l'impegno verbale di Ue e USA di combattere la fame resterà inattuato.
martedì 13 ottobre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento