lunedì 8 ottobre 2012

Fiorella Mannoia: l'arte ci salverà

Questa volta non è venuta per cantare ma per ascoltare e dare voce agli altri che, come lei vedono nel Sud del mondo, uno scrigno di bellissime esperienze da portare in dote anche nel nostro Nord.
Per una volta (ma lo sta facendo da molte settimane e nelle principali città d’Italia) un’artista come Fiorella Mannoia ha rinunciato a essere il centro dell’attenzione per dare invece spazio ad Axe, un Progetto educativo che in Brasile ogni anno raccoglie dalla strada più di mille bambini e adolescenti attraverso la musica, la danza e l’arte in generale.
Accompagnata da 6 ballerini di capoeira del Progetto Axe, che in questi mesi partecipano a ogni suo concerto, Fiorella Mannoia è tornata a Verona un mese dopo il concerto al Teatro romano, e si è seduta in una sala (in realtà quella molto bella e accogliente del Foyer del teatro di Giulietta messa a nostra disposizione dal direttore Paolo Valerio), al fianco di altre 9 portavoce di altrettante realtà veronesi che, proprio come lei, credono nell’arte quale strumento di crescita e soprattutto insostituibile risorsa comune e popolare.
L’incontro di sabato pomeriggio a Verona, patrocinato dal Comune di Verona e promosso da ProgettoMondo Mlal, è stato davvero bello e insolito.
In circa 3 ore si sono succedute al microfono più di una decina di testimonianze che, tutte insieme, hanno aperto una finestra originale su Verona. Città d’arte e di musica per antonomasia nasconde in realtà molte esperienze professionali e sociali che non hanno mai calcato le scene dell’Arena: una Ong di cooperazione internazionale come ProgettoMondo Mlal, l’Accademia circense che ha sede proprio nella nostra città, l’associazione Terra dei popoli, l’Orchestra giovanile veronese, e poi il Teatro dei vaganti, il bellissimo progetto per bambini di Disegnare musica, e l’Estravagario Teatro Verona, nonché l’istituzione scolastica Liceo coreutico, e per finire il Microcosmo arte terapia Carcere Montorio, tutte accumunate da una stessa visione dell’arte come educazione e una stessa missione: incontrare i giovani oggi, valorizzandone protagonismo e potenzialità nella fase più delicata e importante, quella della crescita.
Un approccio educativo, nonché di sviluppo, in cui Fiorella Mannoia crede profondamente. Per lei, grazie alla sua professionalità e personale ricerca artistica, tale approccio ha preso forma di parole e musica, così come di coinvolgimento per “Progetto Axé”, l’organizzazione no-profit fondata dall’italiano Cesare de Florio la Rocca a Salvador (Bahia).
"I ragazzi di Progetto Axé studiano danza, arte, musica, capoeira – ha detto con molta semplicità e convinzione la cantante romana – forse diventeranno artisti professionisti, forse no, ma sicuramente non saranno più quelli di prima: la loro vita sarà diversa, i loro figli saranno diversi, perché grazie al Progetto Axé loro sono cambiati”.
In rappresentanza del Progetto Axe ha parlato poi il coordinatore, Marcos Candido, che dal Brasile portava ai partecipanti all’incontro la sua esperienza nella pedagogia del desiderio e il contributo educativo ereditato da Paulo Freire. Fiorella ha conosciuto il Progetto Axe i suoi ragazzi già molti anni fa nei suoi viaggi in Barsile: "Con l’esperienza fatta con i ragazzi di Progetto Axé – ha poi spiegato Roberta Giassetti in rappresentanza del Progetto Axé Italia- Fiorella ci regala una grande opportunità.
Grazie al suo sostegno infatti, non solo il Progetto ha modo di farsi conoscere, ma soprattutto questi ragazzi hanno avuto l’occasione di essere visibili: proprio loro, che erano evitati dalla gente e che la gente faceva finta di non vedere, sono tornati a essere visti dalla società e con grande successo".
Approccio ed esperienza condivisi anche da ProgettoMondo Mlal che nei 20 Paesi in cui è presente, in Africa come in America Latina, realizza programmi di cooperazione allo sviluppo che hanno spesso come cuore dell’intervento proposte educative legate all’arte e alla riscoperta delle proprie tradizioni culturali che promuovono la danza, la musica e altre forme espressive a leva principale dello sviluppo di una comunità. Sia questa l’adolescenza emarginata delle favelas brasiliane o i detenuti delle carceri africane in Mozambico.

leggi anche:  L'Arena - 7 ottobre 2012

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