martedì 28 dicembre 2010

Argentina: Menéndez e Videla condannati

Il 22 dicembre scorso Córdoba è stata teatro di un'ulteriore vittoria per la giustizia argentina.
L’ex dittatore Jorge Rafael Videla e il capo della polizia segreta di Córdoba Luciano “la iena” Menendez, colpevoli delle torture e della morte di migliaia di attivisti e oppositori politici nel corso della tremenda dittatura argentina dal 1976 al 1983, sono stati nuovamente condannati all’ergastolo.
In questo caso specifico sono stati giudicati per avere ordinato la cattura, la tortura e la morte di 31 prigionieri politici nella provincia di Córdoba nel 1976.
La storica sentenza è stata letta di fronte a molti genitori e parenti dei desaparecidos, che hanno mostrato con orgoglio le foto in bianco e nero dei propri figli, fratelli, parenti assassinati dal governo militare nel corso della guerra sporca, quando il governo dittatoriale, con la scusa di lottare contro la guerriglia, colpì migliaia di persone innocenti perseguendole per le proprie idee.
Il risultato finale è stata la scomparsa di circa 30.000 persone, che oggi hanno almeno la soddisfazione di veder trionfare la giustizia su coloro che li hanno calpestati.
Videla e Menendez sono stati condannati con altri 14 militari, tutti accusati di aver partecipato ai tremendi fatti.
Il primo andrà a scontare la pena direttamente in un carcere comune, mentre il secondo dovrà sottoporsi a un esame medico per valutare se sia in grado o meno di sopravvivere all’interno di una struttura detentiva.
Purtroppo, nell’ultimo discorso prima della sentenza, entrambi gli accusati hanno nuovamente affermato la propria innocenza davanti alle accuse rivolte, insistendo in un’attitudine che non hanno mai cambiato in questi anni di processo.
Non vi è pentimento da parte loro, ma la giustizia almeno oggi ha trionfato. Un passo in avanti per tutto il Paese e per i diritti umani è stato fatto.

Nicola Bellin
ProgettoMondo Mlal Argentina


giovedì 23 dicembre 2010

Carcere e Mozambico. "Tutte le donne che ho incontrato"

L’operatrice sociale Celia, che fa parte dell'equipe di ProgettoMondo Mlal nel programma di cooperazione allo sviluppo "Vita Dentro" avviato in Mozambico per migliorare le condizioni di vita dei reclusi della Provincia di Nampula, ci racconta uno spaccato della vita nella sezione femminile.
"Ci sono diversi modi di raccontare ‘la vita’ di una sezione femminile. E io, come operatrice sociale, ho l’opportunità di conoscere, ascoltare e percepire il quotidiano di tante donne diverse. Tutte per lo più vivono in un’ottica di “sopravvivenza”. Anche se non è vissuta nello stesso modo da ciascuna.
In prigione le donne si trovano ad affrontare situazioni specifiche gravi, ancora poco conosciute all’esterno e non affrontate dal potere politico: gli episodi di maltrattamento sono frequenti, l’assistenza medica e giuridica è precaria.
A volte, proprio per il rapporto di confidenza che inevitabilmente si è creato con molte di loro, mi sono stati raccontati fatti accaduti e i diversi modi con cui cercano di nascondere i sentimenti provati per poter vivere il quotidiano.
Le detenute arrivano da differenti regioni del Paese, e dunque differenti sono tra loro per cultura, formazione familiare, religione, modo di vivere la maternità o le relazioni affettive. E diverse appaiono se sono sposate o meno, se hanno figli, e a seconda della tipologia di crimine commesso.
Tra loro Tania: è stata condannata a 21 anni di prigione per omicidio. Ne ha già scontati 7 durante i quali è rimasta incinta e ha avuto un figlio, in circostanze non ancora del tutto chiarite. Si dice che il responsabile sia un agente. Lei racconta che, almeno tre volte alla settimana devono bere acqua non potabile (il che provoca diarrea), a volte non c’è acqua per giorni. Dicono che ci sia un problema di condutture potabili. Ma il dubbio che serpeggia tra le detenute è che si tratti di un desiderio di punizione da parte della Direzione del carcere.
Magrethe, condannata a 6 anni di carcere per traffico di droga, ne ha già scontati 3. Ammette di non conoscere la legge penitenziaria. E’ la prima volta che sente parlare di ‘libertà condizionale’ mentre già pensava che sarebbe potuta uscire dal carcere solo al termine della pena.
Ci sono invece donne che vivono il carcere come fosse casa loro e confessano di non volere tornare libere anche perché non saprebbero dove andare.
Poi ci sono donne che si lasciano morire a poco a poco. Non sopportano il silenzio, le forme disciplinari pesanti, le violenze delle altre detenute, le violenze da parte delle agenti, lo sfruttamento, l’alimentazione insufficiente.
Ci sono donne che al carcere ci hanno “fatto l’abitudine” e sostengono che è “comunque meglio della strada”. Queste, per le difficili esperienze e condizioni vissute, hanno imparato ad apprezzare la compagnia delle altre detenute, la sicurezza di un letto e di un pasto, perfino l’idea di vivere in un “albergo”.
Ci sono donne che lavorano molto e rientrano in cella solo per dormire. Per loro il tempo passa più veloce.
Per le donne che sono detenute con i loro bambini c’è un dramma nel dramma. In quanto detenute, solo loro hanno diritto a ricevere un pasto. Ciò significa condannare entrambi alla denutrizione.
Vi sono infine recluse che restano in carcere per poco tempo, sufficiente però perché rimangano traumatizzate a vita. Benché la legge sia di rieducazione, e a favore di un reinserimento dell’individuo, la realtà carceraria è diversa. A volte lascia una cicatrice profonda difficile da cicatrizzare.

Celia, educatrice
equipe Progetto Vita Dentro

mercoledì 22 dicembre 2010

HAITI, Aspettando il secondo turno

Il Paese si trova in un periodo cruciale della sua storia: le elezioni presidenziali (nonché legislative), tutt’ora in corso, costituiscono un test di democrazia, per un Paese che può dirsi mai totalmente uscito dai regimi dittatoriali o corrotti.
Il punto è scegliere il presidente che dovrà poi assumersi il grave incarico di rilevare un Paese distrutto dal terremoto e colpito dall'epidemia di colera, e più generalmente un Paese da riportare sulla via dello sviluppo responsabile a tutti i livelli (di governance, amministrazione, economia, agricoltura, ambiente, ecc).
Le elezioni presidenziali si giocano principalmente tra 3 candidati. I primi 2 hanno passato il primo turno delle elezioni con la proclamazione dei risultati il 7 dicembre... Ma in questi giorni le contestazioni del popolo sono numerose, moltissime sono le denunce di irregolarità e le richieste di annullare i risultati o di riammettere il terzo candidato nella gara.
Mirlande Manigat, 70 anni, già firstlady e docente di giurisprudenza, ha ottenuto il 31% dei voti. Si presenta come leader dell'opposizione, facendosi forte di una grande conoscenza degli affari istituzionali e della comunità internazionale, e perfino di un’immagine di “nonna affettuosa” che piace al popolo.
Dall’altra parte, il candidato ingegnere Jude Célestin, 49 anni, che ha ricevuto il 22,48% dei voti. Si tratta del candidato scelto dal presidente uscente, René Préval. Gravi sospetti aleggiano però attorno alla sua persona, come nel caso dell’accusa di avere dato spazio a nuovi gruppi armati, al fine di creare tensione e favorire la sua elezione.
Infine, il candidato favorito dei giovani, Michel Martelly, cantante di «kompa» music, famosissimo con il nome d’arte di Sweet Mickey. Martelly ha perso il primo turno con 21,84% dei consensi.
Moltissimi gli episodi di broglio denunciati. E numerosi i casi di violenza seguiti alla publicizzazione dei risultati, le manifestazioni e i picchetti organizzati un po’ in tutto il Paese. Il 20 dicembre il Consiglio elettorale si pronuncerà sulle contestazioni elettorali, sottofondo di tutte le nuove tensioni nel Paese, tra un’epidemia crescente e l'attesa ansiosa del secondo turno fissato per il 16 gennaio 2011.

Nicolas Derenne,
ProgettoMondo Mlal Haiti

martedì 21 dicembre 2010

Viaggio scambio in Paraguay. E come maestri, i contadini guaranì

Sulla base del nostro comune interesse per le tematiche dell’agricoltura, della natura e dell’economia nei Paesi in via di sviluppo, in maggio siamo stati scelti dal gruppo ProgettoMondo Mlal Brianza per partecipare a un viaggio di scambio con il Paraguay.
Siamo in 5: Irene Calvo, logopedista e capo scout, Chiara Ferrari Melillo laureanda in Scienze Umane, dell’Ambiente e del Paesaggio, Osea Pennati laureato in Scienze naturali, agricoltore biologico e socio del gruppo ambientalista locale “Valle della Nava”, Ilaria Villa, laureata in Scienze e Cultura dell’Ambiente e del Paesaggio e presidentessa di “Valle Nava”, e infine io, “ El abuelito“ (Antonio Cirinnà) del gruppo ProgettoMondo Mlal Brianza, in qualità di accompagnatore.
Ad attenderci ad Asunción Marco De Gaetano, capoprogetto di Terra e Sviluppo, che ci ha guidati per tutto il tempo con simpatia, entusiasmo e l’abile pazienza dell’interprete e del mediatore.
Tra i tanti ricordi, la visita al progetto “La Voz de la Memoria“ dedicato alla diffusione delle esperienze vissute durante la dittatura del generale Stroessner, che ProgettoMondo Mlal porta avanti in collaborazione con la Casa della Joventud; una gita in barquito lungo il Paraguay con la maestosità del fiume, la favela che costeggia la riva e che è a soli 200 metri dalla casa presidenziale. Così Osea ci ha spiegato come la diffusione della soia sia tra le cause della rovina dei piccoli coltivatori che, sperando in una soluzione mai avveratasi, si sono spostati in città.
Da Asunción il viaggio si è poi snodato sino a Concepcion, alla base del Gran Chaco, circa 500 chilometri più a nord, lungo autostrade simili a provinciali e strade in terra battuta. Accolti sempre con grandi sorrisi e dalla splendida ospitalità dei contadini che parlavano sempre sia spagnolo che joparà (il dialetto nato dallo spagnolo e dal guaranì).
Siamo poi ridiscesi nella regione del Caaguazù, dove abbiamo visitato altre cooperative agricole, come quelle del R3 Corrales, dove si coltivano pomodori che, grazie al sostegno di Fecoprod, partner di ProgettoMondo Mlal, trovano un largo mercato interno. L’esperienza ha particolarmente soddisfatto Osea che racconta: ”Mi parlavano da contadino a contadino, così ci scambiavamo tecniche e prezzi, impressioni e speranze di lavoro..!”. E Antonio aggiunge: “Tra le immagini di questo viaggio, quella della colta Chiara mentre comunica a gesti con un tecnico della Fecoprod. Sembrava proprio volesse anche lei imparare a far crescere meglio una pianta...”.
Rientrati in Italia, lo scorso 26 novembre, abbiamo realizzato una mostra fotografica e proiettato il filmato realizzato da Osea in cui scorrevano le immagini delle cascate di Iguazù, tra Argentina e Brasile, una delle meraviglie del mondo e degna conclusione di un viaggio profondamente istruttivo.
Tra i suoi frutti, la decisione di Chiara di fare del mondo contadino guaranì l’oggetto della sua tesi di laurea, il desiderio di Osea di organizzare un nuovo viaggio da Asunción fino in Bolivia. Mentre Ilaria, Irene e Chiara stanno organizzando con il gruppo Brianza un cineforum con film sudamericani, per raccogliere fondi per il progetto “Terra e Sviluppo”.

Antonio Cirinnà
ProgettoMondo Mlal Brianza

lunedì 20 dicembre 2010

Sud-Nord: da Vicenza il sostegno ad Haiti

Il Sud del mondo si stringe intorno ad Haiti, e lo fa a partire da Vicenza, dove sabato scorso oltre una cinquantina di persone hanno partecipato al Concerto di Natale organizzato dal Gruppo Sud-Nord, per sostenere il nostro progetto “Scuole per la rinascita di Haiti” con una serie di donazione che, in totale, hanno raggiunto la cifra di oltre 800 euro.
L’associazione, nata come costola del gruppo parrocchiale Giustizia e Pace per aprirsi a una serie di attività rivolte al Sud del mondo, ha infatti deciso di sostenere la nostra organizzazione nel processo di ricostruzione dell’isola distrutta dal terremoto del 12 gennaio scorso.
Presente, per aggiornare sull’avanzamento del progetto, Gianni Cappellotto dell’ufficio educazione ProgettoMondo Mlal. “Il concerto del Coro Le Tavernelle è stato molto toccante – racconta Gianni – e si è trattata di un proposta davvero di qualità a cui ha partecipato anche il parroco di Araceli, don Lino. I presenti hanno ben colto quanto sia importante dare un segno di speranza agli haitiani, e renderli consapevoli del fatto che l’aiuto loro destinato arriva da tutte le parti del mondo. Anche dalla piccola Vicenza”.
ProgettoMondo Mlal vuole quindi ringraziare di cuore gli amici vicentini che, con offerte libere per i nostri biglietti natalizi e il calendario 2011, hanno contribuito ad accorciare ancora una volta le distanze tra il Sud e il Nord del Mondo.

venerdì 17 dicembre 2010

Il valore della terra spiegato ai più piccoli

Brasile, Salvador de BahiaSensibilizzare i piccoli alle tematiche del diritto allo studio e soprattutto al valore della terra come mezzo per la sovranità e autosufficienza alimentare. Questo l’intento con cui una volta all’anno il Movimento dei Sem Terrinhas riunisce bambini dai 2 ai 12 anni residenti in comunità agricole.
Siamo nella città di Santo Amaro, proprio nel cuore del Reconcavo la regione della monocultura della canna da zucchero, là dove è nato Caetano Veloso. È qui che si è organizzato l’incontro regionale dei Senza Terra, per il quale le insegnanti di quattro scuole popolari pubbliche nelle zone rurali hanno preparato i ragazzi e il programma. Due giorni intensi che hanno visto coinvolti 65 bambini con giochi, incontri, sport, canti e balli e attività legate al concetto di cittadinanza.
Presenti all’incontro un responsabile dell’ente pubblico sulla difesa e diritti del minore, un rappresentante dell’università pubblica di Bahia, il coordinatore regionale della formazione politica del Movimento dei Senza Terra, la responsabile del settore educazione del Movimento e l’equipe di cooperanti di Casa Encantada, il programma di interscambio culturale e sociale di solidarietà internazionale che collabora ormai da 8 anni con queste famiglie.
Seduta al tavolo principale anche una bimba di 9 anni, rappresentante dei Sem Terrinhas.
Gli spazi per l’incontro e il dormitorio sono stati affittati dal Comune, donazioni alimentari e collaborazioni varie (tra cui quella di Casa Encantada) hanno reso possibile l’incontro.
Con l’occasione, poi, il disegno vincitore di un concorso proposto dagli stessi alunni è diventato il simbolo stampato sulle magliette indossate e confezionate durante la giornata. L’immagine vede la scuola rappresentata al centro e intorno ad essa un orto, una cabina telefonica, il giardino con i fiori, la biblioteca, il parco giochi e il campo da calcio… un disegno che parla da solo.
L’iniziativa è continuata anche la domenica mattina seguente, con tutto il gruppo unito in una camminata con bandiere canti e musica per arrivare davanti al Comune, consegnando al sindaco un documento firmato con la richiesta di un investimento più massiccio nelle scuole pubbliche agricole, oltre a più libri, maggior salario alle insegnanti, maggiori strutture per giocare e fare sport e anche qualche strada in più.
Un Movimento, quello dei Sem Terra, che per i suoi stimoli e la sua resistenza e organizzazione, coinvolge cittadini disposti a mettercela tutta per il futuro del Brasile, a partire da una riforma agraria e sociale.

Loris e Maria,
ProgettoMondo Mlal, Casa Encantada
Brasile

martedì 14 dicembre 2010

Argentina, scoppia la violenza per il diritto alla casa

Dalla città di Buenos Aires alla provincia di Formosa, le ultime due settimane in Argentina sono state teatro di violenti scontri. E il motivo scatenante è sempre lo stesso: la mancanza dello spazio vitale.



Il sistema economico in Argentina impedisce a grandissima parte della popolazione di accedere a un credito bancario per poter comprare un terreno su cui costruire una casa e così ottenere quello che è un diritto universale: l’accesso a un habitat dignitoso.
La conseguenza è che molte famiglie, per attirare l'attenzione del governo, finiscono spesso con l’occupare massivamente terreni edificabili, segnando i lotti e chiedendo un intervento dello stato per risolvere la loro situazione.
In alcuni casi ciò accade con la negoziazione. È così a Córdoba dove il programma di cooperazione allo sviluppo di ProgettoMondo Mlal, “Habitando”, sta lavorando con una cooperativa di famiglie che, dopo 10 anni di lotta e sgomberi è riuscita a ottenere il titolo di proprietà su un terreno che aveva occupato. Ed è così anche a Rio Cuarto, altro municipio che collabora con la nostra organizzazione e dove, dopo l’invasione di un terreno da parte di 300 famiglie, l’amministrazione comunale ha preso la decisione di iniziare a realizzare un ampio progetto di edilizia popolare in favore dei settori poveri.
Ma purtroppo non sempre le cose vanno a buon fine. Ci sono casi in cui le situazioni mal gestite dal governo sfociano in grandi scontri e tragedie come appunto è successo in questi ultimi giorni nella città di Buenos Aires e nella provincia di Formosa.
Alcuni giorni fa un gruppo di famiglie appartenenti a Villa Soldati, zona poverissima di Buenos Aires, hanno occupato il vicino parco Indomaricano, da molti anni abbandonato, rivendicando la necessità di casa e di terra.
La risposta del sindaco di Buenos Aires, attraverso l’intervento della polizia, ha causato violentissimi scontri che hanno provocato la morte di quattro persone e il ferimento di moltissime altre oltre a fomentare un intenso momento di scontro in tutto il quartiere e più in generale a livello politico nel Paese.
La presidente Cristina Fernandez ha condannato i fatti accaduti e convocato il sindaco Macri per capire le motivazioni dei violenti scontri e cercare di risolvere la situazione, offrendo anche nuovi terreni per le famiglie occupanti.
Purtroppo quest’ultimo scontro non è il primo avvenuto di recente. Il 25 novembre scorso, infatti, sempre nella provincia di Formosa, un gruppo di oltre 600 indigeni della comunità Toba ha bloccato il traffico stradale occupando un’importante arteria del paese, rivendicando la proprietà su quelle che considerano le terre originarie del loro popolo e che per questo spettano loro di diritto.
Anche in questo caso, contrariamente alle proibizioni di sgombero citate nella legge Nazionale 26.160 in materia di assegnazione delle terre originarie alla popolazione aborigena, la polizia è intervenuta per liberare la zona. Il risultato degli scontri ha visto la morte di tre persone e il ferimento di altre 50.
La situazione è critica e tensioni come queste sono all’ordine del giorno in Argentina. Un paese enormemente ricco di terra ma che non offre in modo uguale ai cittadini la possibilità di accedervi, né tantomeno agli enti locali gli strumenti necessari a gestirla.
È arrivato il momento di iniziare a prendere decisioni adeguate per risolvere le necessità di migliaia di famiglie o per lo meno proibire i violenti sgomberi che pone in atto la polizia, violando i più elementari diritti umani.
Una buona notizia arriva dalla provincia di Salta, nel nord del paese, dove pochi gioni fa è stata votata e approvata dal governo regionale una legge che vieta qualsiasi tipo di sgombero in tutta la regione, ai danni delle famiglie di contadini senza terra che occupano abusivamente diverse zone.
Un esempio importante da seguire per cercare di risolvere queste difficili situazioni con il dialogo e non con la violenza.

Nicola Bellin,
ProgettoMondo Mlal Argentina

lunedì 13 dicembre 2010

Costruire case, a partire dalle persone

Forte entusiasmo nel progetto Habitando in questi giorni. Dopo molte riunioni di lavoro, accordi e negoziazioni si è finalmente dato inizio alla costruzione della prima casa.
Siamo a Unquillo, paese di 15 mila abitanti arrampicato nella cierras chicas, le colline che si trovano appena fuori Córdoba e caratterizzate da un deficit abitativo molto forte.
Si tratta della prima casa che farà parte di un piano di edilizia popolare di 10 complessi abitativi che andranno a migliorare la vita di altrettante famiglie del territorio.
Fondamentale, oltre naturalmente alla costruzione vera e propria di ogni casa, il processo sociale attraverso cui si arriverà alla loro realizzazione.
Tramite un lavoro di gruppo tra il Municipio, il nostro progetto Habitando, e le famiglie e microimprese locali si sta infatti dando vita a un intervento innovativo che produrrà risultati importanti anche e sopratutto da un punto di vista umano.
Le famiglie, composte nella maggior parte dei casi da madri sole e con più di un figlio a carico, non saranno semplici destinatarie di una casa, di un prodotto finale realizzato da altri, ma parteciperanno invece a tutto il processo, accompagnando il Municipio e i costruttori nelle decisioni relative al terreno e alle case da occupare e partecipando, nel limite delle loro possibilità, alla realizzazione dell’opera edilizia, anche assumendosi specifiche responsabilità.
È della settimana scorsa la prima riunione con mamme e bambini per presentare il piano di costruzione, rispondere alle loro domande e iniziare a ragionare insieme su come lavorare. Un incontro emozionate e partecipato, per soddisfare quel diritto fondamentale che da molti anni queste persone si vedono negato: avere accesso a una casa dignitosa.
Protagoniste, con le famiglie, saranno poi le microimprese locali: le due già esistenti potranno rafforzare le proprie conoscenze attraverso la formazione, mentre una terza prenderà nuova vita con persone inserite nelle liste di impiego del comune, che potranno così formarsi e apprendere conoscenze utili nel futuro e trovare un buon lavoro, anche se momentaneo.
Questo processo permetterà a persone della zona di essere protagoniste di un importante cambio nel territorio e non solo spettatrici senza diritto di intervento, e aiuterà in buona parte a un miglioramento generale dell’economia locale.
Una delle tre microimprese è già al lavoro scavando le fondamenta e montando le strutture di sostegno delle case che serviranno da guida per la costruzione.
Habitando, con il Municipio, mette a disposizione la proprio equipe di tecnici e assistenti sociali per accompagnare il processo che punta a inaugurare le prime 5 case entro la fine del prossimo aprile.
Sarà un lavoro intenso che verrà affrontato con energia, e la consapevolezza che si tratta soltanto dell’inizio: il primo dei numerosi altri interventi in programma e da portare a termine al più presto.

Di Nicola Bellin,
ProgettoMondo Mlal Argentina

giovedì 9 dicembre 2010

"Dualità", la poesia che ci sostiene

Ogni fiore è dolce di primavera
e amaro di tenebra,
è caldo di parole
e duro di silenzio
”.

Maria Altamura è nata a Taurianova (RC) il primo luglio del 1969 e vive ad Alba (CN). Laureata in Scienze dell’Educazione, ha lavorato dal 1989 al 2007 in ambito sociale e attualmente è impegnata nel campo del commercio equo e solidale. È attiva anche nel mondo del volontariato e da tempo sostenitrice di ProgettoMondo Mlal. E proprio a sostegno delle attività della nostra organizzazione, grazie alla sua sconfinata generosità, Maria ha deciso di devolvere ogni singolo centesimo ricavato dalla vendita del suo nuovo libro di poesie dal titolo “Dualità”, edito Albatros.
A lei va il nostro più sincero grazie.

Dal retro di copertina:
“Una favola in versi incorniciata nell’incantevole scenario di paesaggi meravigliati e assorti, declinati in un caleidoscopio di colori, suggestio¬ni emotive e percezioni multisensoriali.
Altamura rivisita e trasfigura i colori, gli odori e le voci della memoria (legate non solo al suolo natio ma anche alle terre straniere che l’hanno accolta e adottata dopo aver lasciato il “nido” materno) perdendosi nella magia al contempo fuggente e folgorante di bagliori metafisici, estatici, sospesi in un limbo onirico e atemporale. Una sorta di empireo imperscrutabile, eterno proprio perché inafferrabile.
Ogni scorcio pittorico, ogni frammento poetico-narrativo (al “profu¬mo di salsedine” alla “fragranza dell’ulivo”, dal “fiore d’alba” al “ramo d’ebano”), ogni emozione evocata da un passato sbiadito nel tempo diventa declinazione e compenetrazione del presente. Ma, soprattut¬to, diventa fonte di ispirazione, e quindi di illuminazione mistica: ogni paesaggio naturale si trasforma, si sublima rivelando la sua dimensione “altra”, ergendosi a simbolo rivelatorio della presenza di uno spirito intangibile, di una divinità disturbata che plasma nell’ombra del suo mistero le alchimie segrete del Cosmo. Dei sentimenti. Dell’anima. Dell’identità individuale, ossia il vero punto d’approdo e porto d’at¬tracco della lunga ricerca spirituale dell’autrice”.

Futuro Glocale. La cooperazione internazionale e gli obiettivi del Millennio

"Futuro Glocale. La cooperazione internazionale e gli obiettivi del Millennio", un libro per riflettere e discutere su diritti umani e cooperazione internazionale. A cura di Vincenzo Pira, edizioni la Meridiana.

"La cooperazione internazionale per un paese come l’Italia non può essere una moda che viene messa nell’agenda politica a secondo delle convenienze del momento. Purtroppo non è mai stata tra le priorità della politica estera anche se ogni tanto, soprattutto durante i vertici internazionali, si fanno promesse di rilancio e di maggior impegno per ridurre il divario esistente tra mondi ricchi e poveri del pianeta.
É importante continuare a difendere il principio che la cooperazione è parte integrante della politica estera italiana. Parte integrante non significa strumento. Vuol dire difendere un ruolo importante degli attori di cooperazione nel pretendere coerenza tra la solidarietà e le altre scelte politiche. Significa non ridursi a un ruolo marginale fatto di elemosine che non incidono sulle cause.
Forse occorre affermare con più forza che la strategia assistenzialista è fallita. Occorre con urgenza investire nell'elaborare nuovi paradigmi per rendere gli aiuti umanitari un momento efficace per superare problemi causati da fattori strutturali che non vengono considerati "nel fare la carità".
Iniziando dalle campagne di comunicazione che anche le ONG fanno per la raccolta fondi. Troppo spesso le "campagne umanitarie" vengono gestite utilizzando «lo spettacolo della sofferenza», inventando emergenze che non esistono, evitando di parlare dei veri motivi che determinano disgrazie e disastri, tappezzando le città di manifesti con richieste di aiuti il cui obiettivo «non è aumentare la consapevolezza di ciò che provoca il disastro ambientale, la fame e la povertà. Ma solo il lisciare il pelo dell'emotività superficiale che porta all'elemosina. Che può sollevarci dal fardello di dover pensare a sollevare il problema della cause, ad affrontare il problema per risolverlo strutturalmente non solo a lenirne gli effetti.
Dambisa Moyo – economista dello Zambia - denuncia che : «Gli aiuti hanno contribuito a rendere più poveri i poveri e a rallentare la crescita. Ciononostante, gli aiuti internazionali restano il pezzo forte dell'attuale politica di sviluppo e una delle idee più radicate del nostro tempo. Il concetto secondo cui gli aiuti possono alleviare la povertà sistemica, e che ci siano riusciti, è un mito. Oggi in Africa milioni di persone sono più povere proprio a causa degli aiuti, la miseria e la povertà invece di cessare, sono aumentate. Gli aiuti sono stati e continuano ad essere un totale disastro politico, economico e umanitario per la maggior parte del mondo in via di sviluppo. La carità che uccide è la storia del fallimento della politica postbellica di sviluppo».
Ma la cooperazione serve. L’Unione Europea è uno dei principali attori nel quadro internazionale. La cooperazione decentrata vede gli enti locali, le associazioni, le ONG, le scuole e università, i media, come protagonisti per promuovere partenariati territoriali come nuovo modo di fare cooperazione.
Come fare bene tutto ciò? Di questo vogliamo discutere partendo da questo libro che vi proponiamo.

Vincenzo Pira, sardo di origini, è stato prima volontario in Brasile e poi responsabile Ufficio Progetti per ProgettoMondo Mlal tra gli anni ’85 e ’90. Sposato con un’ex volontaria Progettomondo Mlal in Ecuador, Ornella Cannone, Pira ha lavorato con noi a Roraima al fianco dei popoli indigeni del Brasile.
Scarica la scheda del libro

martedì 7 dicembre 2010

9 dicembre, giornata mondiale dei piccoli lavoratori

Con il 9 dicembre l'attenzione torna ai bambini e adolescenti lavoratori nel mondo. Nella quinta giornata mondiale a loro dedicata, ProgettoMondo Mlal - con la rete Italianats di cui fa parte - vuole ricordare la sempre più forte presenza nei diversi continenti dei Movimenti dei Bambini e Adoelscenti Lavoratori: testimonianza concreta di un mondo possibile in cui i più piccoli e i ragazzi possano essere i veri protagonisti nella loro società e, soprattutto, nella loro vita. ProgettoMondo Mlal è al loro fianco, nel rispetto delle loro scelte e delle loro esigenze. Le stesse che li portano a chiedere un mondo diverso, in cui sia riconosciuto anche il loro lavoro, naturalmente proporzionato all’età e retribuito dignitosamente. Un mondo in cui, alla parola lavoro, corrisponda la reale salvaguardia di diritti e riconoscimenti.
Bambini come Morgan, il piccolo peruviano a cui la nostra organizzazione ha dedicato un intero fotoracconto per diffondere la consapevolezza che l’unanime messa al bando del lavoro minorile non ha prodotto altro che nuove sacche di sfruttamento, nuovi schiavi e sempre la stessa miseria. Mentre un lavoro proporzionato all’età del bambino, e giustamente retribuito, potrebbe contribuire alla sua crescita personale e sociale, e portarlo più lontano.
E proprio ai più piccoli quest'anno la nostra organizzazione ha scelto di dedicare il Natale. "Per un Natale da favola", lo slogan scelto proprio per attirare l'attenzione sui giovani, sui loro diritti, i loro sogni e le loro possibilità di crescita in un mondo che, oltre a tutelarli, impari anche ad ascoltarli da veri protagonisti.

5x1000: la voce del Non Profit in un appello alle istituzioni


Grande mobilitazione di Volontariato e Terzo Settore che, con un appello alle istituzioni protestano contro i tagli al 5xmille e chiedono a Governo e Parlamento di ascoltare il non-profit e di non colpire i servizi sociali.
La Camera dei Deputati ha votato, il 19 novembre, la legge finanziaria per il 2011, dove con il maxi emendamento del Governo, è stato reinserito il 5 per mille, ma ridotto ad un quarto, cioè con un tetto di 100 milioni anziché di 400 come in precedenza. È grave che il volontariato subisca questo taglio così drastico, pur in una manovra economica segnata duramente dalla crisi.
Questo avviene in un quadro già gravato dai tagli ai fondi delle politiche sociali: dai 1.472 milioni di euro del 2010 ai 349,4 del 2011, pari a - 76%: sono i fondi per i servizi sociali dei Comuni, spesso realizzati con il volontariato e il non-profit, i fondi per la famiglia, per la non-autosufficienza, per l'infanzia, l'adolescenza e i giovani, per calmierare l'affitto e per il servizio civile.
Per questo CSVnet, Forum Terzo Settore, la Consulta del Volontariato e ConVol hanno deciso di promuovere un appello che tutto il mondo del Volontariato e del non profit invierà alle Istituzioni, in cui si chiede di reintegrare le risorse per i servizi sociali e per il 5 per mille.
"Chiediamo al Governo e al Parlamento - come si legge nell'appello - di onorare gli impegni, di ascoltare il non-profit e di non colpire i servizi sociali, di non togliere quelle risorse che in applicazione del principio di sussidiarietà i cittadini danno al Volontariato e al Terzo Settore".
Il 5 per mille diviene così l'1,25 per mille, colpendo soprattutto le piccole realtà, così presenti nei territori, e così essenziali oggi nel pieno della crisi. "Chiediamo al Parlamento di compiere un atto di grande responsabilità, reintegrando il 5 per mille e i fondi per i servizi sociali".
ProgettoMondo Mlal non può che aderire all'appello, e inviarlo agli indirizzi di tutti i rappresentanti istituzionali del nostro governo segnalati dai promotori dell'iniziativa.

lunedì 6 dicembre 2010

Tam tam di tamburi nel giorno della coscienza negra

Data simbolica della lotta alla schiavitù e giorno nazionale della Coscienza Negra, il 20 novembre in Brasile viene festeggiato in memoria del leader rivoluzionario Zumbì dos Palmares, assassinato nel 1695, dopo aver creato una numerosa comunità di ex schiavi scappati dalle piantagioni per organizzarsi nella zona rurale di Bahia.
Ed è proprio nella periferia di Salvador de Bahia che i giovani che partecipano al progetto Axè Lata Vivendo e Apprendendo - sostenuto da ProgettoMondo Mlal tramite il programma di interscambio culturale e sociale di solidarietà internazionale “Casa Encantada” - hanno sfilato nelle strade con amici e parenti.
Erano oltre un centinaio le persone che, accompagnate dal ritmo coinvolgente delle 65 percussioni affidate agli abili alunni di Nomio (educatore e musicista che durante l’anno segue e forma i ragazzi di cinque diverse zone di Salvador) si sono riversate nelle vie del quartiere per gridare e, a suon di canti e di tamburi, tornare a reclamare i diritti delle persone afro-discendenti ancora oggi negati: diritto al gioco, alla cultura, all’educazione, allo sport e alla salute.
Poche le autorità pubbliche presenti, fatta eccezione per un consigliere comunale che, approfittando dell’occasione, ha sfilato in prima linea indossando la maglietta del progetto per mostrarsi alla comunità: peccato però che, durante l’anno, lo stesso consigliere non si faccia mai vedere dai 90 ragazzi di Vivendo e Apprendendo e ignori il lavoro portato avanti con costanza e dedizione dal loro educatore Zinho .
Con la solidarietà degli “Encantados”, con un contributo economico da parte delle mamme e grazie ad alcune donazioni, siamo riusciti a pagare le spese dell’autobus, dei panini e delle magliette.
Alcuni ragazzi hanno persino rinunciato a un’ora di internet a pagamento per utilizzare la piccola cifra aderendo piuttosto all’iniziativa di cui hanno immediatamente colto l’importanza.
E’ proprio questo del resto uno degli obiettivi cui si punta con i giovani di Axè Lata: non solo insegnar loro a suonare, ma coinvolgerli nelle scelte di responsabilità e, attraverso l’arte della musica, accompagnarli in un percorso di presa di coscienza del loro essere cittadini in tutto e per tutto.
Un lavoro fatto di impegni e sacrifici che richiedono energie, pazienza e speranza, ma che è costellato anche da tante soddisfazioni, raggiunte con piccoli passi ben fatti per arrivare a costruire “um Brasil melhor”.

Loris Campana
ProgettoMondo Mlal , Casa Encantada
Brasile

venerdì 3 dicembre 2010

Per Natale adotta un Progetto, sosterrai lo sviluppo!

Si avvicinano le feste e si pensa tutti un po’ di più a come rendere felice chi c’è più caro. O magari anche a come non bruciare troppo in fretta questo scampolo di serenità che precede il Natale e l’inizio di un nuovo anno. In questo caso si pensa anche a chi forse ci è meno vicino, ma che sentiamo e vogliamo continuare a sentire altrettanto prossimo. E sono quelle persone, comunità o progetti che, da soli, sono capaci di moltiplicare un nostro gesto di attenzione, solidarietà, generosità.
Adottando un’iniziativa di ProgettoMondo Mlal potrai davvero moltiplicare per 100 il tuo più piccolo dei gesti. Perché il tuo dono andrà a sostenere lo sviluppo, e perciò la crescita di una delle tante comunità del Sud del Mondo.
Come ogni anno ProgettoMondo Mlal lancia una Campagna di Raccolta fondi Straordinaria per i suoi Progetti maggiormente in difficoltà, i più fragili, perché spesso lontani dai riflettori della comunicazione e della solidarietà internazionale, ma non per questo meno urgenti, concreti e straordinariamente importanti.
Ecco perciò, attraverso queste brevi presentazioni preparate per voi, i 4 Programmi che più ci stanno a cuore in questo momento, sui temi della migrazione (Marocco), delle bambine di strada (Brasile), del diritto alla casa (Argentina) e della microimpresa giovanile (Nicaragua).
Senza il vostro contributo faranno molta più fatica a diventare realtà.

IL FUTURO NON SI FERMA. Progetto Migrazione, Tutti in Rete! - Beni Mellal, Marocco - videotestimonianza della nostra cooperante in Marocco, Teresa Leone
Ragazzi che sognano di partire per ricominciare. Magari per tornare in patria ma diversi. Con un titolo di studio, o un lavoro, una famiglia felice, un vestito e un auto decenti. Insomma con una nuova dignità.
La migrazione per la stragrande maggioranza dei giovani marocchini è un’ossessione. E’ il tema che alimenta le chiacchiere al caffè, in casa o nel periodo di vacanza quando al villaggio tornano i parenti emigrati in Europa, benvestiti, spavaldi e munifici. In realtà pochi di loro sanno cosa li aspetta. E pochi potranno prepararsi all’impatto forte e decisivo che avranno una volta sbarcati in una delle tante stazioni ferroviarie europee.
Offrire informazioni serie e qualificate sulla realtà della migrazione verso l’Europa, raccogliere e mettere a confronto esperienze, successi e insuccessi di tanti singoli progetti di futuro, fare crescere insieme in uno stesso spazio fisico –la Mediateca- adolescenti maschi e femmine, sostenere le famiglie delle vittime della migrazione clandestina, sono soltanto alcuni degli aiuti possibili. Non cambiano il fenomeno della migrazione, né garantiscono la riuscita dei percorsi scelti da questi ragazzi. Senz’altro però rendono meno esiziale l’abbraccio che anche il nostro paese riserva –ancora oggi- ai più fragili di loro.
Per confermare questo impegno in Marocco e non fermare il futuro di questi ragazzi, abbiamo bisogno di raccogliere fondi. Aiutaci a dare un futuro al Marocco!

Donazioni su Banca Popolare Etica Iban IT 42 X 05018 12101 000000513250



QUANTO VALE 1 BAMBINA DI FAVELA?
Progetto La Strada delle bambine – Rio de Janeiro, Brasile - Videotestimonianza della nostra cooperante a Rio de Janeiro, Enrica Carnevali
10 minuti di sesso con una minorenne costano poco meno di 1 euro. E anzi, “10 minuti di sesso a soli 1.99 reais” è proprio lo slogan con cui vecchi edifici fatiscenti del centro propongono agli impiegati una pausa lavoro a luci rosse.
La realtà delle donne di strada in Brasile comincia presto. Prestissimo. Già a 6 anni, se sei nata in uno di quelle favelas dove da decenni non batte il sole, si può essere schiavi del crack, la nuova droga dei poveri: 2 reais per 2 spinelli. E sei già dentro per sempre.
Lungo la linea del treno, nei pressi della Central do Brasil, vivono ladruncoli, travestiti in erba, spacciatori e anche baby-confezionatori di droga per 50 reais al mese, prostitute, trafficanti e sfruttatori. Un mondo che cresce a dismisura alla luce del giorno.
Rio si prepara alle Olimpiadi del 2016, e prima ancora ai Mondiali del 2014, mandano i carriarmati in favela per stanare e costringere all’evacuazione i narcotrafficanti, ma non ha iniziative altrettanto forti per combattere il traffico di esseri umani e lo sfruttamento sessuale delle minorenni.
Su questo è stato faticosamente costruito il Programma La Strada delle bambine per cui lavora oggi una rete di associazioni specializzate nel lavoro di strada, nella formazione delle giovani prostitute, nell’assistenza legale alle vittime del traffico, alla sensibilizzazione dei più piccoli nelle scuole.

Per contribuire a riportare luce nel buio di tante piccole esistenze, Adotta 1 favela brasiliana. Donazioni su Banca Popolare Etica Iban IT 66 G 05018 12101 000000512855



TUTTO IL MONDO SOTTO UN TETTO
Progetto Habitando – Cordoba, Argentina - Videotestimonanza del nostro cooperante a Cordoba, Nicola Bellin
Per le tante famiglie argentine che durante la crisi hanno lasciato le campagne per la città, pare non esserci spazio di vita dignitoso. Anno dopo anno, baracche in lamiera e vecchi edifici fatiscenti abbandonati, sono diventati la dimora per chiunque una casa non l’avesse già per nascita. Senza servizi, né luce né gas, questi insediamenti provvisori hanno annullato ogni vita domestica, opportunità di relazioni e occasioni di gioco.
Anche in un periodo di sviluppo economico, con un aumento delle esportazioni e una crescita di nuove politiche sociali, come quello che indubbiamente si trova a vivere oggi l’Argentina del dopo crisi, nelle gradi aree extraurbane l’edilizia popolare è ancora cosa rara e, comunque, inaccessibile ai molti.
Con questo programma pilota, realizzato con un partner esperto in materia come l’argentino Ave, ProgettoMondo Mlal punta a rafforzare uffici tecnici e Amministrazioni comunali, chiamati oggi più che mai a dare una risposta all’emergenza abitazioni, con la formazione e la progettazione di modelli di edilizia popolare, e soprattutto con la promozione di una diversa politica abitativa che preveda il diretto coinvolgimento della popolazione, impiegata fin dall’inizio del progetto in lavori di autocostruzione o in servizi di coordinamento e gestione di attrezzi e strumenti vari, ma anche nella formazione di microimprese edili che, oltre a edificare la propria casa, possono godere poi di una reale opportunità di impiego e di sviluppo economico, per sé e per la loro impresa.

Per dare un tetto alle famiglie argentine, adotta una microimpresa e falla crescere.
Donazioni su Banca Popolare Etica Iban IT 92 N 05018 12101 000000512600



Il FUTURO E’ ANCORA GIOVANE
progetto Futuro Giovane – Chinandega, Nicaragua - Video testimonianza del nostro cooperante a Chinandega, Federico Lagi
Soprattutto nel Sud del mondo, dove povertà, denutrizione, disperazione, non fanno campare certo fino a 100 anni, la maggioranza della popolazione è costituita da giovani. Giovani che imparano presto a non aspettarsi niente dalla vita. In paesi come il Nicaragua, dove protagonismo, cambiamento e partecipazione sono state le parole magiche con cui sono state allevate almeno due generazioni, non potere contribuire alla crescita della propria famiglia e della comunità di appartenenza, è una negazione difficilmente accettabile.
A loro si rivolge il Progetto Futuro Giovane. Con l’organizzazione di corsi di formazione in auto imprenditoria e creazione di piccole imprese, il Progetto ha restituito senso al futuro di centinaia e centinaia di ragazzi.
Provenienti anche dalla provincia più sperduta, i giovani corsisti hanno fortemente voluto partecipare alle iniziative del Programma. Con passione e forza di volontà si sono sottoposti alla lunga e dura selezione per ottenere anche quel micro finanziamento che avrebbe permesso loro di mettere su davvero quello che avevano progettato sulla carta al termine della formazione.
Così molti di loro sono già al lavoro. Commerciano latte, fabbricano oggetti in pelle, hanno aperto un chiosco sulla strada per il mercato, dirigono una piccola sartoria per donne.
Mese dopo mese, guadagnano, risparmiano, restituiscono il prestito, e intanto disegnano il loro futuro.
Ma molti altri di questi ragazzi attendono di partecipare ai corsi, di diventare microimprenditori e di guadagnarsi la fiducia della Microfinanziaria che gestisce il fondo dei prestiti.
Non è stato facile provare a cambiare il corso delle cose. E a cambiarlo in meglio.

Se credi nel futuro e nei giovani, adotta 1 microimpresa in Nicaragua e ti darà soddisfazione.
Donazione su Banca Popolare di Verona e Novara IT 31 X 05188 11723 000000008684

giovedì 2 dicembre 2010

Haiti, è solo calma apparente

Da lunedì scorso, all’indomani delle consultazioni presidenziali, nelle strade di Port au Prince si respira un’aria sorprendentemente calma. Niente di paragonabile insomma a quanto ci si sarebbe potuti aspettare dopo l’inizio della protesta popolare delle scorse ore.
In realtà, molto si sta consumando dietro le quinte e, soprattutto, pare che il vento stia già cambiando nuovamente direzione.
L’ “Alleanza del Karibe”, dal nome dell'albergo dove, all’indomani delle elezioni, i dodici candidati alla presidenza avevano denunciato le irregolarità della consultazione chiedendone a gran voce l’annullamento, si è già disfatta. Due di quei dodici candidati si sono tirati indietro, dichiarando di non volere più l’azzeramento del voto ma di attendere sereni i risultati ufficiali... E si tratta di candidati di peso: Mirlande Manigat e Michel Martelly, rispettivamente prima e terzo nei sondaggi.
Il motivo di questo ritiro è semplice: ora che sono iniziati i conteggi, sembra che comincino a credere di potere essere entrambi in testa.
Altre voci dicono che, dietro a questo incomprensibile retromarcia, ci sia dell’altro. Cosa non si sa.
Certo è che la vittima di questi giochi alla fine è la popolazione haitiana. Le irregolarità e i brogli sono stati molteplici e sono stati commessi davanti agli occhi di più testimoni. Dunque, si dice la gente, come è possibile, in queste condizioni, fidarsi ancora delle istituzioni?
Questa forse la vera morale emersa dall’intero processo elettorale.
Eppure le elezioni sono state formalizzate e -secondo il presidente del Consiglio elettorale provvisorio (CEP), Gaillot Dorsainvil- regolarmente riuscite. Il partito al potere “Inite” (“Unità” in creolo) pare addirittura pronto a riconoscere una possibile sconfitta e, per voce di uno dei suoi massimi responsabili, si dichiara pronto a passare all'opposizione, o a co-governare con i futuri leader del Paese: “Siamo dei democratici convinti – ha dichiarato alla stampa il senatore Joseph Lambert, coordinatore del partito- “Inite” è pronta all'alternanza democratica”.
C’è già chi è pronto a scommettere che sia questa un’altra nuova truffa uscita dalle urne di queste elezioni.

Nel frattempo il bilancio delle vittime del colera si aggrava: 1.751 i morti accertati e denunciati nel documento ufficiale presentato al Ministero della Salute. E complessivamente, 77.208 sono le persone per le quali è stato accertato il contagio e 34.248 le persone ancora ricoverate.

Julien Blachier,
cooperante ProgettoMondo Mlal ad Haiti

mercoledì 1 dicembre 2010

UN FAVOLOSO NATALE A TUTTI


Lo slogan scelto da ProgettoMondo Mlal per la Campagna di Natale 2010 è “Un favoloso Natale a tutti”, per attirare maggiormente l’attenzione di noi adulti sulle generazioni più giovani. In questo caso per i più piccoli di America Latina e Africa, aree dove anche i semplici diritti a un’istruzione, alla salute a un’alimentazione adeguata e a un’opportunità di lavoro, sono lungi dall’essere rispettati e applicati.
Tutti i soldi raccolti con la Campagna andranno a sostenere i progetti dedicati a questo tema in Bolivia, Perù, Paraguay, Colombia, Nicaragua, Honduras, Guatemala, Haiti, Brasile, Burkina Faso, Marocco e Mozambico.

I materiali proposti per la raccolta fondi e la sensibilizzazione sul tema sono:

BIGLIETTI D'AUGURI ILLUSTRATI con il messaggio augurale “per un Natale da favola”, perché i tanti bambini a cui oggi è ancora negato un futuro dignitoso possano diventare protagonisti del proprio sviluppo. Questo nuovo biglietto va ad arricchire la nostra collezione Natale: ben sei proposte, idee uniche ed originali, realizzate in esclusiva per noi dall’illustratrice romana Barbara Aloisio. Li proponiamo con o senza il cartoncino dono solidale, con la dicitura “Il regalo per te è un sostegno a tuo nome al Progetto…”, da inserire nel biglietto per fare un doppio regalo: gli auguri e un sostegno concreto al Progetto prescelto.

CALENDARIO ILLUSTRATO 2011 che racconta la condizione dell’infanzia in 12 Paesi ProgettoMondo Mlal attraverso i progressi degli Obiettivi del Millennio più espressamente dedicati a questa fascia di età. Ma anche con una favola tradizionale originalmente illustrata. Il calendario verrà distribuito con una piccola offerta libera.

SOSTEGNO A DISTANZA: è possibile regalare un sostegno a distanza per rendere partecipi amici e parenti di un percorso di solidarietà. Il destinatario del regalo diventerà un vero e proprio sostenitore e partecipe dell’evoluzione del Progetto: verrà aggiornato semestralmente sulle attività del programma e una volta all’anno riceverà notizie e curiosità relative a uno dei beneficiari del programma, come testimonianza dei risultati conseguiti dalle nostre attività di cooperazione. Tra le nuove proposte di Sostegno a distanza dedicate all’attività con i bambini, il nuovo Edad de Oro Monte Cristo in Guatemala e Casa do Sol a Salvador in Brasile.

LIBRI PER BAMBINI: Un Giorno con Melita, è il quarto foto racconto della stessa serie creato per conoscere, attraverso la realtà di una bambina guatemalteca, la problematica legata all’insicurezza alimentare, denutrizione e malnutrizione.

T-SHIRT, in collaborazione con l’azienda d’abbigliamento Fix Design, proponiamo ad un prezzo simbolico alcuni capi griffati. Il ricavato andrà a sostenere le nostre iniziative in America latina e Africa.

Per informazioni e ordini: sostegno@mlal.org o 045 8102105

martedì 30 novembre 2010

Prostituzione, traffico e abusi nella Rio che si avvicina ai mondiali

Bambini che si prostituiscono per una dose di crack, piccole ladruncole disposte a svendere i loro corpi per pochi reais o un cellulare nuovo, molte vittime di abusi e una miriade di ragazzini che fanno gola ai trafficanti di essere umani. E ancora forme di prostituzione di rapido consumo nei palazzi del centro: 1,99 reais per 10 minuti di prestazioni, molti travestiti anche minorenni e un’impennata della prostituzione maschile.
Questa la Rio che si prepara a ospitare le prossime olimpiadi del 2016, e l’ancora più imminente coppa del mondo del 2014. “Già con il tipico Carnevale le strade di Rio si affollano di nuovi corpi in vendita anche dalla Bolivia e dai Paesi limitrofi – riferisce la nostra cooperante a Rio de Janeiro, Francesca Menegon - . Una migrazione che spaventa, insieme a tutto il resto, e per cui la città ha già iniziato a essere riformata”. Basti come esempio la torre di sicurezza per il controllo che verrà posizionata a Praça Onze (tra il quartiere Cidade Nova e il centro vero e proprio di Rio) costringendo allo sgombero il circo sociale dell’ong Crescer e Viver.
A preoccupare sono soprattutto le olimpiadi, mal percepite dagli stessi brasiliani e in vista delle quali lo stesso Ministero del Turismo ha messo in campo 4 miloni di reais per le associazioni che lavorano sul turismo sessuale minorile e la prostituzione, nell’ottica di tutelare bambini e donne dall’ondata di clienti e fruitori in arrivo dal mondo per l’evento sportivo.
“A Rio sono pochissime le ong impegnate contro lo sfruttamento sessuale – continua Francesca -. Tra queste ci siamo anche noi, a fianco del nostro partner locale Projeto Legal”.
ProgettoMondo Mlal, con il programma “La strada delle bambine”, non svolge un lavoro a contatto diretto con le ragazzine prostitute ma, tra le varie attività di sensibilizzazione che porta avanti, ha occasione di incontrarle e parlarci.
Si tratta di un universo composto da varie sfaccettature, a seconda delle zone e dei luoghi di provenienza, e anche in conseguenza di dinamiche interne alle faveals. Oggi infatti molti tra ragazzini e ragazzine che si prostituiscono per il crack (la cosiddetta droga dei mendicanti) vivono di stenti sui binari dei treni a Rio. Prima stavano nelle favelas, ma con il fatto che attirano l’attenzione della polizia creando problemi ai trafficanti, sono stati emarginati. Tra loro ci sono bambini anche di 6 o 7 anni. Altri invece vivono ancora nelle favelas e si occupano di imbustare il crack e smistarlo in sacchettini pronti alla vendita. Sono adolescenti che vengono pagati tra i 50 e gli 80 reais al giorno per questo servizio svolto giorno e notte (2,30 reais equivalgono a circa 1 euro).
Una realtà che si rispecchia nel mondo della scuola, in cui è davvero difficile lavorare, tra professori impauriti e sotto pagati, e alunni spesso assenti o ancor peggio violenti. Se l’università brasiliana è molto buona, le scuole pubbliche sono un disastro.
A Caxias – dove ProgettoMondo Mlal entra nelle scuole insieme a Projeto Legal - le sparatorie sono ormai una prassi. Ed è qui, a circa 40 chilometri da Rio, che si svolgono i corsi di formazione destinati a 200 professori in 3 anni proprio nell’ottica della sensibilizzazione e per renderli più consapevoli della realtà del traffico e degli abusi.
Un altro corso, questa volta a Rio, è destinato invece ai professionisti dell’area della salute: sono 100 gli studenti di infermieristica che il progetto mira a rendere più consapevoli su come riconoscere episodi di abusi e diffondere la consapevolezza e conoscenza delle malattie sessualmente trasmissibili.
Una terza sessione di corsi è invece riservata alla formazione di giovani ragazze tra i 18 e i 30 anni, che già vivono nelle comunità e sono quindi ben conosciute dall’associazione di donne nere, “Criola”, che con loro lavora sull’autostima e una conoscenza più approfondita del mondo del lavoro, offrendo loro la possibilità di stage tramite un corso di 3 mesi e una borsa di 100 reais.
Oltre ai corsi e all’impegno nella formazione, buona fetta del progetto avviato a Rio dalla nostra organizzazione si svolge poi direttamente sulle strade. Grazie a tre educatori brasiliani, 3 persone ben conosciute e che a loro volta ben conoscono la vita notturna di Rio e dintorni, le attività di sensibilizzazione raggiungono quindi le donne, i travestiti, e in generale chi offre prestazioni sessuali per le strade di Rio e dintorni.
A loro vengono distribuiti preservativi, con loro si parla e si è presenti e in generale si cerca di mantenere monitorata la situazione. Le ragazze minorenni si prostituiscono più ai margini, alla fine di Copacabana, lontane dalle donne adulte che altrimenti rischiano di essere arrestate per favoreggiamento alla prostituzione (prostituirsi è legale in Brasile, ma non per chi è minorenne). Anche tra i travestiti molti non hanno ancora raggiunto i 18 anni. Si trovano soprattutto a Lapa e Duque de Caxias e, nonostante la legge locale sia aperta e pronta ad accettarli, il clima generale che si respira nelle società è però di emarginazione e sprezzo, caratterizzato da un forte maschilismo.
Per tutti loro e per offrire un sostegno e una presenza continua, ogni notte scendono in strada Wanderley, Joao e Monica, i tre educatori al nostro fianco per arginare lo sfruttamento della prostituzione minorile e prevenire le malattie sessuali. Anche, e soprattutto, adesso che Rio si appresta a diventare meta di un’invasione di turisti di portata mondiale.

lunedì 29 novembre 2010

Sulle elezioni ad Haiti “irregolarità fisiologiche”

Julien Blachier, cooperante ProgettoMondo Mlal Haiti - Stamattina Haiti si è risvegliata con un fastidioso mal di testa, come all’indomani di una brutta sbornia. Le elezioni, con cui 5 milioni di elettori ieri avrebbero dovuto scegliere deputati, senatori e il successore del presidente René Préval, si sono rapidamente trasformate in una truffa generale.

Già a mezzogiorno, 12 dei 18 candidati, tra cui i grandi favoriti come Michael Mártély e Mirlande Manigat, hanno chiesto la cancellazione pura e semplice delle elezioni, segnate dai brogli a favore del candidato sostenuto dal regime al potere, Jude Celestin.
Molti elettori ad esempio si sono visti negare il voto perché i loro nomi stranamente non comparivano nelle liste elettorali. Altri hanno potuto votare più volte, altri non sono riusciti a trovare il proprio seggio.
Quanto accaduto viene già riportato dalla stampa locale, e ce lo confermano tutti i nostri amici e partner di lavoro, sparsi ovunque nel Paese che, andando loro stessi a votare, hanno potuto accertare di persona i molteplici brogli.
Così, oggi, letta una dichiarazione congiunta, i 12 candidati dell’opposizione sono scesi in piazza per andare a manifestare sotto la sede del Consiglio Elettorale Provvisorio (Cep) a Petionville. E un po’ in tutto il Paese si sono registrati incidenti e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Fino ad ora si sa di 2 morti nella regione di Artibonite.
Tuttavia la Commissione Elettorale Provvisoria già domenica notte ha convalidato le consultazioni con la sorprendente motivazione, espressa dal suo vice-presidente, Theleve Toussaint, che "Viste le carenze strutturali del Paese, non si aveva la pretesa di avere elezioni senza irregolarità”.
E, ancora, rispetto alla richiesta di cancellare le consultazioni, presentata dalla maggioranza dei candidati, lo stesso direttore generale del Cep, Opont, ha risposto adducendo la scusa che "il Cep, in quanto organo tecnico e non politico, non è tenuto ad accogliere una richiesta di questo tipo”, da lui semplicemente definita “non formale”.
E ora la preoccupazione è duplice.
Da una parte si teme seriamente un’esplosione di piazza, una rivolta di massa. CRESFED, il nostro partner qui ad Haiti, ha ad esempio deciso di tenere chiusi gli uffici e ha chiesto al suo staff di limitare al massimo i propri spostamenti. E lo stesso vale per noi di ProgettoMondo Mlal ad Haiti.
Nessuno può sapere veramente come evolveranno le cose nei prossimi giorni, ma il rischio di disordini e manifestazioni rimane forte. E onestamente è anche difficile prendersela con la popolazione per quanto sta succedendo... Si tratta di una protesta contro il furto organizzato.
E poi, si avverte un secondo livello di preoccupazione. Ed è più politica: elezioni svolte in questo modo hanno davvero un senso per il Paese? E soprattutto: esiste oggi la volontà e la forza per opporsi a tutto questo, e invalidare lo scrutinio?
In queste ore gli osservatori internazionali concordano nel definire le elezioni una "buffa evidente"; le Nazioni Unite si dicono da parte loro "molto preoccupate per i vari incidenti"; l'ambasciata di Francia, che solitamente si mantiene prudente e sceglie la via diplomatica con le autorità haitiane, rileva ufficialmente che ci si trova oggi davanti a un’ “impasse politica” per la quale è assolutamente urgente trovare un modo per riprendere il dialogo".

Julien Blachier, capoprogetto a Léogane per ProgettoMondo Mlal, sta seguendo un intervento di ricostruzione post terremoto di 4 scuole, proprio nell’area epicentro del terremoto del 12 gennaio, 34 chilometri a sudovest della capitale Port au Prince.

venerdì 26 novembre 2010

A Rio, nella fascia di Gaza. Immagini inedite degli scontri

Francesca Menegon, cooperante ProgettoMondo Mlal Brasile - Il fotografo, James Procopio di 24 anni, nato e cresciuto nella favela Arará di Benfica a Rio de Janeiro, é riuscito a catturare delle immagini inedite degli scontri di questi giorni tra la polizia e i narcotrafficanti a Rio de Janeiro.
Infatti a pochi metri da casa sua nella Avenida Leopoldo Bulhões, c'é stata un'irruzione da parte della polizia dopo aver ricevuto una denuncia che i criminali stavano bruciando un autobus e un camion. L'Avenida è denominata anche Fascia di Gaza proprio per l´estrema violenza che la caratterizza, circondata da varie favelas quali Jacarezinho, Manguinhos, Mandela 1 e 2, comandate da fazioni criminali differenti che si scontrano non solo con la polizia ma anche tra di loro per l´occupazione di territori.
Il fotografo si trovava nella Avenida quando la polizia é arrivata e si stavano preparando per arrivare al punto dove l´autubus stava bruciando molto vicino alle case di una delle favelas.
Le immagine descrivono un giorno di tensione che i cittadini di Rio de Janeiro stanno vivendo in questi giorni.
Ieri hanno anche bruciato un autobus nella Presidente Vargas, parallela alla strada della sede di ProgettoMondo Mlal a Rio e in queste ore é in corso una sparatoria in un'area del centro.

Clima di guerra a Rio. Appello alla popolazione

Francesca Menegon, cooperante ProgettoMondo Mlal - Martedí 23 novembre sono atterrata a Rio de Janeiro e le prime immagini, percorrendo la Avenida Brasil verso casa, sono state di decine di poliziotti armati lunga la strada.
Mi hanno subito informata della situazione molto critica che la cittá sta vivendo da domenica 21, giorno in cui, 6 uomini armati con fucili, hanno rapinato tre auto nella Linha Vermelha. Secondo il governatore dello Stato di Rio, Sergio Cabral, il motivo scatenante sarebbe l´occupazione da parte della UPP (l’Unitá della Polizia Pacificatrice) di molte favelas di Rio, con la conseguente espulsione dei membri delle bande di narcotrafficanti.
Elicotteri che sorvolano la cittá giorno e notte, postazioni della polizia bruciate e continue rapine descrivono lo scenario che sta vivendo ora la popolazione carioca.
Il bilancio della Polizia Militare è a oggi é di 38 morti, 159 arresti, decine di feriti e 43 i mezzi, tra auto, furgoni, autobus e camion, dati alle fiamme in vari quartieri della zona nord e sud di Rio.
A causa degli attacchi 65 scuole municipali e statali sono state chiuse e di conseguenza 17 mila alunni non hanno potuto frequentare le lezioni in questi giorni.
Il clima che si respira é di panico e paura, soprattutto per chi vive nelle zone “calde”, quali Manguinho, Jacarezinho, Complexo da Penha e la Baxiada Fluminense.
Il commercio in molte aree é rimasto chiuso e molte persone sono costrette a lasciare gli uffici prima dalla fine dell’orario di lavoro.
In prima pagina su tutti i giornali si poteva oggi leggere la richiesta da parte della Polizia Militare di evitare di uscire di casa la notte, e proprio per sedare i continui attacchi da parte dei trafficanti é cominciata una vera e propria operazione militare utilizzando all’interno di alcune favelas i blindati della marina M113, usati in Iraq.
La situazione si fa sempre più difficile e l´onda di violenza sembra in aumento. Si spera che nelle prossime ore si ristabilizzi, anche se il Segretario della Sicurezza Pubblica, Beltrame, ha voluto specificare che le operazioni continueranno a lungo, finché non si riuscirà a diminuire la criminalità a Rio de Janeiro.
Nel frattempo, molti cittadini che vivono nelle aree di conflitto, sono prigionieri all’interno delle proprie case.

Francesca Menegon, originaria di Montebelluna e operatrice dell’equipe ProgettoMondo Mlal a Rio de Janeiro, è impegnata da 2 anni nella realizzazione di un Programma contro lo sfruttamento della prostituzione minorile e il traffico di esseri umani nelle favelas.

mercoledì 24 novembre 2010

Haiti, effetto polveriera. Tra colera, protesta e disperazione

Nicolas Derenne, nostro coordinatore dei Programmi ad Haiti, con il collega e capoprogetto Julien Blachier ci danno un aggiornamento della situazione che sta vivendo in queste ore il Paese. Tre ormai le componenti che, mescolate insieme, rischiano di fare di Haiti una pericolosissima polveriera: l’emergenza post terremoto, la diffusione del colera e ora anche i disordini, le proteste e l’aumento di violenza e delinquenza.

Ad Haiti, la tensione per il presente e l’ansia per il futuro sono al culmine.
Come un treno che ha imboccato una discesa senza freni, Haiti si appresta a precipitare in un vero ed enorme disastro sanitario, in un contesto che è a 360 gradi fuori controllo e non pare ci sia niente e nessuno che possa fermare l'epidemia di colera.
1.344 morti, più di 23.000 pazienti ricoverati e circa 57.000 casi di infezioni: questi i dati, già controversi, come reso pubblico dal governo di Haiti 4 giorni fa. Tutte le organizzazioni concordano sul fatto che i dati siano sottostimati, anche perché i due terzi del Paese non è raggiungibile in auto, e dunque è inverosimile raccogliere area per area le cause di ciascun decesso di questi ultimi tempi e il loro numero esatto.
Inoltre, molte delle persone infette non hanno denunciato la malattia, e vivono recluse nelle proprie abitazioni: la malattia è infatti vista come una disgrazia e averla diventa tabù. La paura del giudizio degli altri è concreta e paralizzante.
La situazione, oltre che estremamente delicata di per sé, si fa inoltre ogni giorno più tesa dal momento che la Minustah (emanazione delle Nazioni Unite ad Haiti per la stabilizzazione del Paese) viene considerata ora dagli haitiani la responsabile dell’arrivo, e dunque della presenza e anche del contagio della malattia, del contingente nepalese. E per assimilazione, diventano bersaglio di una popolazione drammaticamente tesa, tutti i “forestieri bianchi”, siano essi cooperanti, giornalisti e altre delegazioni di passaggio.
Il dipartimento di Artibonite (a nord della capitale Port-au-Prince), dove è stata accertata la malattia, risulta ancora il più colpito, con quasi la metà di tutti i decessi (701) e 13.000 ricoveri in ospedale.
Soprattutto, la malattia si sta diffondendo anche a Port-au-Prince, incrementata dalla presenza di innumerevoli campi di emergenza, sorti dopo il terremoto del 12 gennaio, nei quali le condizioni igieniche sono pessime. Qui il bilancio delle vittime è salito a 77, un record che aumenta notevolmente di giorno in giorno.
Oggi la domanda è ancora più complessa: come fermare dunque questo flagello quando il governo ha la testa rivolta alle elezioni di domenica 28 novembre? Con anche gli incidenti in aumento e la tensione popolare che sale?
La radio ha da poco diffuso la notizia che, nel nord-ovest di Haiti, un seggio elettorale è stato saccheggiato dalla gente arrabbiata per la composizione dei seggi elettorali che, secondo loro, favorirebbe la parte di Jude Célestin, candidato sostenuto dal presidente uscente. In diverse regioni del Paese altri uffici del Consiglio elettorale provvisorio sono stati attaccati dai dimostranti, come ad esempio a Miragoane, città costiera nel sud del paese, dove sono state erette barricate per protestare contro la designazione "fraudolenta" di supervisori elettorali.
Anche noi dell’equipe italiana di ProgettoMondo Mlal stiamo riducendo al minimo, come tutti i nostri colleghi haitiani, i nostri spostamenti attraverso il Paese. E da giorni sono state distribuite armi nel Paese, già li sentiamo sparare, e nessuno sa se la situazione si aggraverà ulteriormente nei prossimi giorni. Due giorni fa, i nostri colleghi sono stati fermati lungo la strada da una banda armata e derubati di tutti gli oggetti di valore che avevano con sé.
Ora anche noi, fino a oggi più ottimisti, sentiamo tutto il peso della situazione e cresce la paura della malattia. E con la nuova tensione anche politica di quest’ultima settimana si complicano ulteriormente la vita e il lavoro di tutti nel Paese.
Un primo elemento di risposta a tutto ciò è legato alle elezioni di domenica. Possiamo solo sperare.

ProgettoMondo Mlal, presente ad Haiti da più di 10 anni, attualmente lavora alla realizzazione di 3 Programmi di sviluppo: 1 di emergenza post terremoto a Léogane (Scuole per la Rinascita), a 34 chilometri ad ovest della capitale, 1 in partenza nel Plateau Central dove adesso si sta rapidamente diffondendo il colera (Piatto di sicurezza) e uno a sudest, sul confine con la Dominicana (Viva Haiti). Vi sono impegnati al momento 2 operatori di ProgettoMondo Mlal e un giovane stagista e altri 2 sono in partenza dall’Italia.

Servizio civile: rientrati i caschi bianchi 2010, selezionati 18 nuovi ragazzi

Sono rientrati in Italia tutti molto più adulti e consapevoli. Ai primi di novembre sono tornati nelle rispettive città, famiglie e abitudini, soddisfatti e appagati, o invece dispiaciuti per avere concluso l’esperienza, o, anche, magari un briciolo delusi per ciò che l’opportunità non ha portato loro. Certo, a seconda delle aspettative di partenza, degli obiettivi personali e delle speranze professionali, quello che proprio non si può dire è che questo anno di servizio civile in Brasile, Nicaragua, Bolivia e Marocco, per Sarah Reggianini, Marianna Tamburini, Ester Bianchini, Martino Bonato, Leonardo Buffa e Mariagrazia De Palmas, sia stato un anno come tanti.
Chi li ha accompagnati nella fase di selezione, formazione e partenza se li ricorda bene: speranzosi e insicuri, entusiasti e impauriti. Rincontrandoli oggi, a 12 mesi di distanza, l’atteggiamento diverso, più spavaldo, tradisce tutto un nuovo bagaglio che torna ora con loro in dote, fatto di sicurezza, sensibilità, padronanza e nuovo più forte entusiasmo nel proprio futuro.
Inizialmente, per qualche mese, avevano investito soprattutto nell’inserimento nel nuovo Paese, nell’apprendere i diversi codici che, situazione, contesto e ambito di impegno, consigliavano di adottare. Hanno a lungo preso le misure rispetto a retoriche e leggende che da sempre danno fascino al mondo della cooperazione. Poi, direttamente sul campo, si sono conquistati, giorno dopo giorno, tra errori e successi, la fiducia e l’amicizia di persone, professionalità, storie e comunità con cui erano chiamati a confrontarsi.
Oggi, a conti fatti, alcuni di loro hanno lavorato in contesti magari più severi dal punto di vista climatico, geografico e culturale, come è stato sicuramente per Martino e Leonardo sugli altipiani andini o per Mariagrazia, donna e sola nel cuore del Marocco; altri si sono trovati a fare i conti con partner impegnativi o compiti molto pratici che forse non si sarebbero aspettati di dovere svolgere come Sarah a Rio de Janeiro); altri ancora si sono ritrovati loro malgrado a partecipare a dinamiche socialmente o psicologicamente complesse e delicate come nei casi di Ester nelle carceri boliviane e Mariagrazia nella provincia più emarginata del Marocco, che necessariamente hanno visto seriamente messi alla prova i propri equilibri e incrinato qualche sicurezza.
I 6 Caschi bianco partiti lo scorso novembre con ProgettoMondo Mlal si sono ritrovati la settimana scorsa nella sede di ProgettoMondo Mlal in occasione del loro congedo formale. Hanno raccontato le loro esperienze e confessato le nuove aspirazioni. Tutte nate, o comunque cresciute, in questo anno di Servizio civile. Conferma –se mai ce ne fosse ancora bisogno- che è stato un anno importante e un tassello prezioso per la propria crescita.
E molto probabilmente saranno loro stessi ad augurare buon viaggio ai 18 nuovi Caschi Bianco che ProgettoMondo Mlal ha selezionato nelle scorse settimane per 9 distinti Programmi in Brasile, Argentina, Guatemala, Nicaragua, Bolivia, Mozambico e Marocco.
Al bando nazionale del Servizio Civile, la Federazione degli Organismi di ispirazione cristiana (Focsiv), a cui aderisce anche ProgettoMondo Mlal, ha visto approvati tutti i Progetti di Servizio all’estero proposti. Così l’anno prossimo partiranno 300 ragazzi.
Tra questi specificatamente avevano fatto richiesta di partire con ProgettoMondo Mlal 102 tra ragazzi (28) e ragazze (74) tra i 18 e i 28 anni, provenienti da un po’ tutta Italia, con predominanza dal sud.
A tutti sono state somministrate le prove di selezione (prova di gruppo e colloquio personale). Alla fine 18 sono risultati idonei e selezionati, mentre altri 33, idonei ma non selezionati, potranno essere ripescati da altre Ong per altre destinazioni eventualmente ancora vacanti. Dei 100 che avevano risposto al nostro appello, 25 non risultavano idonei ai profili richiesti. Mentre in 26 hanno rinunciato all’ultimo momento, e per 2 posti non è stato possibile procedere con l’abbinamento in mancanza dei profili necessari. Dunque per questi si procederà al ripescaggio negli elenchi generali Focsiv.
Tutti partiranno per le rispettive destinazioni solo i primi di febbraio. Fino ad allora prenderanno maggiore confidenza con l’associazione di riferimento, i temi, luoghi, contenuti e problematiche a cui andranno incontro nel prossimo anno.
Seguiranno quindi un corso di formazione promosso a Padova dalla Focsiv e poi, successivamente ciascuno, a seconda di Organizzazione e Paese di destinazione, completerà la propria formazione nelle rispettive sedi.
A condividere questa nuova straordinaria esperienza per ProgettoMondo Mlal saranno 10 ragazze e 8 ragazzi. ecco i loro nomi:

A Recife in Brasile: Vitello Federica, 25 anni, Roma – Casa Melotto; Venuto Clara, 26, Siracusa – Casa Melotto; Pontoglio Marta, 24, prov Bergamo – Casa Melotto;
A Cordoba in Argentina: Giacomini Arianna, 24 anni Roma – Habitando; Venturin francesco, 25 anni – Castelfranco Veneto – Habitando;
In Guatemala: Buonerba Edoardo, 24 Nettuno Roma – progetto Montecristo Ferrero Marco, 27 anni, prov Torino – progetto Edad de Oro Monte Cristo;
In Nicaragua: Aranda faieta Mitia Javier, 25 anni, Milano – progetto Futuro Giovane e De Giovanni Mariacristina, 24 anni prov Sondrio – progetto Futuro Giovane;
In Bolivia: Franz Maddalena, 24 anni, Udine – progetto Vita Campesina, Vicario Tommaso, 26 anni, Roma – Vita Campesina, Cinti Diego, 26 anni prov Ascoli Piceno – progetto Qalauma, Durzu Simona, 23 anni, prov Cagliari – progetto Qualauma.
In Mozambico Laruffa Sara, 27 anni, Reggio Calabria – Vita Dentro, Calderini Laura, 27 anni, Milano – Vita Dentro.
In Marocco Bolognesi Filippo, 27 anni, Monza – progetto Scuola e sviluppo, Barindelli Arianna, 26 anni, Lecco – Scuola sviluppo, Ferrara Antonino, 24 anni, Treviso – Scuola e sviluppo

A tutti loro un gran benvenuto in ProgettoMondo Mlal