Il futuro è sospeso, non vi è alcuna certezza del domani. Forse per questo moltissime persone, soprattutto ragazzi desiderano o decidono di lasciare il Marocco per una terra vicina, ma allo stesso tempo lontana, carica di promesse e separata da un lembo di mare troppo spesso mortale.
Dalla provincia di Beni Mellal provengono la gran parte degli immigrati marocchini in Italia, una provincia più povera di molte delle sue vicine e trascurata dalla capitale. In questo luogo si possono raccogliere molti racconti: il villaggio che ha perduto un’ intera generazione, di giovani, di ragazzi partiti assieme per cercare una vita migliore, non solo per loro stessi ma per l’intera comunità; l’uomo disperato che è stato espulso dall’Italia in seguito ad un arresto; il ragazzo che, arrivato in Europa, non è riuscito ad ottenere i documenti per il soggiorno perché l’attentato alle Torri gemelle aveva reso più diffidenti tutti quanti; il compagno di viaggio che aggrappato sotto un camion ha perduto tutte le dita di una mano.
Partire, nonostante il rischio non ignoto alle persone che migrano per motivi economici, partire per la spinta intrinseca che ci porta sempre a cercare di migliorare la nostra situazione, perché tentare vale comunque la pena, vale il rischio, vale la disperazione dei padri e delle madri, che in lacrime senza nemmeno i corpi dei figli da seppellire, dicono “hanno fatto bene a provare”.
Perché alla fine quello di partire per trovare un futuro, quello di migrare, è uno dei diritti dell’uomo. Noi non possiamo e non dobbiamo fermare queste persone che vogliono raggiungere un paese come il nostro, che prima di diventare meta di immigrazione era terra di partenza di moltissimi migranti. Possiamo però sensibilizzare ad una migrazione responsabile, dove sono chiari non sono solo i rischi del viaggio ma anche le difficoltà presenti una volta raggiunta la destinazione.
Sempre a Beni Mellal esiste una mediateca dove i ragazzi e le ragazze possono informarsi, confrontarsi e parlare anche di migrazione, molti di loro desiderano partire e colpisce la diversità delle loro storie: dalle spigliate ragazzine in jeans, che in Europa desiderano completare gli studi, alla ragazza che da anni sostiene da sola la famiglia e desidera che le sorelle possano proseguire il percorso scolastico, dal ragazzo che si è specializzato in trucchi di prestigio e sogna di esibirsi per il mondo, a ragazzi che semplicemente desiderano maggiori possibilità. Ragazze che per partire accetterebbero anche il matrimonio bianco, altre che è l’unica cosa che non prenderebbero mai in considerazione. L’unica voce fuori dal coro è quella di una ragazza, evidentemente più benestante, che contraria alla migrazione invoca a restare in Marocco.
La migrazione è un fenomeno complesso e per provare a capirlo noi abbiamo il dovere di ascoltarne le molte voci.
Margherita Garonzi, studentessa del liceo classico Maffei di Verona,
Progetto Alternanza Scuola-Lavoro
mercoledì 29 giugno 2016
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