Una disgrazia inaspettata e decisiva.
Questa frase può assumere il ruolo chiave per descrivere le sensazioni sia di militanti che di oppositori, il giorno dopo la scomparsa, a causa di un infarto, di Nestor Kirchner, ex presidente e marito dell’attuale presidente dell’Argentina, Cristina Fernandez.
Inaspettata perché quest’uomo di sessant’anni, se ne è andato all’improvviso, sconvolgendo il Paese proprio nel giorno in cui l’attenzione era tutta rivolta da un’altra parte. Ieri 27 ottobre, infatti, si stava svolgendo il grande censimento che, dopo 10 anni, rivelerà al Paese i nuovi dati demografici, di impiego e abitativi.
Decisiva dall’altro perché, per molti motivi, ci troviamo di fronte a una svolta importante in Argentina, un momento cruciale.
Prima di tutto perché in molti attribuiscono al lavoro di Nestor Kirchner quella che fu la rinascita dell’Argentina, che nel corso dei suoi quattro anni di governo vide ripartire la sua economia dopo la terribile crisi economica e sociale che schiacciò la nazione nel 2001 e nel 2002.
In secondo luogo perché, dopo la fine del suo mandato, di fatto, non aveva mai smesso di governare. Accompagnava costantemente la moglie Cristina Fernandez che sta attualmente dirigendo con grande carisma il Paese e con il quale formava una coppia indissolubile a livello politico oltre che famigliare.
“Los K”, come li chiamavano in Argentina, non senza forti conflitti politici (a volte enormi, come la legge sui mezzi di comunicazione e il conflitto con i coltivatori di soia), sono stati il motore della politica argentina degli ultimi sette anni, in maniera così intensa da ricordare a momenti l’altra coppia che ha marchiato a vita la storia di questo paese: il generale Perón e la moglie Evita.
Nel corso del governo Kirchner, portatore di un'ideologia che puntava alla ricerca di una maggiore uguaglianza, alla lotta alle grandi corporazioni e alla redistribuzione della ricchezza nel Paese, è importante sottolineare l’importante decisione di aprire il processo all’ex dittatore Videla e ai suoi collaboratori, colpevoli della sparizione di 30.000 persone nel corso della dittatura militare dal 76 all’83.
In molti già si chiedono se Cristina Fernandez sarà in grado di dimostrare il suo grande valore politico e di governare il Paese senza il marito al suo fianco. Un Paese colpito da una delle inflazioni più forti nel mondo e che sta ancora attraversando un percorso di importante rinascita per tornare a raggiungere una stabilità perduta.
Quest’uomo ha lottato molto anche per rafforzare il dialogo e l’unione tra le nazioni latinoamericane, è stato uno dei fondatori dell’Unasur (Union de Naciones Suramericanas) della quale era da poco stato eletto segretario generale.
I presidenti latinoamericani, tra cui Evo Morales, Lula da Silva, Correa e molti altri stanno raggiungendo in questo momento l’Argentina per tributargli l’ultimo omaggio.
Un dato importantissimo è che, il prossimo ottobre 2011, vi saranno le elezioni presidenziali e Nestor Kirchner, virtualmente, si sarebbe ricandidato al ruolo di presidente per poter dare continuità al lavoro iniziato nel 2003.
Il panorama politico si fa quindi molto incerto e predisposto a grandi scontri per poter trovare un adeguato sostituto che possa continuare a governare il Paese.
Nel frattempo migliaia di persone piangono la scomparsa del loro leader, riempiendo la Plaza de Mayo di Buenos Aires, luogo “sacro” della storia argentina, giusto davanti al palazzo presidenziale, per salutarlo un’ultima volta, stringersi alla moglie, lasciare un fiore o un ricordo. Molti gridano “Fuerza Cristina!”
Nicola Bellin
ProgettoMondo Mlal Argentina
giovedì 28 ottobre 2010
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