martedì 7 febbraio 2012

Scuole per Haiti: finalmente la prima pietra

A Léogane, epicentro del terremoto del 10 gennaio 2010 che ha devastato Haiti, è entrato finalmente in piena attività il primo cantiere sul quale sorgerà la scuola comunitaria Les Abeilles d’Aspam, prevista dal programma di ricostruzione “Scuole per la rinascita”. E sono in corso le procedure per avviare un secondo e un terzo cantiere di altrettanti edifici scolastici.
Attualmente l’attività scolastica, rivolta ai 250 alunni di Les Abeilles d’Aspam, viene svolta a lato del vecchio istituto crollato, sotto a delle tettoie costruite con legno e lamiere dalla comunità all'indomani del sisma. L’obiettivo è potere terminare i lavori del nuovo edificio per l'inizio del nuovo anno scolastico, nell’ottobre 2012.
I genitori e i membri della comunità lavorano a turno nel cantiere, ovviamente con l’impegno adatto alle capacità di ognuno. E non sono escluse le donne.
La comunità, che è anche titolare diretta della gestione della scuola, attende con grande ansia la nuova struttura. Alla riunione con cui si voleva annunciare l'avvio dei lavori, svoltasi lo scorso 24 ottobre, avevano infatti partecipato spontaneamente più di un centinaio di persone. L’attesa è grande e condivisa: sia per consentire un adeguato svolgimento delle lezioni scolastiche, sia come segnale concreto di una ripresa di vita normale in una terra che ha ormai perso il senso della normalità. Soltanto quando saranno cancellati i segni ancora così evidenti di ciò che è stato il terremoto, la nuova scuola potrà tornare a essere rifugio sicuro e spazio fisico di riferimento per l’intera comunità.
Le scuole verranno costruite in collaborazione con l’Ong finlandese Finn Church Aid e sono state progettate secondo il codice di costruzione canadese. Gli edifici si prestano inoltre a servire alla comunità anche come rifugi in caso di disastro naturale.
La notizia della posa della prima pietra ad Haiti riveste per la nostra Ong, e per tutti i sostenitori, che in questi mesi non hanno mai rinunciato a sperare e a sostenerci, un’importanza straordinaria. In tutto questo periodo di lavoro indefesso non sono infatti mancati momenti di scoramento, anche soltanto per il carico di responsabilità che ProgettoMondo Mlal, così come i nostri partner haitiani, sentiva di avere nei confronti dell’opinione pubblica italiana e soprattutto dei beneficiari diretti a Léogane, colpiti due volte in pochi mesi: prima dal sisma devastante, che ha cancellato il 90% delle scuole, ha lasciato a casa insegnanti ed educatori e ha così pesantemente influenzato la crescita di bambini e bambine delle comunità maggiormente colpite da distruzione e povertà, poi di nuovo frustrata dai rinvii e ritardi e beffata da incuria, immobilismo e insufficienza di reazione da parte di Stato e classe politica.
Non ci si può infatti nascondere che, a due anni dal terremoto del gennaio 2010, la fase di ricostruzione di Haiti vada assolutamente a rilento. E già appaiono le prime scritte di protesta sui muri contro il presidente Martelly, come riporta in un articolo, in cui vengono messi a nudo i contrasti e le contraddizioni che tengono bloccata la politica haitiana in un’impasse nociva per il Paese, anche l’edizione de Le Monde del 14 gennaio.
Nella giornata della commemorazione del terremoto (10 gennaio), alcune migliaia di persone hanno partecipato a una piattaforma per denunciare le condizioni di vita post terremoto ed esigere dalle autorità un bilancio sulle spese effettuate e i fondi ricevuti per la ricostruzione. Si allargano infatti le voci e le inchieste sulla destinazione dei fondi stanziati per la ricostruzione. A questo proposito il Comitato delle Organizzazioni di difesa del diritto all’alloggio, ha sottolineato come, nelle regioni più colpite dal terremoto, tornare a vivere sotto un tetto sia un obiettivo ancora tutto da raggiungere.
Per quanto riguarda Léogane, epicentro del sisma e area interessata al nostro Programma di ricostruzione “Scuole per la Rinascita di Haiti”, il quotidiano Le Nouvelliste ha da poco sottolineato i passi fatti avanti. I dati dell’OIM dicono per esempio che nel dicembre del 2011, a Léogane, rispetto alle 7.783 persone del 2010 gli ospiti degli attuali 45 accampamenti sono scesi a 2.075. Segno che, in un anno, è stato possibile smantellare ben 80 accampamenti. Seppure in uno stesso articolo riportato da Le Nouvelliste (12 gennaio 2012 “Deux ans après; on aurait dit hier”) l’autore sottolinei come la città rifletta ancora quasi integralmente il dramma che l’ha colpita e come diverse scuole continuino a funzionare sotto ripari di fortuna. Il che, tutto insieme, testimonia chiaramente la lentezza dell’azione delle autorità (Le Nouvelliste, 13/01/2012, Deux ans après ; on aurait dit hier).
Ma perché la ricostruzione sembra non avanzare? Non è nemmeno facile rispondere a questa domanda, tanto le sfide sono grandi e riguardano in primo luogo il tessuto sociale haitiano, l’assenza di un Catasto e di un organo statale degno di questo nome. Senza dimenticare la mentalità stessa di una parte della popolazione, abituata ad aspettarsi qualcosa più che spingersi a proporre, l’incompetenza degli uni e l’attendismo o la voracità degli altri, l’attitudine infine delle Ong divenute quasi Stati nello Stato.
Anche un altro Programma (“Viva Haiti”), che ProgettoMondo Mlal sta realizzando a Fonds Verrettes e che ha per obiettivo il rafforzamento delle capacità dei nostri partner locali, prevede un importante componente di costruzioni e di ristrutturazione di infrastrutture pubbliche.
Molto buoni i risultati e i progressi che andiamo registrando poi sul fronte del secondo progetto di sicurezza alimentare “Piatto di sicurezza”, dove le associazioni contadine del centro ed est del Paese sono ormai in piena attività, mentre si prepara a partire la prossima coppia di cooperanti destinata da ProgettoMondo Mlal ad Haiti per l’avvio di un quarto Progetto voluto dall’Unione Europea, il progetto “Nuove Energie”: intervento dedicato alla promozione e alla diffusione di nuove fonti di energia sostenibili in alternativa alla tradizionale legna da taglio, per il ricavo della quale il territorio haitiano ha progressivamente perso qualunque difesa naturale contro i disastri naturali.

Marco Bordignon
coordinatore Scuole per la Rinascita di Haiti
ProgettoMondo Mlal Haiti

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