Qualche giorno prima avevamo saputo dal nostro referente dell’Unione Europea che per la settimana successiva era prevista una visita di monitoraggio al nostro Progetto alla quale avrebbero partecipato 18 persone. Una richiesta così poteva dire due cose: o il nostro progetto aveva fatto notizia e in tanti lo volevano conoscere da vicino, oppure, al contrario, i rimandi istituzionali erano talmente insignificanti (per non dire negativi) che si voleva capire meglio se valesse davvero la pena continuare a investire. Normalmente le delegazioni di questo tipo sono composte da massimo due funzionari che vengono a “fare le pulci” al progetto, ma quando i visitatori sono ambasciatori e capi delegazione, allora significa che qualcosa di “buono” da vedere c’è. Eccome.
Già dal primo momento il Capo Delegazione Unione Europea in Mozambico, Paul Malin, ci ha espresso la sua stima nei confronti di Progetto Mondo Mlal e del partner responsabile delle attività, il SERNAP (Servizio Nazionale Penitenziario), nella Penitenziaria Industriale di Nampula. Ciò che ci viene comunicato è infatti che “Il carcere è ormai un modello a livello nazionale”, grazie alla presenza di “strutture all’avanguardia, divisione dei detenuti in base all’età e alla tipologia di pena, e alla presenza di attività formative ed educative all’interno della struttura penitenziaria”.
A riceverli, il direttivo della Penitenziaria con a capo il direttore Chico Alberto Quembo, accompagnato dai responsabili dei vari settori: istruzione, formazione professionale, sezione minorile e sezione adulti e cultura. Per quanto riguarda Progetto Mondo Mlal, a rappresentare l’Ong io (Francesco Margara, coordinatore del progetto Vita Dentro, ndr) con Martina Adami, amministratrice di Vita Dentro, e Marco Fucili, amministratore del nuovo progetto “Responsabilidade”, accompagnati dagli operatori sociali Carolina da Conceição, César dos Santos e Severino Amamo.
Il direttore Quembo si è dimostrato subito un ottimo padrone di casa, facendo gli onori alla Delegazione e avviando la giornata con una breve presentazione del carcere e delle attività svolte insieme a ProgettoMondo Mlal dal 2007 a oggi: sei anni di entusiasmante lavoro tra alti e bassi, come è normale che sia in una relazione così lunga! Anni comunque coronati da una visita, speciale come questa, significa che non sono passati invano.
Dopo l’introduzione fatta da Quembo, è stato dato spazio alle domande degli ospiti che certo non si preoccupavano di porre questioni scomode, come il livello di rispetto dei diritti umani all’interno dell’istituto penitenziario in base alle condizioni di vita, al sovraffollamento e alle condizioni di alimentazione.
Nel mezzo, ovviamente, mille altre domande da parte di tutti per capire come siamo riusciti ad ottenere questi risultati. Ma far capire quanti sforzi, e quanta fatica, abbiamo fatto io e i miei predecessori nell’intento di migliorare la struttura penitenziaria, e la mentalità di una parte delle persone con le quali abbiamo lavorato negli ultimi anni, non è compito facile. Come si può infatti sintetizzare in pochi minuti un percorso durato anni? Come si può ridurre a poche parole un lavoro durato mesi, e mesi passati costantemente a preoccuparsi che certe cose venissero fatte e venissero fatte bene? Perché a noi questo importa: ottenere risultati, sì, ma risultati positivi, duraturi e riconoscibili a prima vista.
Nel momento dei saluti, l’ambasciatrice svedese a Maputo, Ulla Andrén, ci ha regalato un complimento breve ma credo significativo: “dopo averne visti tanti in Africa, posso dire che questo sembra una struttura non sembra nemmeno un carcere. Complimenti per il vostro lavoro!”
Soddisfazione generale dunque, anche se alla fine eravamo perfino dispiaciuti di non avere avuto modo di mostrare tante altre cose che siamo riusciti a fare in questi anni. Senz’altro però il giudizio positivo espresso dai nostri ospiti, oltre a rappresentare un premio per la nostra Ong ProgettoMondo Mlal, funzionerà da stimolo per continuare a portare avanti le nostre idee con la stessa convinzione di sempre.
Francesco Margara
Coordinatore Progetto Vita Dentro
Che bello... una dimostrazione incredibile che con cuore e capacità si possono fare cose grandissime.
RispondiEliminaUn lavoro di anni in cui ognuno ha messo un pezzo importante.Un equipe trasversale meravigliosa.
E' stato come costruire un muro a secco con pietre preziose...
Sono veramente contento di questo riconoscimento
Bravo progettomondo.
Stefano Fontana