martedì 11 agosto 2009

Dal Perù esce il 36% della cocaina consumata nel mondo

Ennesimo attacco delle falangi terroriste del rifiorito Sendero Luminoso alle forze di polizia nella regione di Ayacucho.
Una vera e propria azione di guerra sabato 1 agosto ha insanguinato la base della polizia di San José de Secce, zona di transito del narcotraffico peruviano. Le conseguenze: cinque morti e ingenti danni strutturali, oltre al panico scatenato tra la popolazione. Ma il sindacato di polizia sembra non essere sorpreso dell’accaduto. Da mesi infatti la richiesta di rinforzi al Ministero della Difesa da parte del contingente in forze in questa zona caldissima della Valle del Rio Apurimac e Ene (VRAE).

Secondo il Rapporto 2009 sulla droga dell'UNODC (United Nations Office for Drugs and Crime) nell’ultimo anno in Perú la coltivazione di coca é cresciuta del 6%, in netta controtendenza rispetto alla considerevole diminuzione registrata lo stesso anno in Colombia.
I numeri peruviani sono impressionanti. A detta di un portavoce del Ministero dell'Economia e Finanza il fatturato annuale del commercio di cocaina sfiora i 22 milioni di dollari, pari al 17% del Pil nazionale. Ció significa che il business della droga in questo momento rappresenta di gran lunga il settore piú proficuo dell’economia peruviana. I conti sono presto fatti. Sul mercato limegno un kilo di cloridrato di cocaina viene venduto a poco piú di mille euro, ma una volta arrivato al mercato americano, europeo o asiatico il suo valore cresce esponenzialmente, toccando i 40mila euro. Se poi si considera che al dettaglio una dose di stupefacente puó valere fino a 80-100 euro al grammo, si puó facilmente intuire come le narcomafie stiano maneggiando una massa gigantesca di denaro esentasse.
Il rapporto dell’UNODC dichiara inoltre che attualmente sono 56mila gli ettari coltivati a coca in territorio peruviano, e calcola che dal paese esce il 36% della cocaina consumata a livello mondiale. Nella zona del VRAE, in piena selva centrale, crescono circa un terzo delle coltivazioni. Numerose prove e indagini confermano che i nuovi dirigenti di Sendero Luminoso - il gruppo armato maoista che si è reso protagonista dello scenario di violenza politica nel paese durante il ventennio 1980-2000 - stiano rimpolpando le proprie casse grazie a una nuova e micidiale alleanza con il narcotraffico, ricalcando il modello delle FARC colombiane. Senza dimenticare che la coltivazione, la produzione e il traffico di droga, in una zona caratterizzata da forti disagi economici come quella di Ayacucho, puó rappresentare per molti una concreta alternativa alla povertá e alla fame. Il mondo del narcoterrorismo insomma puó sortire un certo appeal in una fetta della popolazione, soprattutto fra i piú giovani. Non sono piú quindi utopie politiche ad attrarre nuova manovalanza nel vecchio movimento sovversivo, ma calcoli economici? È un'ipotesi.
In questi ultimi mesi la tensione tra le forze di polizia e i narcotrafficanti sta aumentando costantemente. Ma quali strategie sta mettendo in atto il governo centrale per arginare la recrudescenza del conflitto? Fondamentalmente, le iniziative proposte da Lima sono due: il controllo delle vie di comunicazione, per impedire i rifornimenti di kerosene e altre sostanze necessarie alla produzione di cocaina, e l'intervento armato coatto.

In questo delicatissimo contesto territoriale, cercando un’alternativa allo scontro frontale, Progettomondo Mlal decide di essere vicino alla popolazione ayacuchana con il progetto Yuyanapaq, considerando la possibilitá di un approccio diverso, dai toni fortemente sociali, che possa davvero stimolare un'educazione alla cittadinanza e alla democrazia.
Il campo é minato, e i nostri interlocutori provengono da generazioni di violenza, paura e odio. Ma ci auguriamo che la chiave educativa sia quella giusta per sanare questo complicato conflitto.

LUCA SARTORELLI, casco bianco in Perù per ProgettoMondo Mlal

1 commento:

  1. Anonimo11.8.09

    La situazione descritta attentamente nell'articolo conferma la ultime prese di posizione da parte di autorevoli organizzazioni, le quali hanno decretato il fallimento delle politiche repressive di lotta al narcotraffico. Il fatto più preoccupante è che il profitto derivante dal commercio della cocaina e della droga in generale crea delle aspettative da parte delle fasce più deboli della società senza che poi trovino effettiva realizzazione.
    Le fasce più deboli sognano il successo grazie al commercio della droga ma questo non fa altro che aggravare la loro situazione di disagio ed emarginazione.
    Alex Marini

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