
Si legge nella comunicazione: “Il tragico bilancio di questo fine settimana in Perù è di decine di morti, centinaia di feriti, migliaia di persone che si sono trovate senza protezione, braccate dalle forze dell’ordine; le organizzazioni indigene, screditate e azzerate; i vecchi pregiudizi verso le popolazioni originarie dell’Amazzonia rinvigoriti direttamente da alti esponenti dello Stato. Un dialogo politico che, pur tra posizioni diverse e contrastanti doveva essere portato avanti il più possibile, è diventato un’azione militare, con drammatici risultati. Purtroppo, ad oggi non si registra una volontà chiara da parte del Governo, del Parlamento, dello Stato in generale di riaprire il dialogo così vitale non solo per gli indigeni, ma per la democrazia e per il Perù”.
Nel dettagliato comunicato che fa luce sulle premesse alla base di tali tragici scontri e sulla gravità degli stessi, il coordinamento delle Ong intaliane in Perù ribadisce che – oltre a chiarire la dinamica di tutti gli avvenimenti sfociati nelle terribili giornate del 5, 6 e 7 giugno - “è indispensabile da subito ripristinare i diritti alla popolazione indigena bloccata a Bagua Chica, Bagua Grande e Jaen perché possano ritornare alle loro comunità d’origine con la dovuta protezione. Senza il riconoscimento e il rispetto, innanzitutto da parte dello Stato e di tutti i cittadini, delle molteplici identità presenti in un Paese come il Perù, non sarà possibile né sviluppo né democrazia”.
Sul nostro sito il comunicato completo
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