martedì 24 aprile 2012

Caschi bianchi in gita nel parco nazionale Toro Toro

Quando si pensa alla Bolivia le prime immagini che si impongono alla mente sono le sue montagne magnifiche e maestose, le lande selvagge e desolate, una natura pura e incontaminata e scenari mozzafiato. Insomma, il paradiso dei naturalisti.
Ora immaginate tre giovani italiani che hanno scelto questa terra per prestarvi 1 anno di servizio civile internazionale e che, appreso di esser stati selezionati per il bando 2012, sono partiti e sbarcati nella patria della Pachamama già da un mesetto. Naturalmente non aspettano altro che i primi giorni di libertà per lasciare la città, il lavoro e la nostra nuova quotidianità per poter finalmente affacciarsi su quei panorami tanto sognati e agognati…
Ecco cosa è stato per noi il breve ponte di Pasqua: accomunati da una forte passione per il trekking e l’avventura, dopo aver sfogliato e ri-sfogliato la guida e dopo aver valutato decine di mete diverse, abbiamo finalmente optato per una località facilmente raggiungibile, che ci permettesse di godere appieno dei tre giorni di ferie, ma che allo stesso tempo fosse sinonimo di bellezza e divertimento: il celebre Parco Nazionale di Toro Toro.
Toro Toro è un insediamento urbano ubicato nell’estremo nord del dipartimento di Potosì nella provincia Charcas. Qui i colonizzatori spagnoli si insediarono durante la seconda metà del XVI secolo per ordine del viceré Francisco de Toledo, dandogli il nome di “villaggio degli indios”. Il nome Toro Toro deriva dal quechua (lingua nativa americana, la quarta più diffusa nel continente) “thruthuru” che significa pianura di argilla.
Nel municipio di Toro Toro è possibile visitare alcuni siti turistici molto importanti grazie al suo enorme patrimonio naturale, storico e culturale, nonché alla sua grande diversità geografica, ed è considerata oggi la capitale paleontologica e speleologica della Bolivia.
Questo pittoresco insediamento urbano si trova in un’area naturale incantevole, Parco Nazionale Protetto, che consta di un’estensione di 165,70 km²; il parco rientra nelle aree protette boliviane tutelate e salvaguardate dal Sernap, il Servizio Nazionale Aree Protette.
Il parco occupa la regione delle Valli Secche Mesotermiche, un’area tipicamente montuosa con profondi canyon, vallate e cascate. Nella zona sono state registrate oltre 329 specie di piante, nonché 49 specie di fauna selvatica: dal cervo taruca al gatto andino o titi, dal pappagallo rosso al puma e così via.
Il Parco è una vera e propria testimonianza concreta della nostra storia geologica, che consta di depositi di argilla sedimentaria, arenaria e calcaree, ricche di fossili marini e impronte di dinosauri risalenti ai periodi paleontologici di maggiori siccità che si sono ben conservate sino ad oggi. All’interno del Parco Nazionale si incontrano raggruppati le attrazioni turistiche più importanti della regione che ne hanno incentivato il progressivo sviluppo turistico, grazie alla crescente promozione attuata dalle istituzioni municipali, nonché sulla spinta di interessanti iniziative portate avanti dalle comunità locali indigene che risiedono nell’area.
Tra i luoghi di principale interesse turistico vanno menzionati: Il Canyon di Toro Toro e El Vergel, sito che si trova a circa 3 km dal centro, uno dei più visitati da turisti nazionali e stranieri; il primo è una immensa e improvvisa apertura nel terreno profonda oltre 250 mt., attraverso il quale è possibile vedere la crosta terrestre e i vari strati tettonici risalenti a differenti periodi geologici.
Dal mirador -terrazza panoramica completata da qualche anno- situato in cima, si può osservare il canyon in tutta la sua maestosità e scrutare il volo degli uccelli, tra cui avvoltoi e il raro ara fronterossa, specie protetta che vive esclusivamente in tali zone.
Da qui, seguendo la lunga e faticosa discesa verso il basso, si arriva a El Vergel (che in quechua significa narici di vacca), sito ricco di acqua e muschi selvatici, sul fondo del quale scorre un fiume che forma cascate e incantevoli piscine naturali in cui è possibile trovare un po’ di refrigerio dopo la lunga discesa.
La Caverna di Umajalanta, a 8 km dal villaggio, gigantesco e imponente antro formato nei secoli dal lento scorrere dell’omonimo fiume, la più grande e conosciuta caverna del Paese, presenta diverse conformazioni naturali con stalattiti e stalagmiti ben conservate nelle varie sale che è possibile esplorare durante un’emozionante e faticosa discesa, durante la quale è possibile sporcarsi e bagnarsi. Dunque occorre un po’ di spirito di avventura, buona condizione fisica, scarpe da trekking impermeabili e antiscivolo, ed è necessario essere accompagnati da esperte guide.
All’interno si possono ammirare i celebri pipistrelli vampiro, che vivono in questo habitat naturale per loro perfetto, e piccoli pesci gatto bianchi quando l’acqua del laghetto è abbastanza trasparente per permettere di osservali.
Città de Itas, situata a nordest a due ore e mezzo dal centro abitato, è una maestosa e imponente serie di conformazioni rocciose, di rocce sedimentarie. Un labirinto di pietre che conduce a innumerevoli caverne e grotte strette, che formano curiose sale che ricordano i palazzi di un’antica città: la sala del governo, la sala della giustizia, la cattedrale ecc.
Sono inoltre presenti numerose tracce di pitture rupestri di antiche popolazioni pre-incaiche. In tale sito è possibile fare escursioni e attività di avventura come trekking, escursionismo, camping e ancora scalate e arrampicate con guide che conoscono ogni singola roccia.
Altra attrazione di fondamentale importanza è costituita dalle Impronte di Dinosauri e dal Cimitero delle Tartarughe. Le prime sono disseminate un po’ ovunque all’interno del Parco, e occorrerà del tempo per poterne dare una corretta interpretazione; la maggior parte di queste sono orme impresse da dinosauri bipedi e quadrupedi come ad esempio l’Anchilosauro, vissuti nel Cretaceo (da 145 milioni a 65 milioni di anni fa).
Lo studioso Leonardo Branisa, esperto della zona, ha affermato che l’aera di Toro Toro era nel cretaceo un gigantesco pantano che ha favorito la conservazione di queste tracce indelebili della storia del nostro pianeta.
Il Cimitero delle Tartarughe, situato a 3,5 km a est dal centro abitato, conta numerose dune di sabbia rossa in cui si trovano sepolti centinaia di fossili di tartarughe antidiluviane di circa 500 milioni di anni fa. Di questi esemplari solo 2 fossili sono concessi alla vista dei turisti, ma durante il tragitto è possibile osservare resti di gusci, vertebre e altri fossili ancora.
L’entrata al Parco per i visitatori stranieri costa 30 boliviani, all’incirca 3/3.50 €, e si raggiunge con 5 ore di strada dalla città di Cochabamba. Vi sono bus che partono quotidianamente dalla città, precisamente dall’Avenida Repubblica quasi Avenida Barrientos, con un prezzo che varia dai 20 ai 25 boliviani (all’incirca 2.50 €), tutti i giorni alle ore 18.00, tranne il giovedì e la domenica, quando la partenza è alle ore 6.00. Per il ritorno a Cochabamba, invece, durante la settimana (sabato incluso) la partenza è alle 6.00 con ulteriore partenza alle 18.00 il venerdì. La domenica la partenza è alle 15, mentre non vi è trasporto pubblico di giovedì. Si può comunque raggiungere il Parco con mezzo privato, preferibilmente con un fuoristrada, dal momento che la maggior parte del tragitto è strada sterrata.
Malgrado il centro di Toro Toro sia molto piccolo, non mancano le opportunità di alloggio per le varie esigenze: come ostelli, stanze private o alberghi con prezzi che variano dai 20 ai 450 boliviani (dai 2.50 ai 50 € ).
Si raccomanda la prenotazione nei periodi festivi e, se tale, non venisse rispettata, come spesso accade nelle strutture a basso costo, si consiglia il turista di portare con sé una tenda o di cercare alloggio nelle case private della comunità.
Non mancano, inoltre, diverse pension, dove servono i piatti tipici boliviani o, nel caso si preferisse mangiare qualcosa insieme alla comunità, si può approfittare del mercato centrale, dove le cholitas locali preparano ogni giorni diverse pietanze tipiche del luogo.

Rosilde Brizio, Luca Di Chiara, Vanni De Michele
ProgettoMondo Mlal
Caschi bianchi - Bolivia

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