mercoledì 30 novembre 2011

Servizio civile: un sistema al collasso. Firma la petizione "Non tagliare il futuro dell'Italia"

«La legge di Stabilità 2012, recentemente approvata, ha inflitto un colpo mortale al futuro delle nuove generazioni, al futuro di questo Paese» afferma Primo Di Blasio, presidente della CNESC (Conferenza nazionale enti di servizio civile). Il sistema Servizio Civile Nazionale è al collasso. Allo stato attuale nel 2012 non è possibile ipotizzare nessun nuovo bando progetti perché, di fatto, non ci sono fondi disponibili e le misure prese per l'avvio dei nuovi volontari, se salvano le compatibilità di cassa, scaricano sui giovani tempi abnormi di attesa e sulle organizzazioni ristrutturazioni di attività già programmate.
«Abbiamo chiesto per questo più volte al precedente Governo di "Non tagliare il futuro dell'Italia", ma il nostro appello è rimasto sempre inascoltato» ricorda Di Blasio.
Sappiamo che non sarà semplice trovare risorse per ridare concretezza a questo istituto della Repubblica, particolarmente apprezzato dal Presidente Giorgio Napolitano, ma non possiamo non domandare al nuovo Governo di fare tutti gli sforzi possibili per garantirne la sostenibilità. «Lo chiediamo anche perché oltre 250mila giovani e migliaia di organizzazioni, pubbliche e del privato sociale, possono testimoniare tutte le ricadute positive che questa esperienza ha, sia in termini di crescita educativa e di capitale sociale delle nuove generazioni, sia in termini di efficienza economica pubblica, considerato che per ogni euro investito dallo Stato, il Servizio Civile ne genera oltre 3 in termini di puro risparmio economico per la spesa pubblica e in benefici, servizi e ricchezza per la collettività» sostiene Fania Alemanno, Rappresentante nazionale dei giovani in servizio civile.
Per garantire pertanto l'esistenza e la trasversalità di questo Istituto, concordiamo con chi ha già richiesto che la responsabilità politica sul servizio civile e la collocazione funzionale dell'Ufficio nazionale del Servizio Civile (UNSC) resti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
«Nello stesso tempo, per dare un segnale concreto di riduzione dei costi della politica e per garantire la sostenibilità dell'Istituto, riteniamo possibile ottimizzare le risorse e fare delle economie sull'organizzazione e gestione dell'UNSC, a partire dalla suo organigramma. In particolar modo, crediamo si possa intervenire sull'attuale assetto dell'Ufficio, ridefinendo l'utilità e le funzioni del livello dirigenziale facendo ricorso a risorse interne alla Pubblica amministrazione» dichiara Enrico Maria Borrelli, Presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile.

FIRMA LA PETIZIONE
www.petizionionline.it/petizione/non-tagliate-il-futuro-dellitalia/5487

Emergenza Honduras. Mirco Bellagamba si presenta

Mirco Bellagamba è il capoprogetto del nuovo programma di cooperazione avviato "Emergenza Honduras". In poche righe e qualche botta e risposta si presenta.

Sono un agronomo, vivo a Orvieto in Umbria. Dopo la laurea in Scienze delle Produzioni
Animali, conseguita alla facoltà di Agraria di Bologna, ho iniziato a lavorare in progetti di
cooperazione allo sviluppo in ambito agro- zootecnico.
La prima esperienza è stata da coordinatore di progetto nei Campi Profughi Saharawi,
Algeria, in un programma biennale che prevedeva il sostegno e lo sviluppo di attività
veterinarie e zootecniche. Successivamente, ho coordinato per un anno un progetto di sviluppo agro-zootecnico finalizzato al miglioramento dell’igiene e salubrità dei prodotti di origine animale, nel Sudan meridionale.
Negli ultimi 2 anni mi sono dedicato allo sviluppo dell’agricoltura sociale, promuovendo
attività agricole (coltivazione ortaggi e frutta e trasformazione in conserve e confetture)
rivolte a ragazzi minorenni ospiti di una casa famiglia.


Cosa ti ha spinto ad aderire a ProgettoMondo Mlal?
In primo luogo la concretezza del programma di progetto, che ho potuto rilevare leggendo
la documentazione legata alla ricerca di personale per il progetto Emergenza Honduras.
Mi interessava lavorare nel Centro Sud America e ho creduto che questa potesse essere
una buona opportunità per migliorare le mie competenze nel campo della Cooperazione.
Altro aspetto, che sicuramente mi ha spinto a collaborare con ProgettoMondo Mlal, è la
pluriennale esperienza che questa Organizzazione ha in progetti nei Paesi in Via di
Sviluppo.
Cosa ti aspetti da questa esperienza professionale?
Penso che il progetto a cui parteciperò come coordinatore mi consentirà di approfondire e
migliorare le mie capacità professionali, sia per ciò che riguarda strettamente i temi agrozootecnici e, sicuramente, per le relazioni umane.
Mi aspetto di conoscere un nuovo Paese con le sue tradizioni e consuetudini con cui
confrontarmi e farne bagaglio per esperienze future.
Come ti proponi di contribuire al nostro ProgettoMondo Mlal?
Offrirò il mio contributo sviluppando il programma che ProgettoMondo Mlal ha promosso in
Honduras, impegnandomi a coordinare le attività, seguendo il cammino già intrapreso da
anni con i precedenti interventi. Metterò così a disposizione le mie conoscenze e la mia
esperienza nel campo, al fine di determinare azioni corrette e utili per migliorare le
condizione di vita dei contadini honduregni con cui lavorerò.

martedì 29 novembre 2011

A Giavarini la medaglia di rappresentanza del presidente della Repubblica

Si terrà sabato mattina 3 dicembre, in vista della Giornata Mondiale del Volontariato indetta dalle Nazioni Unite, la cerimonia del Premio del volontariato internazionale FOCSIV 2011. L’appuntamento, giunto quest’anno alla XVIII edizione, è previsto a Roma alla Sala degli Arazzi in RAI (viale Mazzini 14) e vedrà la partecipazione del cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
Il volontario premiato - Riccardo Giavarini impegnato con ProgettoMondo Mlal, socio FOCSIV, nella città di La Paz in Bolivia - riceverà la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica. Cinquantaseienne bergamasco che quest’anno compirà 35 anni di impegno ininterrotto in America Latina, ha promosso la costruzione e seguito di persona l’avvio delle attività del primo carcere minorile della Bolivia, un Centro rieducativo per minori che prevede percorsi di riabilitazione e di formazione per favorire il reintegro dei giovani detenuti nella società e un loro reale percorso di cambiamento e crescita sociale e personale. Il Centro è stato inaugurato il 22 febbraio di quest’anno davanti alle massime autorità del Paese.
Come spiega Sergio Marelli, Segretario Generale FOCSIV “data la coincidenza con la chiusura dell’anno europeo del volontariato e l’apertura del quarantesimo anniversario della nascita della Federazione, l’edizione 2011 del premio rappresenta un’occasione particolare sia per recuperare, insieme, lo spirito e le motivazioni che 40 anni fa ci hanno spinto ad iniziare questa storia, sia per trovare risposte alle sfide di oggi del volontariato internazionale”.
L’evento, realizzato in collaborazione con il Segretariato Sociale Rai e in media partnership con Famiglia Cristiana, si inserisce tra le attività e i progetti che rispondono allo spirito e agli obiettivi promossi dal Piano Italia 2011 dell'Organismo Nazionale di Coordinamento - Dg per il Terzo settore e le Formazioni sociali - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in coerenza con le linee di indirizzo europee.

Per scaricare il programma dell'evento (clicca qui)

Linee guida per la sicurezza degli operatori umanitari e dei viaggiatori nelle aree a rischio

Con l’intento di fornire agli espatriati uno strumento agevole e il più possibile esaustivo, intorno ai problemi della sicurezza nelle regioni del mondo in grave crisi, il manuale di Antonio Kamil Mikhail e Marco Ramazzotti, “Linee guida per la sicurezza degli operatori umanitari e dei viaggiatori nelle aree a rischio”, sviluppa temi cruciali quali il fatto di trovarsi a lavorare in condizioni di scarsa sicurezza e di quali strategie adottare per far fronte a tale realtà.
ANTONIO KAMIL MIKHAIL si è laureato in scienze politiche all’Università Jean Moulin di Lyon (Francia) con indirizzo in studi strategici e ha frequentato la Scuola Ispettori della Polizia di Stato. Ha lavorato a Roma come investigatore della Polizia giudiziaria, ed è stato assegnato come ufficiale di collegamento della Polizia italiana all’estero. È passato al servizio dell’ONU nel 1996, come consigliere per la sicurezza dell’ACNUR. Dal 2003 è a Roma, a capo della Sicurezza dell’IFAD.
MARCO RAMAZZOTTI si è laureato in diritto internazionale dello sviluppo presso l’Università di Napoli. Ha studiato a New York, Padova e Londra. Socio-economista e antropologo, è Fellow del Churchill College di Cambridge (Regno Unito). In qualità di gestore esperto di programmi, svolge consulenze per tutte le fasi del ciclo del progetto (dall’identificazione alla valutazione). Ha seguito i corsi sullo sminamento commerciale e umanitario della Scuola del Genio dell’Esercito italiano ed è attualmente socio di HDIG, una ONG per progetti e consulenze sullo sviluppo, l’emergenza e lo sminamento umanitario. Ha lavorato per ONG italiane e straniere, imprese di progettazione italiane, inglesi, tedesche e francesi, la Commissione Europea, le Agenzie delle NU, della NATO e la Cooperazione Italiana.

LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA DEGLI OPERATORI UMANITARI E DEI VIAGGIATORI NELLE AREE A RISCHIO - p. 152, euro 25,00 coll. Logiche Sociali, 2011 (978-88-7892-190-X)

giovedì 24 novembre 2011

BRASILE: A suon di spari e un morto, a Olinda è iniziato il Carnevale

É un tardo pomeriggio di una tranquilla domenica di fine ottobre a Olinda.
Mi sembra di rivivere le feste estive nei piccoli paesi del sud italia assistendo al tipico “struscio”, la passeggiata che vede sfilare vecchi, giovani, famiglie con bambini e specialmente ragazzine imbellettate e truccate di tutto punto, pronte a farsi notare.
Ad ogni angolo si sente uno stile musicale diverso, dal maracatu, al carnevalesco frevo fino al piú grezzo brega, il tutto condito da fiumi di cerveja venduti da baracchini abusivi che spuntano fuori come funghi.
É un mare di persone che si riunisce e si incontra nell’allegria che da sempre caratterizzano la cultura e il popolo brasiliano.
Sono i primi assaggi del carnevale! Dentro di me mi domando se riuscirei a reggere il ritmo frenetico e serrato di una settimana di folli divertimenti, di salite e discese e di musica costante sotto il caldo dell’estate tropicale.
Mentre mi adagio nello svilupparsi del filo di questo ragionamento, mi trovo seduta al tavolino di un bar, davanti alla piazza centrale della cittá, conversando con gli amici più stretti.
A un tratto la musica e l’aria di festa vengono smorzate da alcune grida di sottofondo. Gli sguardi delle persone attorno a me si dirigono contemporaneamente verso l’altro lato della strada. Alcuni si alzano, senza darmi la possibilità di soddisfare immediatamente la mia curiosità né di capire che cosa attiri tanto l’attenzione di tutti.
Ma non mi ci vuole molto per intuire quello che sta accadendo: si tratta di un’arrastão.
Questo é il nome che definisce una carica effettuata da un gruppo di ragazzini di strada, provenienti dalle favelas, che corrono tutti insieme nello stesso momento rubando e devastando qualsiasi cosa e/o persona si trovi di fronte a loro. Sono eventi di normale amministrazione in cittá come Rio de Janeiro, in particolare nelle spiagge più comuni come ipanema e copacabana.
Lo spettacolo continua davanti ai miei occhi, e proprio di un show stiamo parlando, perché le persone vi assistono con una passività tale che sembra non trattarsi di un fatto reale, ma di essere invece davanti ad uno schermo. Nessuno batte ciglio nemmeno quando si vede il gruppo di “affavelati” circondare le persone in attesa alla fermata dell’autobus rubando tutti i loro averi.
Improvvisamente si sente il rombo di due colpi di pistola e per un attimo l’aria sembra fermarsi. Mi si gela il sangue quando da lì a poco vedo passare due ragazzini trascinando un altro coetaneo.
Pare proprio che sia morto” commentano le persone al bar.
Il corri corri generale aumenta, i ragazzini si disperdono e piano piano torna la normalità. La polizia che fino a quel momento sembrava inesistente, adesso arriva impetuosa con una scorta di cinque o sei volanti.
Alle mie domande di incredula e disgustata spettatrice la gente attorno a me cerca di tranquillizzarmi dicendo che è un fatto comune per queste domeniche in cui si preannuncia l’arrivo della vera festa di febbraio, e che anzi è il caso di brindare all’inizio del carnevale!
Nei giorni seguenti nessun giornale o quotidiano nazionale sembra riportare la notizia di quanto accaduto.
Ma non c’é nulla di cui stupirsi, perché dovrebbe interessare la popolazione?
É semplicemente iniziato il carnevale.

Federica Vitello
casco bianco ProgettoMondo Mlal Brasile

E' in Italia Giavarini, volontario dell'anno

E’ atteso in queste ore in Italia, per ritirare il premioVolontario dell’anno Focsiv – Volontari nel mondo”, Riccardo Giavarini.
Originario di Bergamo, ma da 35 in Bolivia con ProgettoMondo Mlal, Giavarini riceverà l’importante riconoscimento in una cerimonia organizzata a Roma il 3 dicembre nella sala Arazzi della sede Rai, mentre il 5 dicembre, per la Giornata internazionale del volontariato, nell'anniversario del 150° dell'unità d'Italia e nell'Anno europeo del volontariato, sarà ospite del Forum del Terzo Settore, con ConVol, CSVnet e Consulta del volontariato, per valorizzare la ricchezza delle azioni di impegno civile. Alla cerimonia è stato invitato a partecipare il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e vedrà la partecipazione delle maggiori istituzioni e volontari che in prima persona racconteranno le loro esperienze (Auditorium di via della Conciliazione 4, dalle 10 alle 16).
Nell’arco delle due settimane di presenza in Italia, Giavarini parteciperà inoltre a una lunga serie di incontri pubblici o privati con i simpatizzanti e gli enti finanziatori che in questi anni hanno maggiormente collaborato alla realizzazione dei Progetti da lui coordinati in Bolivia.
Il 26 novembre sarà a Vicenza per un incontro aperto al pubblico. In occasione del tradizionale Primo Piano di Natale, l’annuale appuntamento dedicato al bilancio delle attività, ProgettoMondo Mlal propone infatti un incontro pubblico riservato al nuovo volontario dell’anno, che si terrà alle 14.30 all’Istituto Missioni Saveriani in viale Trento 119 a Vicenza.

In questi anni Riccardo è arrivato dove neanche la cooperazione italiana può. Conquistando la fiducia della Diocesi di El Alto, ha avviato attività personali di sostegno e accompagnamento anche quando mancavano i fondi internazionali. In particolare la recente inaugurazione del primo Centro di rieducazione minorile della storia boliviana è stata, almeno all’inizio, una sua sfida personale. Vivendo per anni con i carcerati di San Pedro a la Paz aveva deciso che i minorenni dovevano avere un’altra chance di vita. Anche se in regime di reclusione. E così, mattone su mattone, ha realizzato il suo sogno.
Uomini e volontari come Riccardo Giavarini non sono più tantissimi. Almeno per quanto riguarda l’alta motivazione che, a 20 anni, gli ha fatto scegliere una vita sempre giocata in prima persona. Chiunque conosca la Bolivia e la cooperazione internazionale conosce Riccardo.
Chiunque voglia entrare nel girone dantesco che è il carcere di san Pedro, avvicinare gli indigeni Mosetenes nel profondo della foresta amazzonica, così come intervistare Evo Morales o trascorrere una notte in strada con le giovani prostitute e i bambini lavoratori, sa che deve rivolgersi a Riccardo Giavarini.
La sua casa, una vecchia abitazione dal grande cortile interno nel cuore di La Paz, è un porto di mare. Un centro internazionale di passaggio e scambio per giornalisti, missionari, cooperanti, intellettuali e quant’altro.
ProgettoMondo Mlal è convinto che tutta la cooperazione italiana debba molto a Riccardo Giavarini per come ha dedicato la sua vita, il proprio impegno, e le proprie risorse personali, alla difesa dei diritti umani, al lavoro con gli esclusi. Al sostegno alle giovani generazioni.
Incontrare il cooperante bergamasco sarà dunque un’occasione preziosa e unica per dialogare con un uomo che, colto di sorpresa dal premio, con l’umiltà che lo contraddistingue, ha commentato: “Non faccio altro che ripetere con convinzione che la vita vale la pena viverla con intensità per gli altri. E questi altri non sono senza identità, ma chi ha la vita minacciata, impoverita, violentata. Questo riconoscimento va più in là della mia persona. Va a quel modo di fare cooperazione che parte dal basso nel rispetto delle altre culture e tradizioni”.

mercoledì 23 novembre 2011

Brasile a confronto: un interscambio in cui vince la ricchezza umana

A metà novembre si è concluso l'intercambio a Recife e Olinda tra giovani Baiani
e Pernambucani
.
Un gruppo di 6 persone è stato selezionato non solo per il talento artistico dimostrato, ma anche per l'essersi assunto l'impegno e la responsabilità del proprio progetto nella comunità e nella scuola.
L'idea - nata da Osvaldo di Piacenza dell'associazione Piccolo Mondo dopo
aver conosciuto di persona, durante il tour dello scorso maggio in Italia, i progetti brasiliani e gli educatori del progetto Vivendo e Apprendendo sostenuto dal programma Casa Encantada di ProgettoMondo Mlal - è di mettere in relazione attraverso l'interscambio i giovani baiani e pernambucani per parlare di identità culturale, militanza sociale comunitaria e politica utilizzando come strumento educativo la musica percussiva e la danza, riscoprendo le proprie origini afrodiscendenti e valutando le somiglianze tra le periferie di Recife e quelle di Salvador per urbanizzazione e problemi di violenza e la stessa speranza, tra i giovani artisti di favela, di diventare educatori e cittadini.
Durante l’interscambio il Samba Reggae di Bahia e il Maracatù di Pernambuco si sono mescolati con il Frevo e la danza Afro, e lo stesso è accaduto tra le religioni cattolica, protestante e animista.
Perché quindi non spaziare e far incontrare l'estremo nord e l'estremo sud brasiliano, oppure ancora il Brasile con il centro America, e infine perché non pensare a Bahia - Cuba e all’Africa? Gli ingredienti sono sempre arte, musica, danza e giovani di periferia da coinvolgere in progetti socio-educativi. Oltre la cittadinanza a fare da fulcro.
Nei giorni dello scambio siamo stati ospiti di Casa Melotto, (altro programma di Progetto MondoMlal) per visitare le periferie di Olinda e Recife e incontrare varie realtà.
Oggi più che mai l'Italia e l'Europa devono guardare con umiltà i paesi del Sud del mondo, e fermarsi ad ascoltarli. E’ da essi che verrà la risposta alla crisi mondiale, da quei giovani abituati da sempre alla vita difficile, a sopravvivere con poco, precariamente ma con vitalità, fantasia, e tanta volontà di affrontare il futuro.
Per noi educatori e organizzatori è una gioia vedere una ragazzina di 14 anni che da traino nei passi di danza imparati negli anni con semplicità e spontaneità, solo per il gusto di ballare, per la soddisfazione di mostrare la propria identità culturale, e testimoniare che tutti siamo uguali indipendentemente da razza, religione, classe sociale, istruzione e partito politico.
Questo è il Brasile: mescolare tutto, colori, gusti e musica per fare un arcobaleno di ricchezza umana.
Quando un ragazzo di 22 anni si esprime dicendo che le parole chiave nella sua testa sono “educazione” e “cittadinanza” da esprimere attraverso l’arte, e afferma in pubblico il proprio progetto sociale di aiutare i ragazzi e i bambini di periferia per un futuro migliore, sentiamo che ha vinto la voglia di scommettere sull'altro come individuo.

Loris Campana
ProgettoMondo Mlal Brasile

lunedì 21 novembre 2011

Mozambico. Un anno dopo la rivolta del pane nulla è cambiato

A un anno di distanza dalla “rivolta del pane poche delle cose rivendicate dalla popolazione maputense, nei due giorni di scontri e violenza del settembre scorso, sono state soddisfatte e quasi nulla è cambiato.
La rivolta è scoppiata per l'aumento dei prezzi di prima necessità, come pane, zucchero e riso. Una rapida organizzazione tramite sms ha portato tutti in piazza a manifestare.
Per calmare gli animi il Governo Mozambicano aveva annunciato un sistema di misure per congelare l'aumento dei prezzi. Sarebbe stata una vittoria per chi è sceso in piazza, ma nella pratica poche di queste misure sono state adottate o hanno avuto gli effetti sperati.
Le motivazioni della rivolta di un anno fa sono vive tutt'ora. I prezzi continuano ad aumentare: del 3% nel 2010, secondo l'Istituto Nazionale di Statistica (INE), anche se un’inchiesta del giornale ha scoperto un significativo aumento del 15- 20%.
A partire dal bene di base per eccellenza: il pane.
All'interno del sistema di misure adottato dal Governo era previsto un sussidio per l'acquisto della farina, per congelare gli aumenti dei costi delle materie prime per la produzione di questo bene. In realtà l'effetto subliminale è stato rispettato: il pane continua ad avere lo stesso prezzo. Ma il peso di ogni unità, stabilito per legge, è diminuito. Questo anche perché manca un organismo di controllo, l'unico esistente risale all'epoca coloniale. Per esempio il pane venduto in una panetteria di Nampula, che dovrebbe pesare 250 gr, supera di poco i 180 gr.
Simile discorso deve essere fatto per il riso, anche il prezzo di questo bene continua a salire. Il Governo aveva deciso di abbassare il prezzo di questo cereale del 7,5%, ma solo per il prodotto di terza qualità che non è mai arrivato al mercato.
Lo zucchero costa più che in Italia, anche se il Mozambico è uno dei primi produttori mondiali e un quarto dello zucchero che arriva in Europa è mozambicano.
Anche i consumi domestici continuano a salire, come la luce e l'acqua. Nel sistema di misure adottato era stato ritirato l'aumento dei prezzi per chi consuma mensilmente fino a 100kWh, e mantenuto uguale il prezzo dell'acqua per i consumatori fino a 5mila litri. Queste misure hanno avuto pochissimo impatto sulla popolazione mozambicana. 100 kWh, come 5mila litri d'acqua, non sono sufficienti per una famiglia tipica, costituita per lo meno da 5 persone, per cui quasi nessuno riesce a rientrare nel “livello di consumo protetto”.
Un intervento parallelo è derivato dalla paura dell'esecutivo in quei giorni di scontri. Il Governo mozambicano ha dovuto fare i conti con una popolazione stanca, una massa critica che protesta in piazza. Per impedire o meglio disciplinare eventi similari in futuro è stata adottata la registrazione delle sim telefoniche con documento e nominative, una nuova limitazione alla libertà di scambio di informazione informale. Basta pensare che il Governo in quei giorni dello scorso settembre si è visto costretto a bloccare la rete di comunicazione telefonica, per paura che la rivolta potesse continuare. Decisione saggia visto che questa si è spenta poco dopo e chi ha protestato è tornato a casa convinto delle buone azioni dell'esecutivo e della fine delle proprie sofferenze.
Concludendo, le misure adottate non hanno in definitiva avuto effetto nella vita dei mozambicani, dei quali il 70% affrontano ancora una situazione di estrema povertà nelle aree suburbane e rurali e con un deficiente accesso ai beni basici.

Sara Laruffa
Casco bianco ProgettoMondo Mlal Mozambico

domenica 20 novembre 2011

Cinema Africano: vincitori e menzioni

È il momento della proclamazione dei vincitori per Revolutions, la 31esima edizione del Festival di Cinema Africano di Verona. Le Giurie, chiamate a esprimersi sui film in concorso, hanno scritto i loro verdetti per tutte le Sezioni.

GIURIA UFFICIALE
PANORAMAFRICA
Migliore Lungometraggio: TOGETHERNESS SUPREME di Nathan Collet, Kenya, 2010.
Il film propone una storia molto potente ambientata in Kenya, ma che probabilmente riflette i problemi dell’intera Africa. Ci immerge nelle vite e nelle emozioni degli abitanti di Kibera così come sono nella realtà. E’ molto ben girato, con un cast eccellente e una storia avvincente e ben raccontata.
Menzione speciale: VOYAGE A’ ALGER di Abdelkrim Bahloul, Algeria, 2010.
Un film che mette in luce il ruolo fondamentale delle donne nella lotta di liberazione dell’Algeria e racconta le loro difficoltà in un Paese che si evolveva in un modo diverso dalle loro speranze.

AFRICA DOC
Migliore Documentario: ITHEMBA di Errol Webber ed Elinor Burkett, Jamaica/Usa, 2010.
Un film che, senza nascondere la dura condizione della disabilità, con la forza del ritmo e della musica trasmette gioia di vivere e – come dice il titolo stesso – speranza. La vita è più forte di qualsiasi handicap. La Giuria si augura che il premio in denaro sia devoluto dalla produzione ai ragazzi protagonisti della storia narrata.
Menzione speciale FORGOTTEN GOLD di Makela L. Pululu, RD Congo/Sud Africa, 2010.
SOBUWKE, A GREAT SOUL di Mickey Madoda Dube, Sud Africa, 2010.
Due film che raccontano storie dimenticate e ci ricordano la necessità della memoria.
AFRICA SHORT
Migliore cortometraggio: GARAGOUZ di Abdenour Zahzah, Algeria, 2011.
Il viaggio di un burattinaio e di suo figlio attraverso l’Algeria rurale di oggi diventa la metafora di un Paese dove la primavera deve ancora arrivare.

PREMIO GIURIA VIAGGIATORI E MIGRANTI
In qualità di Giuria della sezione Viaggiatori e Migranti abbiamo visionato attentamente gli otto film in concorso apprezzandone l’alto valore culturale e qualitativo. Desideriamo, prima di nominare il vincitore, segnalare con una menzione speciale il film Le due storie di Adamà della regista Annamaria Gallone per la sua validità artistica e didattica e per aver rappresentato positivamente l’importanza dell’incontro e dell’accoglienza.
La Giuria ha deciso quindi di assegnare il premio come miglior film della sezione Viaggiatori e Migranti al film Ba ye ka ye dei registi Cleophas Adrien Dioma e Alessandro Ceci. Il film ha colto in maniera vera e profonda le problematiche legate alla situazione esistenziale di coloro che emigrano e ha saputo tracciare un ritratto vivace e caratteristico della realtà culturale e sociale del paese d’origine.

PREMIO SCUOLE è stato assegnato al film di Jeta Amata Black gold.
PREMIO ASAV (Associazione studenti africani Verona) è stato assegnato al film della sezione Viaggiatori e migranti Creating the blackness of Africa di Peter Obehi Ewanfoh.
Usata per spiegare l’esistenza della diversità umana con la quale si confrontavano e si giustificavano il dominio esercitato suoi popoli e la riduzione degli africani in schiavitù, gli Europei sostennero che la specie era suddivisa in tipi naturali di esseri umani definiti razze distinguibili in base all’aspetto fisico. In base a questo pensiero si convinsero che le razze potessero essere classificate secondo una gerarchia; dalla più infima (appunto i negri), alla più elevata (ossia gli europei). Oggi l’etimologia negro è usata in frasi idiomatiche con una varietà di significati metaforici, legati soprattutto alla tratta degli schiavi africani come ad esempio lavorare come un negro, sudare come un negro e via dicendo. Il regista del documentario che la giuria degli studenti africani di Verona ASAV intende premiare affronta l’impatto del disagio sociale che il termine negro ha sulla nostra società. Usando le parole del regista: «il colore della pelle non è in grado di definire l’identità di un individuo».

PREMIO NIGRIZIA
va al film egiziano 18 JOURS in cui si racconta la cosiddetta rivoluzione del 25 gennaio, che ha costretto Hosni Mubarak a dimettersi dopo diciotto giorni di assedio simbolico. Un film quanto mai attuale, che mostra una delle rivoluzioni seguite dal mensile comboniano in quest’ultimo anno.

venerdì 18 novembre 2011

Cinema Africano... verso il sipario

REVOLUTIONS… sta per chiudere il sipario, non prima di aver proclamato i vincitori di questa 31 edizione. I nomi dei film che si aggiudicheranno i premi per le sezioni in concorso verranno svelati durante la serata conclusiva del Festival di Cinema africano, che si terrà sabatoalle 20.30 al cinema Stimate (via Montanari, 1).
Sarà un momento non solo di cinema e premiazioni, ma anche di musica. A salutare l’edizione 2011, presentati da Fortuna Ekutsu Mambulu, giornalista di Afriradio, e dalla giovanissima modella Faith Mudia, ci saranno l’artista congolese Jimmy Kasonga del gruppo gospel Jimka Band e il rapper nigeriano Tommy Kuty.
Dopo la premiazione delle sezioni in concorso, valutate dalla Giuria ufficiale e dedicate a lungometraggi (PanoramAfrica), ai corti (Africa Short), ai documentari (Africa Doc), sarà la volta del premio Viaggiatori e migranti con la giuria del Cartello Nella mia città nessuno è straniero, di quello dell’Associazione studenti africani, della giuria di Nigrizia e del pubblico in sala.
La serata di chiusura si concluderà con la proiezione del film Premio del Pubblico.

A chiudere la giornata di sabato sarà il Voluntaries Festival Party dedicato a tutti e tutte coloro che si sono spesi per questa edizione del Festival e grazie ai quali il Festival può andare avanti. Per salutarsi e congratularsi del successo di quest’anno l’appuntamento è per le 23 a Casa di Ramia (via Mazza, 50).
Ricordiamo che domenica 20 al cinema Stimate verranno proiettati i film vincitori.
Alle 17.30 è prevista la proiezione del miglior cortometraggio e documentario in concorso.
Alle 20.30 sarà la volta del migliore lungometraggio.

giovedì 17 novembre 2011

Valorizzare il volontariato per uscire dalla crisi. Il 3 dicembre la Focsiv premia il nostro Giavarini

Si terrà sabato mattina 3 dicembre, in vista della Giornata Mondiale del Volontariato indetta dalle Nazioni Unite, la cerimonia di premiazione del volontario FOCSIV 2011.
L’appuntamento, giunto quest’anno alla XVIII edizione, è previsto a Roma presso la Sala degli Arazzi in RAI (viale Mazzini 14) e vedrà la partecipazione del cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
L’evento è realizzato in collaborazione con il Segretariato Sociale Rai e in media partnership con Famiglia Cristiana.
Come spiega Sergio Marelli, Segretario Generale FOCSIV “la premiazione è un’occasione per riflettere sul tema del volontariato internazionale in chiusura dell’Anno europeo del volontariato. Una tappa ulteriore di approfondimento e di un’azione che devono continuare nella direzione di adeguare alle mutate esigenze dei partner del Sud del mondo il servizio reso dalle centinaia di volontari impegnati nei progetti di sviluppo. Tanto più, in un momento in cui, mentre la Commissione europea e gli altri Stati membri investono sul volontariato, c’è forte preoccupazione per il rischio che anche in questo settore ci sia un ulteriore disimpegno dell’Italia”.
“Sappiamo le grandi urgenze che dovrà affrontare il nuovo Governo – continua Marelli -. Tuttavia, auspichiamo che rispondendo a queste urgenze non abbandoni il volontariato riconoscendone il ruolo fondamentale per costruire una cittadinanza attiva e responsabile così come il suo apporto economico: due contributi entrambi necessari anche per uscire dalla crisi”.
Il volontario premiato dalla Federazione si chiama Riccardo Giavarini ed è impegnato con l’Organismo, Socio FOCSIV, ProgettoMondo Mlal, nella città di La Paz in Bolivia. Ha 56 anni e quest’anno ne compirà 35 anni di impegno ininterrotto in America Latina. Dal giorno del suo arrivo in Bolivia nel 1976, a oggi, il tema dei diritti umani è stato sempre il filo conduttore di ogni sua scelta professionale e umana.
Dal 2005 ha promosso la costruzione e seguito di persona l’avvio delle attività del primo Centro rieducativo per minori della Bolivia, Qalauma a Viacha (La Paz), che prevede percorsi di riabilitazione e di formazione per favorire il reintegro dei giovani detenuti nella società e un loro reale percorso di cambiamento e crescita sociale e personale. Il Centro è stato inaugurato il 22 febbraio di quest’anno davanti alle massime autorità del Paese.

Cinema Africano... è già un successo!

REVOLUTIONS… si avvia verso le giornate finali preparando gli ultimi fuochi d’artificio, quelli più spettacolari, la 31esima edizione del Festival di Cinema africano. Ad aprire la giornata di venerdì sarà l’incontro dedicato al secondo tema di questa edizione: Africa Revolutions: primavere arabe e prospettive, evento organizzato in collaborazione con il Cospe e NaturaSì.
Alle 18, nella Sala Africa dei Missionari Comboniani (vicolo Pozzo, 1) si terrà la conferenza Africa Revolutions: primavere arabe e prospettive. A fare il punto su ciò che è accaduto e immaginare quel che potrà accadere saranno Mostafa El Ayoubi, caporedattore della rivista Confronti, Tahar Chikhaoui, critico cinematografico tunisino, Fabio Laurenzi, presidente Cospe e Raffaello Zordan, giornalista di Nigrizia.
Il Festival proseguirà poi nelle sale dei cinema e teatri con le ultime proiezioni prima dei verdetti finali, in programma cinque cortometraggi, un lungometraggio e un documentario. E come sempre, come ogni anno, non poteva mancare la festa di saluto tra gli amici del Festival con musica e cucina africana.
È GIÀ UN SUCCESSO! A meno di una settimana dalla partenza intanto arrivano i primi numeri degli spettatori in sala. Sono state oltre 1800 le persone che hanno scelto di trascorrere le loro serate in compagnia del Cinema africano. Un numero importante che conferma l’interesse dei veronesi (e non solo) verso una cinematografia capace di raccontare un continente sempre più vicino.

I FILM. Ultime proiezioni in programma. Si inizia alle 18.30 al teatro Camploy con tre cortometraggi in concorso: l’ugandese A good Catholic girl, Dina e Precipice. Alle 20.30 poi sarà la volta degli ultimi film in concorso nella sezione Viaggiatori e Migranti: Revolutionary Mind di Sabrina Morena e Nicole Leghista, e Locked in limbo di Alvaro Linciai.
Al cinema Stimate, alle 21, verranno proiettati il corto camerunese La prière e il lungometraggio egiziano 18 DAYS, prima visione nazionale.
Alle 21, al cinema/teatro Santa Teresa, i film in programma saranno il corto Precipite e il documentario Ithemba.

AFROPARTY. A chiudere la giornata di venerdì saranno la musica di Dj Alix Ndembi e la gastronomia africana. La serata, organizzata in collaborazione con la Comunità francofona africana di Verona (Cafv) e il Cospe (campagna “Una terra per tutti”), si terrà alla discoteca Vinile (via Veglia, 4- Borgo Roma). I biglietti (contributo 10 euro con cui si ha diritto al buffet e a una consumazione) si possono acquistare, oltre che presso la discoteca, durante gli eventi e nelle sale cinematografiche.

La Focsiv dà fiducia al nuovo ministro per la cooperazione

Assoluto gradimento per la nomina di Andrea Riccardi a Ministro per la Cooperazione allo sviluppo e all’integrazione. E’ quanto esprime il presidente della FOCSIV Gianfranco Cattai sottolineando l’importanza della creazione di tale dicastero.
Sono almeno tre i motivi per cui accogliamo con fiducia e speranza l’arrivo al nuovo Governo di Riccardi – dice Cattai -: stima per la sua persona, riconoscimento del valore e dei benefici che la sua esperienza maturata come singolo e come comunità di Sant’Egidio potrà portare al Paese, apprezzamento per la qualità della proposta condivisa con il presidente del Consiglio Mario Monti e con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di un dicastero dedicato allo Cooperazione allo sviluppo dei Paesi poveri e all'integrazione”.
Come Organizzazioni non governative, infatti, sottolinea il presidente della FOCSIV “da tempo sperimentiamo come la cooperazione e l’immigrazione siano due facce della stessa medaglia e, pur essendo preoccupati per la penuria di fondi con cui il ministero, per altro senza portafoglio, dovrà confrontarsi, siamo fortemente convinti del ruolo strategico che potrà giocare per riprendere un dialogo finalizzato ad assicurare risposte rispettose di uno sviluppo integrale dei popoli”.

martedì 15 novembre 2011

La rinascita di Haiti passa per Verona. Aperitivo il 16 novembre con Marco Bordignon

La Rinascita di Haiti passa da Verona. Dalle mani che, subito dopo il terribile 12 gennaio del 2010 che ha devastato la piccola isola caraibica con un terremoto indimenticabile, si sono allungate per favorire la ricostruzione del Paese. Ma anche dalla voce di chi, adesso, lavora sul campo per favorire la ricostruzione del paese, e che mercoledì 16 novembre incontrerà i veronesi per un aperitivo di “restituzione” sulle attuali condizioni dell’isola e sui passi in avanti compiuti in questi mesi da ProgettoMondo Mlal.
L’organizzazione non governativa che ha sede a Verona e che da 40 anni è impegnata in programmi di cooperazione allo sviluppo in svariati paesi del Sud del mondo, all’indomani della catastrofe ha avviato il programma “Scuole per la Rinascita”, a sostegno del quale anche privati e associazioni veronesi si sono immediatamente mobilitati con la loro solidarietà.
Per loro, e per tutti i cittadini, ProgettoMondo Mlal ha organizzato l’incontro di mercoledì 16 novembre alle 18 al bar-vineria “Alla Corte” in piazzetta Ottolini 2/a, con la presenza di Marco Bordignon, responsabile del progetto “Scuole per la Rinascita di Haiti”, che racconterà cosa è cambiato e cosa si sta facendo ad Haiti a quasi due anni dal terremoto.
Le sue parole, accompagnate dalle ultime immagini girate poche settimane fa in una delle scuole del progetto, permetteranno di conoscere meglio il Paese caraibico e la caparbietà della sua gente che, nonostante i problemi strutturali evidenti e ancora difficilmente risolvibili, non ha mai smesso di vivere e sognare, riprendendo da subito in mano le redini del proprio presente.
Léogane, a 40 Km ad est di Port au Prince, è una delle città maggiormente colpite dal terremoto del 12 gennaio 2010. Qui, infatti, è andato completamente distrutto il 90% delle strutture scolastiche.
ProgettoMondo Mlal, che opera ad Haiti da 18 anni, è dunque impegnato nel progetto “Scuole per la rinascita di Haiti” che prevede la ricostruzione di un Centro scolastico polivalente e di altre 4 strutture scolastiche antisismiche, con aule per l’insegnamento e locali per la prima accoglienza.
Il programma di attività prevede inoltre un ciclo educativo, strutturato in lezioni pratiche e teoriche, sulla gestione degli orti scolastici per 301 alunni di 8 scuole; la fornitura di frutta e verdura per le mense scolastiche, già sostenute da circa 70 agricoltori coinvolti nel Progetto fin dall’indomani del terremoto con i loro orti familiari.

Cinema Africano. Il sole non ignora alcun villaggio

Continuano le REVOLUTIONS veronesi dentro e fuori le sale dei cinema. Il Festival di Cinema Africano ospita quest’anno un evento a cura di Agsm e Acque Veronesi, in collaborazione con Fratelli dell’uomo – Frères des hommes europe. La serata, che si tiene mercoledì 16 novembre al Teatro Camploy (via Cantarane 32, Verona), dalle 18 alle 20, offre al pubblico la visione del documentario di Silvio Soldini e Giorgio Garini, Il sole non ignora alcun villaggio. Un lavoro, questo dei due registi, in cui si racconta il progetto di Fratelli dell’Uomo per la diffusione del solare fotovoltaico in ambienti rurali del Senegal.
Il documentario di Soldini e Garini mostra il percorso di questa grande e rivoluzionaria iniziativa, dall’arrivo a Dakar all'Atelier Solaire, fino ai villaggi della regione del Kayor, dove è stata raccolta una sfida importante: installare pannelli solari per fornire energia elettrica alla popolazione. Attraverso le immagini di una regia sempre attenta e lontana retorica, è possibile così percorrere un viaggio nell’Africa saheliana, alla scoperta di come il sole possa diventare una risorsa preziosa.

Il progetto Kayer per l’energia solare, realizzato in partenariato tra l'Union des Groupements Paysans de Mekhe (UGPM) e Fratelli dell'Uomo, è stato tra i 30 vincitori del Premio SEED 2010, istituito dal Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite.
«Questo progetto ha due spinte forti – ha confidato Silvio Soldini in una recente intervista al Corriere della Sera –: la prima è affettiva, perché l’ong Fratelli dell’Uomo è stata fondata da mio padre Adolfo nel 1969, l’altra invece riguarda l’adesione, attraverso il mio lavoro, a un intervento utile e concreto per il Senegal».
Dopo la proiezione, in programma per le ore 18, si terrà il dibattito Percorsi di sostenibilità tra nord e sud del mondo, con:

• Stefano Lentati (Fratelli dell’uomo) – Partenariato e progetti sulla sostenibilità: la relazione con un’associazione di contadini del Senegal come modello
• Andrea Foschi (Fratelli dell’uomo) – L’esperienza visiva ed emotiva in un progetto di cooperazione in Africa
• Emanuela Gamberoni (Università di Verona – Dip. Tempo Spazio Immagine Società) – Migrazione internazionale e sviluppo locale in Senegal
• SafietouSakho (Ass. Terra dei Popoli) – Abitare ogni villaggio: donne dal Senegal nella migrazione
• Moderatore: Pablo Sartori, PM – Piccolo Missionario

Dopo il dibattito seguirà una serata di cucina senegalese a Casa di Ramia in via Mazza 50.(per prenotazioni: tel. 045 8032573, fax 045 8032566, casadiramia@comune.verona.it)

Proseguono, ovviamente, anche le proiezioni dei film scelti per questa 31esima edizione. Alle 20.30 al teatro Camploy (via Cantarane 32) continua la sezione Viaggiatori e migranti, con due film italiani: la prima visione nazionale di Creating the blackness of Africa (italiano per produzione, il regista è africano) e della pellicola di Anna Maria Gallone, Le due storie di Adama.
Al cinema Stimate, alle 21, sarà riproposto il corto in prima visione nazionale Dina e il documentario tunisiono-francese dedicato alle rivolte in Tunisia Laïcité, Inch’Allah. Sempre alle 21, ma al cinema/teatro Santa Teresa verranno proiettati il corto burkinabé Les Sabres e il lungometraggio keniano Togheterness supreme.

Selezioni e... iscrizioni, per il Sud del mondo

Scuola di politica internazionale, di cooperazione e sviluppo, per approfondire le tematiche della politica internazionale e della cooperazione allo sviluppo. Mentre oltre un centinaio di giovani di tutta Italia in questi giorni stanno incontrando ProgettoMondo Mlal per i colloqui e le selezioni che porteranno 14 di loro in 5 diversi paesi del Sud del mondo, la Focsiv dà il via all’edizione 2012 della SPICeS, la Scuola di Politica Internazionale - Cooperazione e Sviluppo.
Promossa appunto da FOCSIV - Volontari nel mondo (federazione di cui ProgettoMondo Mlal fa parte) in collaborazione con CARITAS Italiana e con il patrocinio della Pontificia Università Lateranense, la SPICeS è una scuola di approfondimento sulle tematiche della politica internazionale e della cooperazione allo sviluppo che, con la preziosa collaborazione di docenti ed esperti provenienti da Università italiane, Organizzazioni Internazionali e Non Governative, contribuisce a diffondere e rafforzare la cultura della solidarietà internazionale, e una maggiore consapevolezza sul ruolo dell’aiuto allo sviluppo e dell’aiuto umanitario.
Il corso, con durata annuale, è indirizzato a laureati in qualsiasi disciplina, a quanti sono impegnati nel mondo dell’associazionismo, delle Istituzioni, della Scuola, delle ONG e a chi, pur lavorando in altri settori, desidera approfondire i temi legati alla solidarietà internazionale e alla cooperazione allo sviluppo per promuoverli all’interno del proprio ambito professionale.
La 20° edizione della Scuola prevede 180 le ore di lezioni, suddivise in otto moduli da gennaio a giugno. Il percorso di specializzazione è arricchito dal confronto con studenti di nazionalità diversa (circa il 25% degli studenti sono stranieri), da seminari di approfondimento sui temi di maggiore attualità e da STAGE in Italia o all’estero, presso ONG, Associazioni, Ministero Affari Esteri, per periodi da 3 a 6 mesi.
Negli ultimi sette anni oltre 40 studenti sono partiti in stage per i sud del mondo supportando il lavoro delle ONG.
La domanda di ammissione alla Scuola, disponibile insieme al bando sul sito www.focsiv.it, va inviata, insieme alla documentazione richiesta entro il 20 dicembre 2011.

Scarica il bando 2012
Scarica la scheda d'iscrizione

lunedì 14 novembre 2011

Cinema Africano. Un libro sulla tratta delle donne africane

REVOLUTIONS incontra un nuovo libro che parla di Africa, di un’Africa che arriva in Europa, in Italia in particolare, per diventare vittima del mercato del sesso. Involontariamente diventata “voce della Tratta delle donne africane” nel nostro Paese, Isoke Aikpitanyi ha scelto di moltiplicare la sua voce, dar vita a un’indagine su una realtà ancora troppo sommersa e pubblicare il frutto del suo lavoro (e delle ragazze che l’accompagnano) in un libro: 500 Storie vere. Un testo che racconta, attraverso le testimonianze dirette, i questionari e gli incontri, il vissuto di moltissime giovani donne che arrivano in Italia per coronare un sogno e si ritrovano, spogliate di documenti e dignità, sulle strade e negli appartamenti gestiti dalla mafia nigeriana. Preceduto dalla testimonianza di Susanna Camusso, segretaria nazionale della Cgil, di suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e di Roberto Saviano, il libro di Isoke è più di un semplice testo da leggere, è la realizzazione di un riscatto, di una nuova vita.

Il 15 novembre alle 17,30 alla Società Letteraria (piazzetta Scalette Rubiani, 1), si terrà l’ultimo incontro delle Giornate della Diversità, a cura della Direzione artistica del Festival di Cinema africano, in collaborazione con la Società italiana di Psichiatria democratica e la Società letteraria. Ospite dell’incontro sarà Isoke Aikpitanyi, autrice di 500 Storie vere (Ediesse) e già coautrice di La ragazza di Benin City (Melampo). La presentazione del libro è in collaborazione con la rivista delle missionarie comboniane Combonifem e l’associazione Il filo di Arianna.

Intanto il Festival prosegue con la proiezione dei film in concorso in questa 31esima edizione. In programma martedì ci saranno tre corti (sezione Africa Short), due lungometraggi (sezione PanoramAfrica), un documentario (Africa Doc) e due film della sezione dedicata all’immigrazione Viaggiatori e Migranti.
La carrellata dei film inizia alle ore 18.30, al Teatro Camploy, con l’esilarante corto camerunese La prière, per proseguire con la prima visione nazionale dell’egiziano 18 DAYS, che raccoglie dieci cortometraggi sui giorni che sconvolsero, lo scorso gennaio, l’Egitto. Alle 20.30 prosegue la sezione di Viaggiatori e Migranti con il film del Burkina Faso Ouaga Paradiso e l’italiano I nostri migliori anni.
Alle 21 le proiezioni continueranno al cinema Stimate, con la visione del corto Mwansa The great e del documentario Yoolè, e al cinema/teatro Santa Teresa con il corto del Kenya The legend of Gong Hill e il lungometraggio Les Barons.

venerdì 11 novembre 2011

Cinema Africano al via

Entra nel vivo la 31esima edizione del Festival di Cinema africano di Verona, con un sabato ricco di appuntamenti e di film. Ad aprire la mattinata di incontri saranno Le Giornate della Diversità che, alle 9.30, nella sala della Società Letteraria (piazzetta Scalette Rubiani, 1), offriranno un approfondimento su Il razzismo degli Stati, delle comunità, degli individui, con Alessandro Ricci (psichiatra di Psichiatria Democratica), Carmelo Dotolo (teologo dell’Università Gregoriana di Roma), Pierangelo di Vittorio (filosofo) ed Ernesto Venturini (psichiatra, esperto Oms).
Alle 15 verrà poi presentato il volume Razzismo di Stato. E a partire dalle ore 16, su Il tema dell’altro nella cultura occidentale, interverranno il filosofo Andrea Tagliapietra e l’antropologo Gabriel Sala.

La giornata proseguirà al Museo africano (vicolo Pozzo, 1), alle 16, con l’inaugurazione della mostra d’arte contemporanea L’abito è il monaco. L’originale artista camerunese Afran crea opere d’arte utilizzando il jeans, uno dei simboli della globalizzazione.

Alle 18, nel corso dell’incontro Le Giornate della Diversità, Anna Maria Gallone, direttrice artistica del Festival del Cinema africano di Milano, interverrà su Il razzismo nel Cinema delle Afriche.

Ma “il pallino” del Festival sono i film… Al cinema Stimate (via Montanari, 1), il concorso prosegue le sue proiezioni con due corti e due lungometraggi. Alle 18.30 sarà la volta del corto, in prima visione nazionale, The legend of Gong Hill (Kenya), seguito da Les Barons (Belgio-Marocco), mentre alle 21 ad illuminare la sala saranno le immagini di due film algerini: il corto Garagouz, seguito dalla prima visione nazionale di Voyage à Alger.

SPECIALE SCUOLE. Iniziano le proiezioni anche per le ragazze e i ragazzi veronesi che hanno risposto in massa alla 31esima edizione dedicata agli istituti scolastici scaligeri. Grazie al lavoro di ProgettoMondoMlal, promotore del Festival, la cultura africana arriva direttamente ai giovani, i veri costruttori di un futuro differente.

Piccoli europei in ascolto del Burkina

Ousmane e Lassina sono appena rientrati a Ouagadougou, in Burkina Faso, dopo aver trascorso più di due settimane tra Vicenza, Osjiek e Czestochowa.
Giornate molto intense in cui hanno partecipato all’evento artistico di Vicenza “+cibo, + acqua x tutti!”, hanno visitato moltissime scuole in Italia, Polonia e Croazia per parlare agli studenti del loro Paese, dei problemi ma anche della grande ricchezza culturale che lo contraddistingue.
La visita è stata occasione per consegnare loro i fondi raccolti dalle tre città partner del Progetto Art&Earth a sostegno di interventi in 6 scuole del Burkina Faso.
Preziosi momenti di scambio, che lasciamo commentare ai protagonisti di questa visita europea rientrati in Burkina.
Dopo tante giornate di freddo, avete ritrovato il sole e il calore del vostro Paese. Quali sono le vostre sensazioni al rientro in Burkina Faso?
Abbiamo apprezzato molto il soggiorno in Europa. La qualità dell’organizzazione e la ricchezza nata dagli incontri con i bambini, le insegnanti, le autorità delle tre città, ci hanno donato un enorme senso di soddisfazione.
Siamo tornati in Burkina con un forte desiderio di continuare il nostro impegno all’interno del progetto “Art&Earth” e di ringraziare ancora una volta i bambini, e tutti coloro che sono coinvolti in questo progetto, per la loro calda accoglienza, disponibilità, ospitalità, solidarietà e impegno per migliorare le condizioni dei bambini del Burkina Faso in ambito scolastico.
Quali sono stati i momenti più significativi del vostro viaggio in Europa?
I momenti di scambio con i bambini, e con tutti coloro che sono coinvolti nel progetto "Art&Earth", la scoperta delle realizzazioni artistiche dei bambini, le visite scolastiche e i balli improvvisati con i piccoli studenti, rimangono per noi senz’altro momenti significativi e indimenticabili.
Che idea vi siete fatti della vita dei bambini di Vicenza, Osjiek e Czestochowa?
È difficile giudicare la vita dei bambini che abbiamo incontrato perché l’esperienza vissuta è stata certamente interessante, ma purtroppo molto breve. Tuttavia, possiamo dire quali sono state le nostre impressioni sulle condizioni di studio. Abbiamo infatti potuto verificare che godono di un ottimo livello di studio, con strutture scolastiche belle e ben attrezzate; il numero di bambini per ciascuna classe è adeguato rispetto al numero e all’impegno degli insegnanti (in Burkina Faso una classe può arrivare ad avere anche 150 studenti con 1 solo insegnante!), le mense scolastiche offrono alimenti vari e adeguati alla loro crescita e la scuola riesce a offrire molte attività extracurricolari che contribuiscono allo sviluppo della qualità dell’educazione.
Cosa racconterete di loro ai bambini del Burkina Faso?
Vogliamo raccontare di bambini solidali nei confronti dei bambini del Burkina, di bambini con un grande interesse per l’Africa, pieni di talento e di motivazione per lo scambio con i bambini del Burkina Faso, di bambini che partecipano attivamente nel progetto “Art&Earth” e che sono fieri di farlo!
Art&Earth ha parlato ai bambini europei di diritto al cibo e all’acqua. Che significato hanno questi temi nel vostro Paese?
Il diritto al cibo e all'acqua sono diritti importanti che devono essere necessariamente rispettati. Purtroppo per motivi economici e di povertà, questi diritti non sempre sono realtà in alcune zone del Burkina Faso. Ancora oggi in Burkina Faso ci sono alcune comunità dove l’acqua potabile è inesistente, dove le persone camminano anche per 10 km per recuperarla. Inoltre, in molti villaggi, e in alcuni casi anche nelle aree urbane, ci sono persone che mangiano un solo pasto al giorno. Con la siccità, e quindi con i cattivi raccolti, in alcune località questo significa la fame!.
Per cominciare al meglio le attività di scambio tra scuole europee e scuole del Burkina Faso, dateci 5 parole che comunichino ai bambini di Vicenza, Osjiek e Czestochowa il vostro Paese. Così iniziamo subito a metterci in ascolto…
Integrità, combattività, ricchezza culturale, solidarietà, stabilità.

giovedì 10 novembre 2011

L’Africa dei giovani vuole cambiare. E i giovani veronesi vogliono sapere come

Rivoluzioni e nuovi movimenti. Il continente africano è in fermento e i protagonisti, è sotto gli occhi di tutti, sono i giovani che con forme artistiche e tecnologie digitali hanno dato un segnale dirompente e per niente equivoco: l’Africa dei giovani vuole cambiare. E i giovani veronesi vogliono sapere come.
Gli studenti che, a scuola o nelle sale cinematografiche della città conosceranno più da vicino le “Revolutions” africane, quest’anno saranno infatti oltre 2100 (1250 in sala tra studenti e insegnanti e 870 a scuola), contro le circa 1400 dell’anno scorso.
Le richieste arrivate a ProgettoMondo Mlal per prenotare un incontro in cui, in occasione del cinema africano, bambini e adolescenti possano essere accompagnati alla visione dei film in programma e partecipare a un’animazione in sala, condotta da educatori ed esperti e con la presenza di registi e critici cinematografici, sono vistosamente cresciute, e di sicuro non a caso.
La voglia, se non necessità, di cambiamento che sta contagiando i giovani africani è al centro della 31esima edizione del Festival del cinema africano in programma dall’11 al 20 novembre a Verona, che dopo aver trattato di “New Africa” e “Generation”, quest’anno cede il passo alle “Revolutions”.
Revolutions anche nel cambiamento di linguaggi, generi e visioni cinematografiche, che il festival cercherà di mostrare al suo pubblico soprattutto in film della nuova generazione di cineasti africani.
La civiltà delle immagini ha un ruolo fondamentale nella creazione di visioni del mondo e di rappresentazioni dell’altrove, e a prova di questo cresce sempre più l’interesse per l’uso didattico del cinema.
I film portano in realtà diverse, in universi lontani e sono fonte di conoscenza di altre culture. Simbolo di questo cinema dell’altrove è l’Africa con la sua filmografia, così differente da come emerge dalle produzioni occidentali, e spesso così difficile da capire se paragonata alle nostre caratteristiche culturali. Serve maggior impegno e incisività nello sviluppo dell’educazione all’immagine, per favorire tra i giovani la conoscenza del prodotto cinematografico di qualità.
Le culture e le società africane sono in piena mutazione. Nessuna cultura e nessuna società è mai stata immobile, ma il fenomeno che interessa l’Africa dei nostri giorni, e la sua gente, è qualcosa di unico. È un cambiamento sociale e culturale rapido e diffuso che sfugge alle categorie esplicative degli studiosi, e che il più delle volte si consuma nel dramma.
Per questo e altri motivi il cinema africano è un mezzo per penetrare la cultura africana contemporanea.
Oggi più che mai serve un’educazione interculturale che contribuisca a far sì che tra individui unici nelle loro radici culturali si promuovano delle capacità di convivenza costruttiva in un tessuto culturale e sociale sempre più multiforme.
Gli insegnanti e gli studenti, che in questi anni hanno accompagnato con affetto e con fiducia costante il festival veronese, potranno continuare l’esperienza intrapresa nelle precedenti edizioni rinnovando la partecipazione alle iniziative riservate alle scuole: proiezioni animate nelle sale ma anche direttamente nella proprie scuole.
Qui il programma in dettaglio delle proiezioni per le scuole: http://festivalafricano.altervista.org/festival/?p=2789

Per informazioni
ProgettoMondo Mlal- Ufficio Educazione e Formazione
045 8102105
scuole@cinemafricano.it

REVOLUTIONS. Primavere africane e diaspore nella XXXI edizione del Festival di Cinema Africano

REVOLUTIONS. Non poteva avere un tema diverso la XXXI edizione del Festival di Cinema africano di Verona, che si terrà dall’11 al 20 di novembre.
Il 2011 è stato un anno complesso per il Nord Africa, segnato da movimenti di rivolta importanti, le cosiddette primavere africane. L’onda rivoluzionaria è arrivata fino a noi, senza passare inosservata. Ma cosa è accaduto davvero in quelle piazze guidate dalla gioventù africana? Chi sono quelle donne e quegli uomini che hanno saputo mettere in discussione sistemi politici ed economici che sembravano intoccabili?
A mostrarlo al pubblico veronese saranno le pellicole in concorso al Festival, a parlarne invece saranno i registi, i critici e i giornalisti che da quel moto di rivolta si sono lasciati contagiare. C’è un movimento culturale che ha usato i nuovi mezzi di comunicazione e che ha saputo piegare la potenza della tecnologia digitale per diffondere un segnale importante: l’Africa dei giovani vuole essere protagonista di una storia nuova, differente.
Questi segnali il cinema delle Afriche li ha colti e saputi rivelare sul grande schermo, sovvertendo gli stereotipi, andando controcorrente e aprendosi al nuovo, a costo di rompere con la tradizione. Il Festival di Verona – giunto al 31esimo anno – continua a scrutare con attenzione quel che accade nel Continente e sceglie di puntare, ancora una volta, sulla voglia di trasformazione che lo attraversa e che ha già contraddistinto in passato le edizioni New Africa (2009) e Generations (2010).
Il Festival poi non dimentica il contributo della cultura che nasce grazie e attorno alla Diaspora. Partendo dalla risoluzione dell’Onu che, nel 2009, ha proclamato il 2011 Anno internazionale delle persone con origini africane, la 31esima edizione del Concorso ha scelto film che affrontano il tema dell’emigrazione e ha deciso di riproporre, anche quest’anno, la sezione Viaggiatori e migranti, con la volontà di tenere accesi i riflettori sullo spirito che muove uomini e donne capaci di ridisegnare e sognare un futuro diverso per la propria terra. La Diaspora sarà un tema che uscirà dagli schermi delle sale cinematografiche per andare a incontrare, grazie a un gruppo di giovani registi africani, il pubblico del Festival.

Anche quest’anno il Festival di Cinema africano presenta numeri importanti: sono 30 i film in programma (24 quelli in concorso), 15 le prime visioni nazionali, 50 le proiezioni in sala.
Una Giuria ufficiale, composta da Annabelle Alcazar (Trinidad e Tobago), Cleophas Adrien Dioma (Burkina Faso) e Giancarlo Beltrame (Italia), vedrà in anteprima i film delle 3 sezioni in concorso: PanoramAfrica (7 lungometraggi); Africa short (10 corti); Africa doc (7 documentari). Le stesse opere cinematografiche verranno visionate anche da una Giuria speciale, formata dalle ragazze e dai ragazzi dell’Associazione degli studenti africani di Verona.

Alle tre sezioni in gara se ne aggiungono altre tre, fuori competizione:
Revolutions e Diaspora, espressamente dedicata ai temi di quest’anno (tre i film in programma), in cui verranno proposti: 18 Jours (prima visione nazionale), il film di Tamantashar Yom, in cui si raccontano le giornate che sconvolsero l’Egitto lo scorso gennaio, e I nostri anni migliori, la pellicola italiana che narra, grazie all’incontro con cinque giovani tunisini arrivati a Lampedusa, la vita sotto Ben Ali;
Viaggiatori e migranti, con i suoi 8 film, dà vita a una sezione speciale, riservata allo sguardo sull’Africa di registri italiani e africani emigrati in Europa. Viaggiatori e migranti si avvale di una giuria ad hoc, la Giuria del Cartello Nella mia città nessuno è straniero (coordinamento di oltre 50 associazioni veronesi che si propone di promuovere i valori dell’accoglienza, dell’incontro con l’altro e della valorizzazione delle diversità);
Eventi speciali cinema ha due film in programma: Africa united e The Rugged priest, Premio Verona a Zanzibar, il film di Bob Nyania – che sarà presente a Verona per la prima visione italiana della sua opera – racconta la storia del missionario americano John Anthony Kaiser, un uomo che rischia la vita per difendere i diritti della gente che incontra in Kenya.

Ad aprire la 31esima edizione sarà la prima visione italiana di Black Gold, del regista nigeriano Jeta Amata. Amata fa parte del gruppo di ospiti del Festival. Quest’anno infatti ad accompagnare i film in concorso ci saranno cinque registi e due critici di cinema provenienti da diverse aree di produzione cinematografica (Nigeria, Ghana, Kenya, Burkina Faso, Algeria, Tunisia, Senegal). (Sarà possibile intervistare gli ospiti previo contatto con l’ufficio stampa)

Tanti gli eventi che accompagnano le dieci giornate del Festival:
•una mostra d’arte contemporanea, L’abito è il monaco, dell’artista camerunense Afran, in esposizione, a partire da sabato 12 novembre, presso il Museo africano di Verona;
•tre incontri con gli autori dei libri: Le voci del silenzio (Giuseppe Carrieri); Camera Africa – Classici, noir e Hollywood e la nuova generazione del cinema delle Afriche (con Fabrizio Colombo, Vanessa Lanari, Annamaria Gallone, Tahar Chikhaoui); e 500 Storie vere (Isoke Aikpitanyi);
•due tavole rotonde sui temi di REVOLUTIONS : Cinema e Diaspora africana, con giovani registi che si occupano della Diaspora africana in Italia e nel cinema (Cedric Ido e Julius Amedume)e Africa Revolutions: primavere arabe e prospettive (con Moustafa El Ayoubi, Tahar Chikhaoui, Fabio Laurenzi e Raffaello Zordan;
•un evento dedicato al calcio africano (con Darwin Pastorin, Luigi Guelta, Raffaele Tomelleri e Giancarlo Beltrame).
Come ogni anno, a movimentare il dopo-Festival ci saranno gli Afroparty, serate di musica africana.

La 31esima edizione del Festival di Cinema africano conferma l’attenzione verso il mondo della scuola non solo portando le ragazze e i ragazzi al cinema, ma facendo entrare il Festival negli istituti scolastici. Quest’anno, oltre alle proiezioni mattutine previste nelle due sale della città, i film in concorso (per le scuole che ne faranno richiesta) saranno disponibili per essere proiettati direttamente in Aula Magna o in spazi scolastici dotati di videoproiettore. A oggi si ha conferma della presenza di oltre 2100 spettatori (tra studenti e docenti) del mondo della scuola veronese.

Per la prima volta il Festival di Cinema africano esce da Verona per arrivare in provincia. Grazie alla collaborazione con la sala cinematografica Mignon di Cerea, si potrà proporre fuori dalle mura scaligere un festival parallelo. Una selezione di film, preparata dalla Direzione Artistica in collaborazione con i promotori di Cerea, vuole offrire una proposta allettante con l’auspicio di coinvolgere, non solo Cerea, ma anche i paesi limitrofi. Un tentativo che in futuro potrebbe allargarsi a varie zone della provincia veronese per far conoscere maggiormente il cinema delle Afriche.

Il programma, il catalogo del Festival sono consultabili sul sito: http://festivalafricano.altervista.org/festival/?cat=28

mercoledì 9 novembre 2011

Guatemala, inizia l’era patriottica

Domenica 6 novembre ha avuto luogo il secondo turno delle elezioni presidenziali in Guatemala nonché la ripetizione di alcune elezioni municipali per le quali erano stati sospettati brogli e irregolarità in occasione del primo election day, l’11 settembre scorso. Il risultato, aspettato ma non auspicato da vari analisti, è stato segnato dalla vittoria dell’ex-generale Otto Pérez Molina (Partito Patriottico - PP) con il 53,74% dei consensi contro il rivale Manuel Baldizón (Lider) che si è fermato al 46,26%.
I dati elettorali sono comunque interessanti e parlano abbastanza chiaro. L’affluenza generale è stata piuttosto bassa, intorno al 60%, simbolo di una società che non si è vista particolarmente rappresentata dai due candidati in lista al secondo turno, entrambi portatori di interessi particolari: l’esercito e il narcotraffico da un lato, le grandi imprese dall’altro. Entrambe le proposte di governo portavano con sé misure più o meno restrittive e coercitive per poter affrontare il problema grave della violenza, che miete diversi morti al giorno.
È mancata però un’analisi più strutturale e una rappresentanza politica di una società che non vede nel basso livello di educazione (penultimo posto per qualità di istruzione in tutta l’America Latina) e nel mancato appoggio al settore primario (con conseguente alto livello di denutrizione) i due pilastri su cui si potrebbe effettivamente basare lo sviluppo di uno Stato con risorse e con un patrimonio storico-culturale forte. Le stesse basi che permetterebbero una riduzione esogena della violenza.
Dietro alle ottimistiche offerte di impiego, sicurezza e più genericamente di un “cambiamento”, poche sono state le proposte concrete e in questa seconda fase di campagna sono venute piuttosto dallo sfidante a capo della formazione Lider.
Pérez Molina ha infatti incentrato la sua campagna sulla repressione delle bande irregolari e sulla sicurezza a tutti i costi e con tutti i mezzi. Ed è proprio quest’arbitrarietà dei mezzi che crea grandi preoccupazioni in una parte della società.
A ragione della lotta per la difesa della sicurezza, Pérez Molina ha vinto nelle città, dove ne è più sentita l'esigenza, e questo gli ha consentito di avere il numero di elettori più alto.
Città del Guatemala (dove il PP è arrivato al 65% circa), Mixco, Quetzaltenango (unica provincia del nord a votare patriota), Antigua e Chimaltenango sono state le città e rispettive Provincie vinte dal PP, insieme alla fascia frontaliera con l'Honduras e la parte orientale, per un totale di 10 provincie. Tutto il nord e la fascia costiera pacifica, per un totale di 12 provincie, sono stati invece vinti da Lider. Il paragone numerico non conta però sulla popolosità delle stesse provincie e l’elezione ha consacrato il generale dalla “mano dura” alla presidenza per i prossimi quattro anni.
Giustamente, al giorno d’oggi si parla di due Presidenti: un presidente delle città e un presidente delle provincie. A conferma di questo, sembra esserci anche il fatto che Manuel Baldizón possa essere il capo dell’opposizione per i prossimi quattro anni, a seguito del condivisibile discorso post-elezioni, nel quale ha augurato un buon lavoro a Pérez Molina ma allo stesso tempo ha assicurato di voler seguire l’operato del Presidente in base alle promesse elettorali. Un bel segno di partecipazione politica che si spera riesca a spazzare un po’ di nubi di incertezza che si continuano ad accumulare sulla presidenza del 14 gennaio prossimo.

Edoardo Buonerba
casco bianco ProgettoMondo Mlal Guatemala

lunedì 7 novembre 2011

Detenuti e artisti. Così inizia il riscatto

Una tre giorni di grandi attese in grado di aprire, pur se con qualche delusione, a insoliti scorci su piccoli ma fondamentali cambiamenti in tema di reclusione in Mozambico.
Il gruppo culturale Anamavenchiwa (che in lingua macua significa “rigenerati”), per la seconda volta dopo il festival di Pemba è andato in trasferta nell'antica capitale coloniale del paese, Ilha de Moçambique, per partecipare a un altro festival culturale: Omuhipiti.
Per problemi organizzativi, il gruppo culturale costituitosi nella Penitenziaria Industriale di Nampula accompagnato dal noto musicista locale Warila, non ha però potuto suonare, per lo meno non su un palco attrezzato come avrebbe voluto.
I componenti di Anamavenchiwa sono stati accolti molto bene nel carcere di Ilha e lasciati semiliberi dentro il cortile della struttura: nessuna sbarra e nessuna cella per loro, come invece è per i “colleghi” dell'isola. Secondo il vicedirettore mozambicano del nostro progetto “Vita Dentro”, che ben conosce la tematica della reclusione, una simile accoglienza denota un nuovo approccio nelle dinamiche detentive. La cultura in questo caso ha rotto le rigide regole e si è fatta via per lasciare il passo al cambiamento.
Il gruppo culturale rimane un gruppo di reclusi, che hanno trascorso due giorni in carcere, ma è stata concessa loro una certa libertà e fiducia: entravano e uscivano per fare qualche chiacchiera o vendere il loro artigianato davanti alla porta del carcere, sono stati liberi di provare il loro repertorio una notte intera prima del giorno previsto per l'esibizione, hanno cucinato da soli nel cortile, e non i soliti fagioli con chima, ma pesce fresco dell'isola, una vera rarità.
L'ultimo giorno, ancora con l'amaro in bocca per la mancata esibizione al festival, il gruppo ha improvvisato un piccolo concerto davanti alle porte del carcere allietando i passanti che si fermavano per ascoltare le canzoni tipiche della loro cultura macua. Oltre agli applausi sono arrivate anche le scuse per la mancata esibizione al festival da parte dei rappresentati politici degli organismi governativi della zona, anche loro intervenuti ad ascoltare l'improvvisato concerto.
Ma questi reclusi non scappano?” si chiedevano i passanti all’esterno del carcere.
Tra teatro itinerante nelle carceri dei distretti vicini e spettacoli nei festival, i reclusi avrebbero molte possibilità di fuggire, anche perché il trasporto non è ad alta sicurezza: non ci sono manette né tantomeno sbarre, sono tutti nel rimorchio aperto del camion a suonare e cantare.
Eppure no, non scappano. Questi eventi culturali danno loro la possibilità di presentare il lavoro quotidiano dentro al carcere, insieme a quella di far conoscere una realtà che può essere da stimolo per altri reclusi e rappresenta inoltre una forma di riscatto nella società civile. In queste occasioni infatti oltre a presentarsi come detenuti si esibiscono in qualità di artisti, sfuggendo – anche se solo per un breve tempo – alla dura e poco elastica etichetta di criminali.
L'esibizione, sia che avvenga tra i detenuti nelle carceri dei distretti circostanti o sul palco dei festival, regala momenti preziosi in cui i componenti del gruppo dimostrano di essere anche altro che semplici reclusi, e che anche in un luogo così difficile come il carcere può nascere qualcosa di buono e valido. Nuovi orizzonti e nuove chiavi di lettura tanto per i detenuti che arricchiscono i loro vissuti, quanto per la società civile che in queste occasioni va oltre ai luoghi comuni che lasciano poco spazio al riscatto.

Laura Calderini,
casco bianco ProgettoMondo Mlal Mozambico