
Ma poi mi è bastato un click per tornare in quel paradisiaco posto. Un click per rivedere di nuovo i paesaggi mozzafiato di quel Paese, i suoi tramonti, i suoi laghi, i suoi vulcani, le sue piramidi maya; per potermi ritrovare nuovamente davanti al disarmante sorriso di una bimba che, superando le proprie diffidenze, accetta da un gringo (uno straniero bianco) una caramella all’arancia; per ritrovare le speranze di un mondo migliore impresse con una matita nel disegno di un bambino, e per sbattere davanti a quel tremendo slogan, “urge mano dura”, con sotto quel pugno chiuso, serrato, quasi a bloccare tante speranze.

Mi rivedo a bordo di quel furgoncino, a cantare a cappella Fra Martino, a ridere e scherzare per delle battute sceme, a giocare interminabili tornei di briscola con il profe, o a chiedere all’autista Freddy, intento a salvarci le chiappe durante un hollywoodiano inseguimento armato, se avesse voglia di un panino.
Riesco ancora a rivedermi sul bordo di quella piscina, seduto con tutti gli altri ad ascoltare le incredibili storie di vita di Freddy e della sua famiglia, storie di persone forti che non hanno mai abbandonato la speranza, anche a un passo dalla morte: gente determinata e convinta che questo mondo pieno di contraddizioni si possa cambiare.
Interrompendo il mio flusso di coscienza prima di apparirvi troppo noioso, concludo ringraziando in particolar modo Beppe che mi ha dato la possibilità di fare un’esperienza magnifica che credo possa diventare un punto di svolta della mia vita, e tutte le persone straordinarie che ho avuto modo di incontrare in questo mio meraviglioso viaggio.
Gabriele Frascaroli
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