venerdì 12 ottobre 2012

Promossi dall'Unione Europea con ottima pagella

Anche se ormai i riflettori di finanziatori e controllori sono spenti da un anno, da quando cioè anche formalmente è stato portato a compimento, gli ispettori inviati dall’Unione europea hanno conferito al Progetto Vita Contadina (Vida Campesina) in Bolivia un giudizio davvero lusinghiero. Hanno infatti scritto nero su bianco che, quanto è stato costruito in più di tre anni di lavoro da ProgettoMondo Mlal e i suoi partner locali, risulta ancora produttivo ed efficace. Il lavoro ha insomma dato risultati visibili e durevoli, ha contribuito concretamente a ridurre la povertà delle aree coinvolte e, dunque, a fare crescere le loro comunità economicamente e socialmente.
A decretarlo, con l’attribuzione di ben 5 B (il voto più alto, la A, viene attribuito molto raramente) è stata un’ispezione che l’Unione europea, come cofinanziatore del Progetto, ha effettuato nelle scorse settimane in Bolivia per misurare appunto “rilevanza e qualità del progetto”; “efficacia dell’implementazione”; “risultati”; “impatto” e “sostenibilità nel tempo” del Progetto Vida campesina.
Rilevanza e qualità del progetto – si legge nella relazione finale – sono molto alte”. E questo per la qualità del sostegno offerto alle Organizzazioni economiche contadine, per la promozione data a ben 4 settori produttivi, per la distribuzione su un largo territorio nazionale e per l’ottimo lavoro che era stato fatto a monte, prima ancora di implementare il progetto, con le realtà economiche locali.
“L’implementazione” del progetto è stata giudicata molto positiva perché anche le piccole variazioni apportate al progetto nel corso dei 3 anni di attività non hanno influito sul budget previsto e le 4 catene produttive risultano avviate correttamente, così come sono stati bene realizzati i 25 corsi di formazione e le 116 iniziative di accompagnamento tecnico offerte alle singole Organizzazioni contadine (Oecas).
Inoltre – si legge ancora nella relazione della commissione esaminatrice- i risultati si vedono a tutt’oggi: “sono state create opportunità economiche e sociali in un’ampia area di intervento, assolutamente trascurata da altri aiuti, l’82% delle Oecas è ampiamente in attivo, sono stati portati sul mercato 47 nuovi prodotti, è stato creato e adottato già da 14 Oecas un marchio di qualità economica e sociale, ora riconosciuto su ben 56 prodotti. I corsi di formazione ai 217 leader delle associazioni di produttori hanno creato 129 nuovi imprenditori e circa 300 nuovi posti di lavoro.
Per quanto riguarda poi “l’impatto” ottenuto dal Progetto, sempre gli ispettori mandati dalla Ue, hanno certificato che sono tangibili un miglioramento nelle condizioni di vita delle comunità coinvolte e una riduzione del livello di povertà, è stato raggiunto un maggiore livello di sovranità alimentare, per quanto riguarda cereali, latte e frutta, e il marchio di qualità creato dal Progetto è ora riconosciuto dal Ministero per lo Sviluppo economico.
Infine, l’indice che senz’altro più sta a cuore a chi crede nella cooperazione internazionale quale motore di sviluppo e avvio di un ciclo virtuoso che va oltre l’intervento puntale esterno: la prova “sostenibilità”, che risulta anch’essa pienamente superata. Non si è trattato cioè solo di un intervento spot, legato alla presenza di un organismo internazionale in Bolivia, o comunque dipendente da una qualche forma di aiuto umanitario internazionale. No, scrivono gli ispettori “A oggi, a distanza di un anno dall’intervento, le Organizzazioni contadine boliviane risultano tutte attive, possono vantare una gestione economica corretta, sono stati aperti e occupati nuovi spazi di mercato, le iniziative produttive sono bene integrate tra loro e collaborano anche con nuovi progetti in itinere. E infine la chicca: la scelta dei partner boliviani, il rapporto di conoscenza, stima e collaborazione reciproca, nonché il lavoro fatto con loro, è la garanzia che quanto seminato è stato seminato bene e continuerà a dare frutti.

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