martedì 3 novembre 2015

Burkina Faso: Una nuova quotidianità

Se c'è un luogo in cui i burkinabè amano passare il loro tempo, questo è di sicuro il maquis. Definirlo un piccolo bar sarebbe troppo riduttivo, perché il maquis è qualcosa di estremamente nuovo rispetto alla nostra concezione di bar o luogo di ritrovo.
Si presenta assolutamente essenziale: una tettoia, un frigorifero, qualche tavolino e sedie sparse qui e là ma che, all'arrivo dei primi clienti, si trasforma in un ambiente amichevole e frizzante.
Si va al maquis non solo per refrigerarsi nelle calde giornate, ma soprattutto per partecipare a discussioni su varie tematiche: dalla politica alle questioni familiari. Qui si parla di tutto e, cosa straordinaria, si può scherzare liberamente, prendersi in giro anche rispetto alle differenti appartenenze etniche.
In Burkina Faso ci sono circa 60 etnie diverse e una vasta lista di differenti lingue parlate, ovunque vale una regola base: nessuno si deve offendere e tutti possono scherzare liberamente. Questo crea un bellissimo equilibrio nel popolo burkinabè, oltre che garantire una grande libertà di espressione.
Sono arrivata da meno di due settimane a Bobo Dioulasso, la seconda città del Burkina Faso, e non ho di sicuro perso tempo nel farmi affascinare da questa nuova cultura.
Ogni giorno per me è una nuova scoperta, e pare che ci siano ancora molte cose ancora da conoscere.
Come dicevo, al maquis, non solo si passa a fine di una lunga giornata di lavoro per bere qualcosa di fresco e fare due chiacchiere con gli amici, no. Diventa un luogo di fiducia, in cui sai che puoi incontrare qualcuno per fare amicizia, condividere insieme una bevanda e, perché no, una cena improvvisata al momento.
Basta decidere cosa mangiare, salire sullo scooter e ci si imbatte subito in mille simpatici ristorantini “take away”. Dotati di specifici forni, la carne cuoce all'interno di un grande contenitore, sei tu stesso con un grande forchettone a scegliere il pezzo che poi verrà accuratamente tagliato in bocconcini succulenti conditi con salse e verdure a piacimento. Il tutto viene incartocciato ed è subito pronto per l'asporto. Ed ecco che troviamo un piatto caldo al centro del tavolo, non c'è nemmeno bisogno di esitare, è d'obbligo condividere con gli altri e degustare assieme un'ottima cenetta ovviamente dopo essersi lavati bene le mani e aver ordinato una nuova brakina, la birra del Burkina.
Sono passati solo pochi giorni dal mio arrivo e fin da subito mi sono sentita accolta in una grande famiglia. Quello che mi ha colpito è di sicuro la grande disponibilità della gente.
La casa in cui vivo, dista pochi minuti a piedi dall'ufficio di ProgettoMondo Mlal, ma il pomeriggio le mie attività si concentrano nell'aiutare nella gestione di un Centro di formazione giovanile che, invece, è più lontano... circa 40 minuti di cammino.
In realtà non sono ancora mai riuscita ad arrivarci a piedi visto che, ogni volta, si è fermato qualcuno per offrirmi un passaggio, e salgo volentieri sul mezzo di trasporto più amato da queste parti, lo scooter!
Moto, scooter, biciclette e macchine fumanti, sfrecciano lungo la strada che mi porta al Centro. Poi, piano piano, l'asfalto scompare ed è la terra rossa a segnare il tragitto. Sembra quasi di essere lontanissimi dalla città, l'ambiente è più aperto, piccole casette di mattoni rossi, bambini che corrono e giocano ovunque e là, in fondo, sorge il Centre Jigi Seme.
Nato nel 2003, con il sostegno delle Missionarie dell'Immacolata Regina della Pace, grazie all'appoggio del CVCS negli ultimi anni ha potuto ampliare la sua struttura e mantenere una buona dotazione di strumenti che servono ai giovani per poter studiare in un ambiente sereno, fare ricerche e poter imparare ad usare il computer, leggere e prendere in prestito libri scolastici dalla biblioteca.
Qui le giornate scorrono veloci, tra corsi di formazione, analisi dei bisogni, pianificazione, programma di attività e senza farci mancare nemmeno l'analisi dei problemi. Il tutto fatto insieme ai ragazzi che, da appena due mesi, si sono trovati ad essere i protagonisti del nuovo Comitato di gestione del Centro.
Così all'imbrunire mi dirigo verso casa, le luci si accendono e si ritorna sulle strade in fibrillazione. I banchetti di frutta e verdura sono ancora là, in attesa degli ultimi clienti e già si sentono i profumi dei ristorantini che iniziano ad aprire i loro forni, a preparare i condimenti, tagliare le verdure...
Comincia così una nuova serata e da lontano vedo maquis già pronti ad essere animati!

Wendy Denise Lenarduzzi
Cvcs-ProgettoMondo Mlal
Burkina Faso

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