venerdì 26 febbraio 2010

Con il carnevale anche a Qalauma si festeggia la terra madre

Il carnevale in Bolivia è un momento importante: molte sono le tradizioni che si incrociano e tutto il paese si paralizza nella festa più attesa dell’anno. Le città si colorano e le persone si preparano da mesi nei balli e nei costumi più sfarzosi e creativi. Oruro, città dell’altopiano boliviano situata a 3 ore dalla capitale governativa, gode della festa del carnevale più spettacolare di tutto il Paese, riconosciuto come patrimonio umanitario dell’UNESCO. Il significato storico che conserva tale città, famosa per il commencio e per le miniere, è l’offerta e il voto alla Virgen del Socavon: i ballerini sfilano come in forma di pellegrinaggio per ben 2 giorni consecutivi in voto alla Vergine protettrice della città. Così si mescolano tradizioni e fede cattolica, festa e spiritualità, preghiera e danza, storia e modernità.
Diversi balli hanno caratterizzato la sfilata sulla Av. 6 de Agosto di Oruro: la diablada, el tinku, la morenada, caporales, cullaguada, inka, llamerada, saya, chacareras, gruppi autoctoni, tobas: ogni ballo con i suoi ritmi, maschere e vestiari a seconda delle regioni di provenienza. Ognuno di questi balli ha una storia e un’appartenenza geografica boliviana: le maschere rappresentano dei ruoli specifici che ricordano momenti storici del paese, ad esempio il tema della colonizzazione spagnola, dell’indrottinamento cattolico o della tratta degli schiavi.
Dopo una notte di balli e di sfilata con coriandoli, giochi pirotecnici, musica, canti e birra, i ballerini si dirigono al santuario della Vergine dove, in ginocchio, ricevono la benedizione di fronte alla Virgen del Socavon e, come segno di riconoscenza, percorrono tutta la parte dell’abside, dove è situata la statua della vergine, in ginocchio fino all’uscita della Chiesa. Tutto questo come conclusione di un voto e una richiesta alla Madonna e come sollievo dell’anima dal dolore e dal peccato.



Il Carnevale è anche l’occasione per ringraziare la Pachamama (madre Terra) e per chiederle protezione e auspicio per tutto l’anno. La cerimonia di ringraziamento e di benedizione si chiama Cha’lla: durante questo rituale si prepara una messa di offerta alla madre terra, il tutto si brucia lentamente su carboni ardenti per poi essere interrato. Il venerdì di Canevale era la benedizione dei luoghi lavorativi e martedì grasso è la cha’lla delle case per chiedere benedizione e protezione delle energie negative.
Venerdì 11 febbraio si è svolta la Cha’lla en Qalauma, nel centro appena finito di realizzare e in attesa di essere popolato dai giovani reclusi nell’istituto penale di San Pedro, cui è destinato. Attraverso l’aiuto spirituale di una curandera (Llapti), tutto l’equipe di Qaluama si è riunito in cerchio e ha collaborato alla messa: foglie di coca, dolci, semi, mele, coriandoli, amuleti e un embrione di lama....il tutto pronto come offerta alla Pachamama. Ognuno di noi ha partecipato in un momento di raccoglimento e di silenzio durante il rituale per il buon auspicio e per la protezione, perchè tutto vada per il meglio e perchè la forza dell’equipè continui a essere costante e unita come sempre. Insieme a noi c’erano anche l’architetto incaricato della costruzione dell’infrastruttura, il geometra, doña Pacesa y don Andres, la coppia di Viacha che nel 2005 ha regalato al MLAL un ettaro di terreno per iniziare la costruzione di Qalauma.
Il messaggio della messa è chiaro: la curandera ha spiegato che Pachamama ha apprezzato l’offerta e “il pianto del lama” porta protezione e fortuna. Mentre la messa bruciava, uno ad uno ha “cha’llado” (ha versato per terra, intorno al fuoco, poche gocce di alcool nei 4 punti cardinali) ringraziando, chiedendo e offrendo speranza desideri e aspettative.
Un momento di raccoglimento ci ha uniti nel rituale tanto sentito: il sole brillava nel cielo e lo scoppiettio delle fiamme riempiva il silenzio. Un semplice pranzo ha concluso la giornata; contenti e speranzosi abbiamo preso il cammino di casa.

Ester Bianchini, Casco Bianco ProgettoMondo Mlal a La Paz

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