venerdì 28 ottobre 2016

Sei caschi bianco di ProgettoMondo Mlal pronti a vivere una nuova avventura!

Otto pronti a partire per Perù, Bolivia e Marocco, mentre gli altri sei, Andrea, Annalisa, Giulia, Francesca, Michela e Marianna, tutti veronesi, affronteranno l’esperienza di servizio civile nella loro città. E’ infatti da poco terminata la settimana di formazione e si respira grande positività tra i 14 giovani selezionati per il 2016 da ProgettoMondo Mlal.
Valorizzare, sensibilizzare, e diffondere in modo corretto le storie dei progetti di cooperazione, è il compito che attende Andrea Palmieri, 27 anni, Giulia de Lellis, 23 anni ed Annalisa Moretto, 24 anni, impiegati nell’ufficio Comunicazione della Ong veronese. E lo faranno organizzando eventi di promozione sociale e piccole campagne di raccolta fondi.
Andrea, all’ultimo anno dell’istituto universitario salesiano IUSVE, ha deciso di mettersi in gioco per accrescere le sue competenze in materia di comunicazione rivolte all’ambito del no profit.
Giulia, laureata in Scienze Politiche delle Relazioni Internazionali, è interessata a capire come funziona un’Ong, poiché crede che sia il miglior modo attraverso il quale comunicare le problematiche che uniscono il Nord e Sud del Mondo.
Annalisa, sta per laurearsi in Comunicazione e ha voglia di mettere in pratica quello che fino ad ora è stato “teoria” e conoscere da vicino un’organizzazione che guarda a temi ormai diventati imprescindibili con uno sguardo critico e sensibile.
Marianna Marchesini, 26 anni, Francesca Yeboah Hammond, 18 anni e Michela Belloni, 26 anni sono invece nell’equipe dell’ufficio Educazione per la promozione di attività di Global education e di cittadinanza attiva.
Marianna, con una Laurea Magistrale francese in Lingue applicate all’internalizzazione delle organizzazioni, vuole contribuire alla diffusione di una cultura di apertura, solidarietà e sostenibilità sociale.
Francesca, nata in Italia da genitori ghanesi, dopo 18 anni è appena diventata cittadina italiana a tutti gli effetti e si è da poco diplomata. Ha deciso di affrontare questa esperienza per arricchire il suo bagaglio di conoscenze e per capire quale sarà la strada che vorrà intraprendere.
Non da ultima, Michela che sta terminando la Magistrale in Cooperazione Internazionale all’Università di Ravenna, ed è molto affascinata dal lavoro svolto a livello locale e dall’importanza che riveste il ruolo della partecipazione e cittadinanza attiva per far emergere il mondo solidale.
Nonostante i vari dubbi e le paure che possono, si percepisce già da ora la voglia di fare, scoprire e scoprirsi, imparare e conoscere nuovi contesti e persone. Questo è ciò che un anno di servizio civile riesce ad offrire a chi sceglie di capire meglio il mondo che oggi ci circonda e vuole allo stesso tempo concretizzare le proprie idee.

Giulia De Lellis
Servizio civile
Comunicazione ProgettoMondo Mlal

Festival in mostra

Continua la collaborazione tra la Fondazione San Zeno, il Festival di Cinema Africano e il Museo africano di Verona. Anche per l’edizione 2016 infatti, la Fondazione ha scelto di organizzare uno dei suoi momenti di approfondimento culturale all’interno del Festival e nelle sale del Museo africano, proponendo un volto nuovo dell’arte afro: i TINGA TINGA, opere di autori tanzaniani realizzate con il particolare e omonimo stile pittorico, divenuto noto in Europa grazie a una fortunata serie di cartoni animati, trasmessi in Italia da Rai Yoyo.
La corrente pittorica TINGA TINGA deve il nome al suo ideatore, Edward Said Tingatinga. Un uomo geniale, che iniziò a dipingere in Tanzania negli anni Sessanta, utilizzando materiale di recupero, come pannelli di scarto e masoniti utilizzando le vernici per biciclette.
I TINGA TINGA diventano in breve tempo una sorta di pittura corale, che viene tramandata di padre in figlio e in cui la creazione di un’opera da vita a un processo condiviso. Questo stile così originale ebbe fortuna, tanto che il suo ideatore, nel 1972, fondò una scuola cui si deve la diffusione di quest’arte in gran parte della Tanzania.
La mostra collettiva d’arte contemporanea, patrimonio iconografico dell’associazione trentina Kusaidia presente in Tanzania con progetti di sviluppo sociale, si articola in un percorso che ha l’intento di interpretare fedelmente lo stile tinga tinga proponendo cromie vivaci e affrontando temi allo stesso tempo naif e surreali. Le tonalità sgargianti che variano dall’ocra al rosso, al blu contraddistinguono figure caricaturali, elementi della flora e della fauna, ambientazioni urbane che caratterizzano le pitture. Gli animali sono soggetto privilegiato e ridondante, accompagnati da caratteristici elementi decorativi stilizzati che trasmettono atmosfere incantate e oniriche.
Ad accompagnare l’inaugurazione del 29 ottobre sarà Mario Cossali, critico d’arte, professore, scrittore ed estimatore di questa tecnica pittorica. La mostra proseguirà fino al 27 novembre, accompagnata da un’offerta didattica pensata dall’equipe del Museo africano. Un’offerta che prevede la realizzazione di laboratori creativi rivolti alle scuole (materna, primaria e secondaria di primo e secondo grado), alle famiglie e ai Centri diurni.

È possibile visitare la mostra TINGATINGA da martedì a venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19. Il costo del biglietto è di 5 euro (intero) e 3 euro (ridotto); omaggio per chi presenta il biglietto d’ingresso a una delle proiezioni del Festival di Cinema Africano.
Per info e prenotazioni: 0458092199; info@museoafricano.org; Museoafricano.org; Fondazionesanzeno.org

lunedì 3 ottobre 2016

E se i prossimi migranti fossimo noi? Se ne parla ai Martedì del mondo


Riparte il consueto appuntamento dei Martedì del mondo. Si riprende il 4 ottobre con una domanda: E se i prossimi migranti fossimo noi? Se domani ci svegliassimo in un mondo al rovescio, rispetto a quello in cui viviamo ora. Un mondo in cui l’Occidente ricco vive travolto da guerre e povertà ed è costretto a migrare, a chiedere accoglienza al Sud. Un Sud diventato improvvisamente una potenza economica blindata, che non vuol spartire niente del suo benessere, anche se è consapevole che il proprio status si mantiene con le ricchezze di questo Occidente che affama. Se si ribaltasse la scacchiera dei giochi mondiali e noi ci trovassimo dall’altra parte…
Partendo da questa provocazione, che vuol mettere in discussione le nostre certezze, il primo martedì del mondo inaugurerà la sua stagione con una doppia proiezione di un film del Festival del Cinema Africano: Africa Paradis del regista Sylvestre Amoussou. Un lungometraggio che ha partecipato e vinto l’edizione 2007 del Festival senza perdere di attualità, diventando emblema di questo  tempo che scorre senza che nulla cambi per quel che riguarda la questione migrante e le politiche messe in atto da chi decide chi si può salvare e chi no. Il registro della situazione di oggi appare uguale a quello di ieri. E il film di Amoussou lo mostra attraverso una parodia che vede una coppia di giovani francesi decidere di emigrare per cercare fortuna in Africa. Lo fa senza documenti, pagando un traghettatore per l’Africa, diventando (com’è che si dice da noi oggi?) “clandestini”. E ad attenderli c’è quello che i migranti trovano qui: un cosiddetto centro d’accoglienza, pregiudizi, sfruttamento e xenofobia. Si troveranno a dover vestire panni oggi sconosciuti per un occidentale.

Il pomeriggio e la serata vedranno la partecipazione, in apertura, di Stefano Gaiga della Direzione artistica del Festival di Cinema Africano, che presenterà il film e la 36esima edizione del Festival che si terrà a Verona dal 4 al 13 di novembre. A seguito della proiezione ci sarà un dibattito con il pubblico, che vedrà la presenza alle ore 18.00 di Jessica Cugini, redattrice di Combonifem, e alle ore 20,30 di Matteo Danese, direttore del Cestim, Centro studi immigrazione.
 Il doppio appuntamento, promosso dalla Fondazione Nigrizia dei missionari comboniani, dal Centro missionario diocesano, dalla rivista Combonifem e dal Cestim, si terrà come sempre presso la Sala Africa dei missionari comboniani (vicolo Pozzo, 1).

Per informazioni: Fondazione Nigrizia onlus: 045.8092390/ 045.8092271
Centro Missionario diocesano: 045.8033519
Combonifem: 045.8303149
Cestim - Centro studi immigrazione: 045.8011032