Trovare il trait d’union fra questi due concetti apparentemente inconciliabili è stato forse uno degli obiettivi più ambiziosi del progetto “Hilando Culturas” che ProgettoMondo Mlal dal 2013 sta realizzando al fianco della Ong britannica Soluciones Prácticas e della locale Red Oepaic, rete delle organizzazioni economiche di artigiani con identità culturale.
Il progetto ha lo scopo di appoggiare le produzioni artigianali tessili tradizionali col fine di creare un reddito stabile per i produttori e in questi ultimi anni ha realizzato, tra le altre cose, vari microprogetti e laboratori per incentivare gli artigiani e le artigiane delle nostre associazioni a rimettersi in gioco e a ideare prodotti capaci di mantenere i tratti più identitari della cultura andina e allo stesso tempo essere interessanti sul mercato internazionale.
Detta così può sembrare un gioco da ragazzi, ma non è così facile riuscire ad abilitare tanti artigiani, spesso anziani, senza connessione internet o che non sono mai usciti dal loro paese, a un gusto estetico tanto lontano dal loro come il nostro occidentale.
Purtroppo o per fortuna, l’artigianato tessile boliviano è di altissimo livello e utilizza principalmente pura fibra di alpaca. Nonostante si cerchi sempre di trovare un prezzo equo per il produttore come per il consumatore, il mercato interno non riesce ad assorbire tutta la produzione perché solo in pochi in Bolivia possono permettersi di indossare capi artigianali. La maggior parte della produzione resta destinata così al mercato straniero, per lo più nord americano ed europeo, che come sappiamo sono mercati molto dinamici e competitivi. Non bisogna però credere che il mercato interno sia da meno; la Bolivia negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale che ha profondamente cambiato la società e aumentato i consumi. I giovani boliviani della città oggigiorno guardano allo stile dei loro coetanei dell’emisfero nord.
Adattare la produzione ai nuovi consumatori con un disegno più accattivante non poteva evidentemente significare sacrificare secoli di cultura e saperi sull’altare del profitto. Significava rendere la loro economia sostenibile. La sfida per questi piccoli artisti è stata trovare nuove forme di tramandare disegni e saperi carichi di identità, attualizzarli, renderli fruibili e soprattutto vitali affinché la cultura andina non muoia sotto l’incalzare del tempo.
Sembra forse esagerato parlare in questi termini visto che stiamo considerando capi d’abbigliamento?
Nella cultura andina i tessuti sono da sempre mezzi per identificare e narrare la storia di chi li indossa: raccontano miti, leggende e storie del territorio dove sono stati prodotti e il ruolo sociale del proprietario all’interno della comunità. Qui i bambini fin dalla nascita seguono le loro madri avvolti negli aguayos, larghi teli tessuti al telaio con l’iconografia tradizionale che a loro volta riceveranno dalle loro genitrici da adulti e che porteranno sulle spalle per tutta la vita. Basta questo per capire che valore simbolico assuma l’arte tessile da queste parti nella vita della gente.
Per celebrare la fine di tutto questo lavoro il 2 giugno scorso abbiamo organizzato il primo concorso d’innovazione di prodotto per premiare quegli artigiani che si sono impegnati maggiormente in questo senso. L’evento si è svolto nel Patio Cultural del Ministero di cultura e turismo boliviano. I gruppi che hanno partecipato sono stati complessivamente dodici, e ciascuno di loro ha presentato in media tre prodotti.
L’evento ha voluto rappresentare anche una vetrina per l’arte boliviana contemporanea, ed hanno voluto accompagnarci il giovane maestro Rodrigo Llanos con la sua chitarra classica e il famoso street artist boliviano El Marsh che ha realizzato, durante tutto l’evento, una performance artistica disegnando su una tela 1mx80cm la sua rappresentazione dell’identità dell’arte tessile boliviana. La tela sarà in seguito esposta nel Centro di Interpretazione Culturale di Comart Tukuypaj per dare mostra al visitatore di un esempio di arte contemporanea in Bolivia.
Dopo la sfilata di tutti i prodotti selezionati ci sono stati tre vincitori: il primo premio di 26.000 Bs-. è stato aggiudicato al gruppo Yanapasixpañani che si è presentato con la giacca di alpaca da uomo realizzata con tre tecniche, a macchina, telaio a pedali e telaio tradizionale Pampa Away, tutto filato manualmente con il fuso; il secondo premio di 16.00Bs-. è andato al gruppo COMCA per il vestito per bebè in fibra di alpaca tinta con tinte naturali e che pórta il nome della sua realizzatrice, Hilranda; infine il terzo premio di 11.000Bs-. è stato vinto dal Centro Artigianale Gregorias con il maglione da uomo in alpaca con figure geometriche astratte ispirato ai lavori dell’artista contemporanea boliviana Martha Cajías, con la quale le artigiane avevano realizzato anni addietro, grazie all’appoggio del progetto, laboratori di innovazione di disegno.
I premi saranno destinati all’acquisto di materiali utili a migliorare gli atelier dei nostri artigiani.
Altri sei prodotti infine sono stati premiati con una menzione speciale equivalente a due coni di filo per incoraggiare le future produzioni in questo senso e che le associazioni vincitrici potranno riscattare presso una cooperativa tessile locale con un voucher.
Il nostro augurio e ovviamente che i nostri artigiani possano continuare a produrre lanciando uno sguardo al passato ed uno sguardo al futuro, e che a questo primo concorso seguano molti altri e molti altri vincitori possano raggiungere l’obbiettivo di rinnovarsi e rinnovare le proprie piccole opere d’arte.
Stefano Russo,
Casco Bianco a La Paz
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