
Le imprese recuperate che più si sono manifestate proprio a seguito della crisi, sono un esempio di organizzazione in un quadro di economia sociale.
Sviluppatesi inizialmente negli anni ’90 in seguito a politiche economiche neoliberiste sfrenate, queste realtà sono il frutto imposto da un’epoca di cambiamenti economici, politici e sociali. Partite da Buenos Aires e Neuquén, per poi svilupparsi in tutto il territorio argentino, le imprese recuperate rappresentano un movimento unico nel suo genere e di resistenza al mercato, che si fonda sulla solidarietà, sull’organizzazione e sul lavoro, come risposta spontanea alla disoccupazione e alla precarietà.
“A Cordoba siamo stati la prima fabbrica recuperata”, dice Margarita che lavora nella casa editrice Comercio y Justicia da 40 anni. “Abbiamo dovuto cercare avvocati di Buenos Aires, esperti in questo campo che ci potessero aiutare”.
Questa fabbrica recuperata è un'impresa storica della città, presente con il suo giornale da circa 70 anni, nonostante la chiusura nell’anno della crisi.

Il passaggio dal lavoro dipendente alla cooperativa è stato impegnativo e sofferto, i sacrifici sono stati molti, ma partecipazione, organizzazione e solidarietà hanno permesso a questa storica fabbrica, che stampa un proprio giornale e anche molti della regione, di riprendersi, di continuare a lavorare e di ampliare il suo mercato.
Oggi la cooperativa - dove lavorano circa 80 persone tra giornalisti, operai delle macchine di stampa, distributori dei giornali, amministratori e contabili - si regge su uno statuto che pone tutti i lavoratori a pari livello e su un consiglio direttivo eletto dalla partecipazione democratica di tutti i lavoratori. Gli stipendi poggiano sulla stessa base e prevedono dei premi per i carichi di responsabilità e per le ore di straordinario o di orario notturno.
Continua Zulema: “Oggi prendo ancora lo stipendio di 5000 pesos che prendevo 8 anni fa. Il che è un fatto raro con l’inflazione che abbiamo in Argentina. Il lavoro mi piace e sono orgogliosa dei progressi e dei miglioramenti che abbiamo realizzato”.
Sono passati otto anni da quando i lavoratori se ne sono appropriati, e Comercio y Justicia continua a esistere e a rappresentare una proposta viva, possibile e reale di organizzazione del lavoro, divenuto bene comune e della società in generale.
Francesco Venturin,
casco bianco ProgettoMondo Mlal Argentina
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