Michel Martelly è stato proclamato vincitore del secondo turno delle elezioni presidenziali in Haiti. Ha vinto con il 67,57% dei voti, davanti all’altra candidata Mirlande Manigat, che ha raccolto il 31,74% dei voti. L’annuncio ufficiale è stato dato lunedì 4 aprile.
Benché le elezioni fossero anche legislative, e riguardassero un terzo dei 30 membri del Senato e i 99 deputati, l’interesse del popolo si è comunque concentrato sull’elezione presidenziale. Pochi secondi dopo la proclamazione, in tutta la capitale – come in tutte le piazze del Paese – si è sentito risuonare, a colpi di sparo e fuochi d’artificio, il nome del vincitore.
Michel Martelly è una figura del tutto nuova della politica haitiana. Fino a pochi mesi fa era soltanto un noto cantante di musica kompa, “Sweet Micky”. Pochi gli avrebbero cioè dato delle chanche di successo. Eppure ha fatto il suo cammino elettorale, accompagnato dall’appoggio di tutti i suoi fan. Martelly rappresenta il cambiamento, incarna la speranza dei giovani, in un Paese dove nessuno crede ancora nel potere né nei processi di sviluppo della comunità internazionale.
In particolare ha promesso l’istruzione primaria gratuita per tutti (grandissima sfida), e una ripresa della produzione agricola.
I suoi detrattori tuttavia sottolineano la mancanza di esperienza politica e il suo passato turbolento e vedono la consultazione elettorale solo come un’operazione guidata dalla comunità internazionale. E molti mettono già in conto che la politica haitiana continuerà ad essere vincolata alle forze internazionali, nonché a un parlamento che conterà molti membri del partito Inite del presidente uscente, René Préval, e agli interessi economici delle grandi élite.
Ma oggi sembra prevalere l’euforia, che riempie le strade della capitale ancora sotto le macerie e le città haitiane. La festa è infatti durata tutta la notte per i numerosissimi fan del candidato Tèt Kale (“testa rasata”).
A noi osservatori, tanto entusiasmo pare strano. Ha qualcosa che assomiglia a un entusiasmo per una showstar della canzone, più che l’attenzione per un leader e per le sue capacità e idee politiche.
Ma questo lo si potrà giudicare soltanto dalle sue azioni e pratiche future.
Nel frattempo, ci accontentiamo del fatto che l’occasione non abbia provocato scontri o altro genere di violenza. I risultati dovranno venire confermati il 16 aprile (tempo previsto per presentare eventuali contestazioni elettorali), quindi il presidente assumerà anche ufficialmente la carica il 14 maggio.
Nicolas Derenne
ProgettoMondo Mlal Haiti
Qui sotto un'intervista fatta alla vigilia del ballottaggio a Suzy Castor, nota intellettuale haitiana, appassionata protagonista della vita politica del Paese, con alle spalle anche l’esperienza dell’esilio a cui, ai tempi della dittatura di Francois Duvalier (Papa Doc), era stato condannato, il marito ex deputato, Gérard Pierre Charles. La Castor dirige oggi il Centro per la Ricerca e la Formazione Economico sociale allo Sviluppo (Cresfed) – partner di ProgettoMondo Mlal - fondato con il marito al rientro in patria nel 1986 alla caduta di Jean-Claude Duvalier (Baby Doc).
In questa intervista la Castor offre il suo punto di vista sull'andamento di queste ultime elezioni e su quali siano le priorità di Haiti e degli haitiani nell'ottica di un reale cambiamento.
mercoledì 6 aprile 2011
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