Avete mai provato a chiedere ad un bambino quali
strategie adotterebbe per arginare il problema dell’inquinamento? O quali
azioni occorre mettere in atto per migliorare la società? O ancora di
riflettere sui propri diritti e responsabilità di cittadini? Al Manthoc questo
è il “modus operandi” quotidiano, che raggiunge la sua massima espressione nel
corso dell’annuale Assemblea Nazionale, un appuntamento a cui partecipano i
delegati regionali e nazionali provenienti dalle 16 “basi” del Movimento,
dislocate in tutto il Perù, per valutare l’anno concluso e strutturare le
iniziative del nuovo anno.
A febbraio,
nella casa del Manthoc intitolata al suo fondatore Alejandro Cussianovich nel
distretto di Villa el Salvador (Lima),
è stata
inaugurata la 33esima Assemblea
Nazionale del Movimento di bambini e adolescenti lavoratori. Madrina
dell’evento la parlamentare socialista del partito Frente Amplio Tania Pariona,
ex bambina lavoratrice e già delegata nazionale del Manthoc.
Nel suo discorso introduttivo Pariona ha ricordato
i primi passi nelle fila del Manthoc, che hanno fatto nascere in lei un forte
senso di protagonismo e di partecipazione alla “cosa pubblica”, tanto da
portarla a fare della politica una scelta di vita. Ha inoltre manifestato il
suo interesse di fronte ai ragazzini presenti all’Assemblea e ai loro collaboratori
adulti, di voler continuare a lottare in Parlamento affinché i diritti dei
bambini lavoratori vengano rispettati e tutelati.

Un tema scottante per il Manthoc in questo periodo
riguarda una proposta di legge che, se passasse, sanzionerebbe il lavoro al di sotto dei 16 anni. A uno
sguardo europeo la novità potrebbe far tirare un respiro di sollievo, ma immergendosi
in un’altra cultura e società con esigenze differenti da quelle del Vecchio Continente,
ci si accorge che questa proposta potrebbe ostacolare la vita di molti bambini
e ragazzini che intervallano la loro quotidianità tra studio, lavoro e lotta
per condizioni lavorative dignitose.
L'intervento ha dato inizio a una settimana di
grande impegno.
I 35 ragazzini partecipanti all’incontro, di età
compresa tra i 10 e i 17 anni, si sono inizialmente confrontati sul lavoro
svolto nel corso del 2016. Le varie basi hanno esposto i progetti e le azione
portate avanti nei luoghi di provenienza spesso in collaborazione con gli enti
istituzionali, hanno presentato le iniziative di autofinanziamento e le
ricorrenze a cui hanno partecipato come la marcia in occasione del primo
maggio, festa internazionale dei lavoratori, la festa della mamma e la
partecipazione a iniziative contro la violenza sulle donne e sui bambini. Ogni
centro ha presentato le attività che porta avanti autonomamente, come il
sostegno ai compiti che una collaboratrice di Iquitos (capoluogo della regione
di Loreto, nella Selva) offre nel Mercato Centrale della sua città. La mattina
la giovane gestisce un banco di frutta e verdura, che nelle ore pomeridiane
diventa un tavolo dove i bambini svolgono i loro compiti scolastici.
È seguita una fase di autovalutazione comune e
approfondita in cui si sono sottolineati gli aspetti dell’anno passato che
hanno funzionato e quelli che occorre revisionare per il 2017.
Un altro momento importante è stato l’incontro con
due rappresentanti del gruppo “Familias por la Diversidad Sexual”,
un’associazione di Lima di genitori, parenti e amici di persone LGBT(lesbiche,
gay, bisessuali e trangender). Quest’occasione ha favorito il confronto su tematiche
come l’orientamento e l’identità sessuale e di genere, questioni molto
importanti verso le quali il Manthoc sta dirigendo le sue riflessioni,
soprattutto per opporsi al movimento sociale peruviano “Con mis hijos no te
metas” che lotta contro l’insegnamento dell’educazione sessuale e di genere
nelle scuole.
Il mercoledì, per intervallare i ritmi serrati
dell’assemblea, i ragazzi hanno trascorso un pomeriggio al mare. Per alcuni di
loro, quelli provenienti dalle zone andine e della selva, non ha solo
rappresentato passare mezza giornata di svago, ma ha significato vedere il mare
per la prima volta nella loro vita.

Giovedì mattina c’è stata l’elezione dei nuovi
delegati nazionali del Manthoc, ovvero un gruppo di massimo dieci NATS tra i 12
e i 16 anni che andranno a rappresentare il Movimento a livello internazionale e che li vedrà in prima linea a interfacciarsi
con le istituzioni nazionali e internazionali. I rappresentati uscenti sono
stati in carica due o tre anni e da statuto non possono più ricoprire questo
ruolo. Con grande serietà sono avvenute le nuove candidature, ogni candidato ha
presentato un suo racconto di vita, il luogo d’origine, le sue esperienze
lavorative, i primi anni nel Manthoc, la crescita del senso di protagonismo
fino alle motivazioni che lo hanno spinto a candidarsi come delegato nazionale.
I componenti delle varie basi, dopo aver seguito questo momento con grande
interesse e serietà, hanno espresso i loro voti, adempiendo i propri diritti e
responsabilità di cittadini e dando agli adulti lì presenti un alto esempio di
democrazia. Tutti e 8 i candidati sono stati eletti perché hanno raggiunto e superato il minimo di 10 voti favorevoli su
16. La mattinata si è conclusa con un emozionante momento di passaggio di
consegne che i delegati uscenti hanno affidato ai nuovi, tra applausi,
abbracci, promesse, lacrime e ringraziamenti.
Altri due momenti degni di nota sono stati
l’incontro con i fondatore e guida pedagogica del Manthoc Alejandro Cussianovich
e il laboratorio “Es mi cuerpo” gestito da Amnesty Internacional. Durante il
suo magistrale intervento, Cussianovich ha esortato i NNATS a lottare per i
diritti dei bambini lavoratori di tutto il mondo, soprattutto per coloro che
non dispongono di dignità lavorativa. Ha posto l’accento sulla necessità di
continuare con l’impegno civico per vivere a pieno il ruolo di cittadino ed ostacolare
il rischio della retrocessione sociale, politica e normativa. Poi rivolgendosi
ai collaboratori, li ha esortati a far conoscere ai NNATS i loro diritti e
responsabilità, concetto quest’ultimo che denota una certa orizzontalità nella
relazione adulto-bambino, in quanto concepisce quest’ultimo come agente sociale
attivo.
L’ultimo pomeriggio i ragazzi hanno partecipato a
un laboratorio gestito da Amnesty Internacional con cui il Manthoc sta collaborando
da circa un anno alla campagna “Es mi cuerpo” che mira a porre fine al
controllo e alla criminalizzazione della sessualità e della riproduzione.
Attraverso laboratori diversificati in base all’età, favorisce la conoscenza dei
diritti sessuali e riproduttivi a bambini e ragazzi minori di 18 anni, al fine
di ostacolare le gravidanze adolescenziali non desiderate e di renderli
consapevoli sul loro diritto a decidere del proprio corpo.
Cristina Porello,
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal Perù