Sono giorni intensi di marce e proteste nella cittá di Córdoba in Argentina. Da ormai una ventina di giorni, 20 scuole superiori della città sono state occupate dagli studenti e dai loro docenti che hanno innalzato scritte e striscioni per protestare contro la nuova legge regionale sull’educazione. L’accusa rivolta a chi ha scritto la legge è di non avere dato spazio alla loro partecipazione mentre la ideavano, e di essere rappresentanti delle corporazioni educative private che per questo lavorano contro l’educazione pubblica, gratuita e laica.
Da molto tempo, inoltre, i finanziamenti per l’istruzione pubblica sono estremamente ridotti, con conseguenze piuttosto pesanti per l’insegnamento che non dispone delle risorse necessarie per garantire qualità e, in alcuni casi, nemmeno la sicurezza considerando che molti degli edifici scolastici pubblici della città sono caratterizzati da seri problema di infrastruttura che li rendono obsoleti e pericolosi.
Qualche giorno fa gli studenti delle venti scuole occupate hanno scelto l’arteria stradale più vicina alla loro scuola e sono scesi in piazza con cori, striscioni e tamburi occupando e bloccando le strade per far sentire la loro voce. Con loro anche molti docenti e genitori che, stanchi dei salari bassi e delle scarse risorse dedicate all’istruzione che ne compromettono la qualità, hanno deciso di appoggiare la protesta studentesca sfidando i rettori e i presidi delle scuole.
I punti di vista sulla protesta e sulla sua metodologia sono però vari e diversi. Si trovano infatti anche molti studenti, genitori e docenti che pur protestando per far rispettare i propri diritti, si appellano alla democrazia condannando il metodo della protesta e accusando una minoranza di essere la causa della confusione creata in questi giorni.
Scenari particolari quindi, con scuole occupate da una parte degli studenti e chiuse con il catenaccio, e parte degli altri studenti fuori dalle stesse scuole a reclamare il diritto di entrare per poter continuare a studiare, proponendo altri metodi per negoziare soluzioni.
Il governatore della provincia di Córdoba, Schiaretti, cerca di spegnere la tensione, condannando la protesta e annunciando che, il 28 ottobre, sarà presentato il nuovo disegno di legge che verrá discusso solamente un mese dopo, garantendo il tempo quindi a tutte le parti di poter dare la propia opinione per poter modificare il contenuto.
Sono giornate intense, piene di suoni di tamburi e grida di giovani che lottano. E ognuno a suo modo riempie le strade di questa città con passione.
Nicola Bellin,
ProgettoMondo Mlal Argentina
martedì 19 ottobre 2010
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