mercoledì 19 settembre 2012

Scontri tra minatori in Bolivia

Circa 30 mila lavoratori della miniera di stagno di Colquiri, una città a circa 200 chilometri da La Paz in Bolivia, hanno occupato il centro della capitale perché il governo Morales ha deciso di nazionalizzare la miniera e dunque affidare l’estrazione delle zone più ricche di metalli ai lavoratori del settore pubblico. Ciò ha suscitato molte proteste, e soprattutto scontri violenti tra i dipendenti privati, che hanno lavorato nella miniera di Colquiri fino al giugno scorso e gli attuali lavoratori della miniera, dipendenti dello Stato.
La manifestazione dei minatori nella capitale boliviana si è conclusa purtroppo nel sangue. E’ stata fatta esplodere una carica di dinamite tra la folla: un uomo è morto e 9 sono rimasti feriti. La vittima si chiamava Héctor Choque. Un altro candelotto di dinamite è esploso sul tetto dell’ufficio di un sindacato dei minatori, causandone il crollo: un uomo ha perso una mano e un altro passante è rimasto gravemente ferito, come ha annunciato il vice ministro dell’Interno Jorge Perez. Parallelamente la violenza è esplosa anche intorno alla stessa miniera dove, per mantenere l’ordine, il governo ha schierato polizia ed esercito.
I minatori del settore privato chiedono al governo di poter lavorare nella miniera di Colquiri, una delle maggiori in Bolivia in cui si lavorava fino a poco tempo fa con l’estrazione di stagno e zinco. In giugno le autorità boliviane hanno fatto scattare l’esproprio della miniera e proceduto alla sua nazionalizzazione.
Così il 20 giugno la miniera è stata rilevata dalla Comibol, un’azienda statale. Fino ad allora era di proprietà della Sinchi Wayra, azienda del gruppo svizzero Glencore. Il governo boliviano ha nazionalizzato alcune attività della Glencore, tra cui la compagnia della miniera: ovvero lo Stato compra azioni e proprietà, pagando un indennizzo che gli permette di acquisirne successivamente la proprietà.
Da allora alcune associazioni indipendenti dei minatori lottano per l’accesso a questo ricco giacimento. Il governo della Bolivia ha invitato ad aprire subito le trattative per cercare di risolvere la spinosa questione.
La decisione del governo è stata presa a giugno, e fino a quando continueranno gli scontri, il governo ha deciso di impedire l’accesso alla miniera ai lavoratori privati.
Le migliaia di lavoratori che lavoravano nella miniera fino a giugno sono perciò stati dirottati nella parte meno ricca, e dunque anche meno redditizia, della miniera. Si tratta di minatori non iscritti all’influente sindacato locale e questo significa per loro meno guadagni, a vantaggio dei lavoratori pubblici, iscritti al sindacato della Federazione dei minatori, che lavoreranno nella parte più ricca di metalli.
A loro volta, i minatori dipendenti dello Stato chiedono, al governo di mandare via dalla miniera i lavoratori “indipendenti”, e di lasciarli lavorare nelle zone a loro assegnate.
Jorge Perez, il vice ministro dell’Interno ha promosso un incontro tra i rappresentanti dei lavoratori privati e quelli pubblici per la ricerca di un accordo.
Da quando sono iniziati gli scontri più duri, all’inizio di settembre, il lavoro nella miniera è enormemente rallentato e le perdite hanno superato i cinque milioni di euro.
Secondo le previsioni, la miniera di Colquiri dovrebbe produrre quest’anno 3mila tonnellate di stagno. Si tratta del 15 % della produzione nazionale che è di 21mila tonnellate.
La situazione potrebbe evolversi rapidamente e il governo deve dimostrare di poter risolvere la questione con una soluzione che soddisfi le parti in gioco.

Luca Di Chiara
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal
Progetto Bienvenidos! Bolivia

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