mercoledì 22 agosto 2012

8 settembre a Trento. Il futuro che ci sta a cuore

Il progressivo sostituirsi dell’economia alla politica nella determinazione delle scelte che orientano il nostro futuro, è un dato che rileviamo ormai anche dalla cronaca quotidiana che ci riporta continuamente l’inventario dei fallimenti della politica invocando l’azione di tecnici e di nuovi referenti che siano “fuori” da essa.
Un tema, questo, che sarà affrontato nel consueto Primo Piano di ProgettoMondo Mlal – che si svolgerà sabato 8 settembre al Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale in Vicolo San Marco 1 a Trento, in occasione di un percorso sulle grandi questioni ambientali.
Un’opportunità di incontro e di approfondimento che, con l’impegno dei nostri collaboratori, la nostra organizzazione propone a soci e simpatizzanti e che il presidente di ProgettoMondo Mlal, Mario Lonardi, presenta con una riflessione introduttiva.
“Molti di noi si sono imbattuti con l’indifferenza o, peggio, con la riluttanza e l'irresponsabilità di alcuni decisori politici, spesso fortemente condizionati da potentati economici.
Questi soggetti sostengono una “logica del mercato” che pervade la nostra società e che si è molto spesso dimostra indifferente al grido di sofferenza e di ribellione che si alza dai quattro angoli del pianeta pur di conservare i privilegi acquisiti anche attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali dei Paesi poveri e delle loro popolazioni”.
Alle persone che reagiscono a questa ingiustizia, proponendo alternative concrete e perseguibili, si sommano quelle che aspirano a società più democratiche e partecipative. Riprende il presidente di ProgettoMondo Mlal: “Costoro sono spesso perseguiti da chi detiene il potere decisionale e sottoposti a restrizioni delle libertà individuali e collettive, a continue e reiterate violazioni dei diritti, a logiche che, perseguendo la massimizzazione del profitto, continuano a minare i loro sforzi per costruire un mondo migliore per tutti e un futuro sostenibile per le future generazioni”.
È in questo contesto che si è tenuta la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (RIO+20), conferenza che, secondo Lonardi, “molti osservatori hanno dichiarato conclusa senza raggiungere risultati concreti e impegni vincolanti capaci di favorire lo sviluppo sostenibile, sradicare la povertà e far fronte al peggioramento della crisi ambientale, le cui conseguenze gravano soprattutto sulle popolazioni povere del sud del mondo e meno responsabili di questa crisi”.
Uno dei motivi del fallimento starebbe nel fatto che ogni paese ha partecipato alle sessioni negoziali valutando le proposte e i vincoli della comunità internazionale sulla base dei propri interessi, individuando l’opportunità di sviluppare attività di "green economy" più come nuove aree di business che come strumenti adatti ad affrontare la crisi in atto e a garantire lo sviluppo sostenibile combinando la crescita economica con la tutela dell'ambiente.
Cosa salviamo quindi di Rio+20?
Il partenariato con imprese che vivono nella logica del mercato è possibile e potenzialmente fruttuoso per un lavoro di cooperazione nella prospettiva di una società più sostenibile e solidale?
Come si può evitare il rischio che la green economy contribuisca a realizzare solo operazioni di facciata, lasciando di fatto immutato un paradigma di sviluppo ad oggi basato sulla crescita, sul consumismo, sull'assenza di responsabilità riguardo ai limiti delle risorse naturali, e che accresce le diseguaglianze tra le popolazioni povere e quelle ricche del pianeta?
Quali saranno gli indirizzi dei decisori politici internazionali in merito alle politiche di cooperazione e quali saranno le priorità poste per i soggetti che operano in questo contesto?
Durante Rio+20 si è svolto il vertice parallelo"cupula dos povos": esiste una possibilità parallela, una via della società civile, delle popolazioni indigene e delle organizzazioni, al di fuori della politica dei governi?
Una serie di domande a cui si cercherà di trovare risposte nel fine settimana a Trento, grazie alla collaborazione del Centro di Formazione Solidarietà Internazionale e all’aiuto di relatori esperti quali Massimo De Marchi, Egidio Dansero e Lorenzo Bellu che solleciteranno i presenti con i loro contributi.

Nessun commento:

Posta un commento