La violenza sulle donne è un fenomeno in ascesa in Burkina Faso. Le regioni in cui la percentuale è più elevata sono il Nord, il Plateau centrale, il Sahel e les Hauts Bassins (regione quest'ultima nella quale ProgettoMondo Mlal lavora dal 2003).
Nonostante non manchi una legislazione sulla problematica, le disposizioni restano spesso inapplicate: la violenza sulle donne è rimasta per lungo tempo un tabù in Burkina Faso, in quanto considerata dimensione “privata”, e dunque da trattare a casa propria.
In questi ultimi anni sono stati fatti degli sforzi per informare le popolazioni sui diritti e doveri, anche grazie alla traduzione e diffusione dei testi giuridici e attraverso campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.
Se a livello internazionale la percentuale di donne vittime di violenza fisica durante la gravidanza è del 25%, sul piano nazionale la situazione è di gran lunga più grave: il 99% delle donne ha subito almeno una volta un episodio di violenza!
Alle numerose discriminazioni, le violenze sulle donne del Burkina Faso costituiscono un problema dalle mille sfaccettature. Seppure il Paese sia sulla strada della democratizzazione, la maggior parte della sua popolazione vive in situazione di povertà e di povertà estrema, in particolare le donne nonostante la loro partecipazione alla produzione della ricchezza del Paese.
E nonostante l'adozione di un codice della persona e della famiglia, e una politica di genere che promuove l'uguaglianza tra i sessi, il contesto socio-culturale burkinabè resta marcato da regole legate al costume e alle religioni, con un’incidenza spesso negativa sulle donne. Le violenze creano anche gravi conseguenze sul piano umano e sociale: matrimoni precoci e/o forzati, gravidanze nel periodo adolescenziale, contaminazioni volontarie di HIV/AIDS, ripudio ed esclusione dalla vita familiare e sociale, violenze domestiche fisiche e psicologiche, mutilazioni dei genitali (il paese conta ancora un 46% di donne vittime dell'escissione), accuse di “stregoneria”, schiavitù, traffico di bambine.
Lo sforzo per sradicare queste violenze è enorme, e per quanto possibile ProgettoMondo Mlal è chiamato a dare il suo contributo per combatterle in tutte le sue forme. Uno degli interventi che ci caratterizza è, ad esempio, la prevenzione della morbi-mortalità materna e infantile.
In queste società, madre e bambino, devono sottoporsi a un periodo di emarginazione, ad esempio nella capanna del parto o nella casa di famiglia. Durante questo periodo la mamma è considerata impura e il bambino come un’entità molto vulnerabile: è necessario che il corpo del bambino si irrobustisca, perché la sua anima e il suo spirito si uniscano a lui più strettamente; i rituali di integrazione pongono fine a questo difficile periodo. Tali comportamenti sono molto forti soprattutto nelle zone rurali, e infatti la mortalità materna e la denutrizione dei bambini sono ancora molti diffusi.
Le attività di alfabetizzazione, svolte nell'ambito dei nostri progetti, si inseriscono appunto come possibilità di ouverture d’esprit per i beneficiari. L’alfabetizzazione diventa allora un percorso che può rendere più consapevoli le popolazioni, uno strumento per comprendere gli avvenimenti e la realtà, indispensabile anche per una corretta ed efficiente gestione delle attività generatrici di reddito.
Edwige Sanou e
Marina Palombaro
ProgettoMondo Mlal Burkina Faso
giovedì 7 luglio 2011
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